Christopher
Mi svegliai poco ore dopo, cercando di fare il più piano possibile per non svegliare Cara ed uscii dalla porta per andare nel bagno in corridoio in modo da farmi una doccia calda.
Ne avevo bisogno dopo l'esperienza bollente di ieri sera. Mi vestii con calma per poi dirigermi verso la cucina dove trovai i miei hermanos, seduti ad aspettarmi per fare colazione. Mi sedetti a capotavola, ordinando ad Erick di farmi un caffé mentre controllavo i messaggi sul mio telefono.La maggior parte erano di Maluma che mi avvertiva delle principali notizie riguardanti gli altri clan. Alcuni si stavano rubando a vicenda i carichi di anfetamina e fui felice di essere informato che nessuno aveva toccato il mio. Lo avevo pagato troppo per poter accettare un riscatto.
"Como ha ido ayer?" domandò Richard con il classico sorriso che faceva quando già sapeva la risposta. Ogni volta mi chiedevo perché mai lo facesse ma poi mi ricordai quanto era in grado di essere pettegolo.
"Fenomenal" risposi impassibile, sorseggiando la mia bevanda mentre continuavo a leggere. Avevo chiesto esplicitamente ai miei uomini informazioni su Cara eppure nessuno era in grado di trovare nulla. La conversazione su suo padre mi perseguitava da giorni e io non volevo assolutamente lasciare quel pezzo di merda a piede libero. Non mi aveva mai detto né il suo cognome né il nome di suo padre ma ero sicuro di trovare tutto anche senza queste informazioni.
"Dimostri molta felicità per uno che se l'è spassata fino a poche ore fa" affermò Richard, ridacchiando. Vidi Zabdriel guardarlo male e direi che era una cosa comprensibile data l'amicizia che aveva stretto con lei. Parlavano,scherzavano e si prendevano in giro spesso e questa cosa mi faceva piacere. Avevo bisogno di una donna che andasse d'accordo anche con la mia banda.
"Al momento sono occupato. Quando potrò vi racconterò i dettagli" risposi senza togliere lo sguardo dallo schermo. In quel momento, mi arrivò un messaggio da Johann, avvertendo i dell'avvicinamento di Igor Hernandez ai miei confini. Quel tipo non aveva proprio capito con chi aveva a che fare. Erano anni che non faceva altro che rompermi le palle senza motivo ma non avevo nessuna intenzione di abboccare alle sue provocazioni.
"Hernandez mira ai nostri magazzini" disse Joel, leggendo ad alta voce il messaggio di Yoandri. Se solo avesse saputo che avevo fatto spostare il carico nella residenza dall'altra parte della strada...
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ora andiamo. Ci aspetta una giornata pesante" affermai, dirigendomi in salotto per recuperare alcuni mitra dal ripostiglio dietro al muro.
In tutto ciò, Zabdriel mi era sembrato strano. Era impallidito di colpo sentendo il nome di quel farabutto ma non aveva detto nulla. Era davvero strano ma pensai che probabilmente era solo stanco."Zaddi, chiama Joshua ed Aaron. Non voglio che nessuna di loro lasci questa cara con Hernandez nei paraggi" dissi, spalancando la porta e dirigendomi con lui verso la prima macchina. Joel e Erick presero la seconda e Richard la terza. Era la nostra classica disposizione. Partimmo in pochi minuti mentre Zabdriel riempiva di chiamate Johann, urlandogli di fare presto e di andare a sorvegliare la casa. Sembrava frustrato e preoccupato.
"Tutto bene? Mi sei sembrato strano stamattina" chiesi, senza togliere lo sguardo dalla strada. Zabdriel si stava mangiando le unghie continuando a guardare il telefono. Si girò a guardarmi e sospirando in modo teso.
"È la prima volta che le lasciamo da sole. Ho paura che possa succedere qualcosa" rispose cercando di tranquillizzarsi da solo. Era sempre stata una persona calmissima e mi sembrava davvero stupida come motivazione. Doveva esserci altro ma decisi di non chiedere. Forse era solo stanco.
"Vanesa starà bene" affermai, dandogli una pacca sulla spalla. Zabdriel mi guardò e non disse più nulla.
Chiaro segno che non era Vanesa il motivo per cui era così agitato.
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I'm the Boss here// Christopher Vélez
FanficCara Hernandez ha conosciuto la mafia sin dal primo attimo della sua vita. Figlia di uno dei più grandi criminali del Messico, ha da sempre vissuto una vita felice e spensierata. O almeno, così voleva far credere. All'età di quattordici anni, aiuta...