Capitolo 18

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Cara

Zabdriel continuò ad osservarmi mentre impugnavo il mitra, caricandolo.
Christopher si alzò di colpo, urlandomi qualcosa di incomprensibile mentre lo oltrepassavo e scavalcavo recinto che ci separava dal quartiere generale degli Hernandez.

"Eres loca? Que estas haciendo?" gridò Christopher, provando a seguirmi. Zabdriel lo teneva per la felpa, intimandogli di stare felpa.

Guardai male entrambi per poi girarmi verso quegli enormi edifici aldilà del recinto.

"BALDASAR" gridai. Ripetei il suo nome varie volte prima di vederlo sbucare da dietro una parete con una mandria di persone. Sentii Christopher gridare. Probabilmente pensava fossi spacciata ma non mi conosceva abbastanza bene.

"Uh Cara Hernandez. La hija de mi Jefe favorito" urlò lui e non potei fare a meno di sentire alcune imprecazioni da parte di Chris.

"Jilipollas" dissi e mi scaglia contro ognuno di loro. Li picchiano con tutta la rabbia accumulata sparando a chiunque tentava di fuggire e fracassando il cranio a chiunque mi si avvicinasse. Li odiavo. Ognuno di loro. Per aver servito un uomo tanto crudele che mi aveva rovinato la vita.

Presi Baldasar per i capelli e gliela feci schiantare contro il pomello della porta. Lo sentì ridere sempre più forte e ciò mi fece venire così tanto il nervoso che non potei fare a meno di colpirlo con la mazza.

"Non puoi più scappare ormai. Lui sa dove sei e sta venendo a prenderti" mi disse prima di sputarmi in faccia un pó del suo sangue. In quel momento, tirai fuori il mitra e gli sparai un colpo in mezzo agli occhi. Il resto fu una lotta noiosa in cui semplicemente impazzita, iniziai a sparare a raffica a chiunque mi si piazzava davanti.

Mi guardai intorno e soddisfatta guardai tutti i corpi che avevo fatto fuori e li colpii tutti un'ultima volta. Volevo che mio padre vedesse ciò che ero capace di fare. Avevo accumulato odio per anni ed ormai ero arrivata al limite.

Subito dopo mi girai, avvicinandomi al filo spinato dove gli altri ragazzi mi stavano ancora fissando. Zabdriel mi sorrise e non potei fare a meno di ricambiare ma chi mi preoccupava era Chris, che aveva continuato a fissare il vuoto.

"Ti prego dimmi che ho solo sentito male" mi disse con gli occhi lucidi. Non mi stava guardando, evitava qualsiasi tipo di contatto con me.

In tutta risposta, mi tolsi una benda sul fianco che fino a quel momento avevo spacciato con un'enorme cicatrice. Era un tatuaggio. Una H che mostrava perfettamente le mie origini. Scavalcai il recinto per portarmi a guardarlo meglio ma non ricordai niente se non un forte dolore alla testa prima del buio.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora