Capitolo 20

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Christopher

L'immagine del suo volto così distrutto dopo averla frustata per ore, mi perseguitó per varie notti. Una parte di me aveva creduto alle sue parole ma una minima parte mi urlava di smetterla di fare il rammollito. Aveva tradito la mia fiducia, la mia banda per dare informazione al padre e questo non avrei mai potuto perdonarglielo.

I ragazzi erano a dir poco sconvolti da questa mia reazione, soprattutto Zabdriel che non mi parlava da quando l'avevo rinchiusa in cella. Era tanto affezionato a Cara e questo aveva accecato la sua visione della realtà, tanto che continuava a dire quanto stessi sbagliando.
Continuava a ripetermi quanto diamine fossi in torto, dicendo che Cara stava dicendo la verità e che mai avrebbe pensato che fossi in grado di metterle le mani addosso.
Inoltre, l'avevo sentito piangere mentre andava a portarle da mangiare, vedendola piena di ferite e lividi. Era davvero distrutto dalla situazione ma non sapeva come realmente stessi io.

Non avrei mai pensato di essere in grado di fare una cosa del genere ma dovevo. Ero stato costretto a mettere da parte le mie emozioni, nonostante avrei voluto uccidere me stesso ogni volta che la colpivo.

Ero in camera a fissare il soffitto. Non avevo fatto altro che riflettere negli ultimi giorni. L'avrei perdonata o consegnata al padre? Tenuta prigioniera per sempre? Realmente stava mentendo?
Non sapevo nulla di tutto ciò. Aspettavo solo che arrivasse Joel, per aggiornarmi sul suo stato. Erano entrambi messicani e avrebbe capito chiaramente se avesse mentito o meno.
Non ci mise molto a raggiungermi e subito non potei fare a meno di notare i suoi occhi rossi mentre cercava di mantenere la calma. Era sempre stato molto emotivo ma non riuscivo a capire cosa potesse aver detto Cara per averlo fatto piangere.

"Non è lei la spia, Christopher. Te lo posso garantire su chiunque" spiegò sedendosi sulla sedia di fronte al letto. Con un gesto lo invitai a continuare ma Joel non ne volle sapere.

"Liberala. So che non ti riconosci in ciò che stai facendo" continuò poi, guardandomi negli occhi. Ed aveva ragione ma non potevo dimostrarglielo. Non credevo più a quella ragazza, non ci riuscivo. Nessun'altro oltre a lei avrebbe potuto tradirmi.

"Joel, esci per favore" dissi con calma ma lui in tutta risposta, iniziò ad urlarmi addosso.
Mi ripetè le stesse parole di Zabdriel e non potei fare a meno di insospettirmi ancora di più. E se lei li avesse ingannati per arrivare a me?
Scossi la testa. I miei fratelli non mi tradirebbero mai.

Presi per un braccio il messicano e lo spinsi fuori dalla porta per poi chiuderla, sbattendola.

"Almeno ascoltala, cazzo" mi urlò per poi scomparire a grandi passi giù per le scale. Sapevo quanto Cara avesse un effetto su di me e non potevo assolutamente permetterlo. 

Quella sera scesi da lei e senza dire nulla, iniziai a frustarla. Quella volta però, non urló ma continuò a guardarmi mostrandomi come le sue lacrime scendevano lungo il suo viso.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora