Capitolo 22

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Cara

"Zaddi, ti prego portalo in camera" urlai, non appena lo vidi scagliarsi contro Alan. Era troppo ubriaco per ragionare in modo lucido.

"ZABDRIEL PROVA A TOCCARMI E TI UCCIDO CON LE MIE STESSE MANI" gridò lui di rimando, guardando con disgusto il ragazzo. Gli sferró un pugno e mi misi a gridare. Era troppo impulsivo e doveva essere fermato.

Fortunatamente, Zabdriel e Maluma riuscirono a bloccarlo contro il muro mentre Erick metteva Alan al mio posto. Sentire i polsi liberi dopo tanto tempo, mi fece sentire meglio. Sorrisi, abbracciando Eva che aveva un'espressione raggiante nel vedermi finalmente libera.

"L'HO PICCHIATA PER COLPA TUA, BRUTTO BASTANDO" disse poi Christopher. Sembrava una bestia da quanto veleno fuoriusciva dai suoi occhi.

"No quello lo hai fatto perché sei coglione" rispose Richard, portandolo fuori dalla stanza di peso. Risi nel vedere lui farmi l'occhiolino. In quella situazione, era veramente strano fare una cosa del genere.

Guardai poi Alan, che mi guardò impaurito. Era giovanissimo ed ero sicura che non lo avesse fatto con una cattiva intenzione ma per ora, non avevo voglia di sentire scuse.

Chiesi ad Eva di accompagnarmi in bagno per lavarmi, che subito mi prese a braccetto trascinandomi nella stanza di Christopher, dove lui era sul letto che stava dormendo. Riempì la vasca da bagno, mi spogliai e misi dentro. Le ferite al contatto con l'acqua bollente bruciavano terribilmente e non potei fare a meno di gridare dal dolore.

Eva mi tappó la bocca, dicendomi di resistere per evitare di svegliare Chris che aveva bisogno di smaltire la sbornia.  
Strinsi i denti mentre lei mi passava sul corpo la spugna piena di bagnoschiuma e giurai di sentire gambe, braccia e torace andarmi a fuoco.

"Passami i vestiti, Eva, por favor" le dissi, sciaquando il tutto. Lei mi mise tutto a bordo vasca per poi uscire dal bagno, lasciandomi in santa pace.

Vidi che mi aveva portato una maglietta larga e fui grata in un certo senso, che non mi avesse portato una felpa di Christopher. Non perché non volessi indossarla ma perché non volevo appesantire ulteriormente la mia pelle e a dirla tutta, non volevo si facesse strane idee.

Non aveva creduto ad una sola parola che gli avevo detto e questa non l'avrebbe passata tanto liscia. Decisi però, di mettermi nel letto affianco a lui solo per riposarmi quelle poche ore che mi sarebbero servite per riacquistare lucidità.

Mi misi sotto le coperte, stando il più lontano possibile dal suo corpo perché la verità era che avevo paura che mi facesse ancora del male.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora