Cara
Mi svegliai il giorno dopo a causa di qualcuno che continuava a bussare alla porta. Mi stiracchiai per bene, accorgendomi che Christopher non era accanto a me e a dirla tutta, ci rimasi davvero male.
Mi alzai contro voglia ed andai ad aprire, trovandomi davanti il diretto interessato. Non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia e continuava a fissarsi le scarpe mentre mi diceva che gli altri mi aspettavano al piano inferiore per vedere cosa fare con Alan. Gli sorrisi e scesi di corsa, andando incontro ad Erick che mi accolse a braccia aperte.
"Dagli tempo. È ancora scosso per ciò che è successo" disse, accarezzandomi i capelli mentre mi accompagnava nella cella dove era presente quel ragazzino tutto sanguinante.
"Chi ha fatto una roba del genere?" domandai sconvolta, rivolgendomi a Zabdriel che stava dietro di me e solo ora notai il suo occhio viola.
"Christopher. Gli ha praticamente dato la colpa per averti punita" rispose, scuotendo la testa. "Ho provato a farlo ragionare ma non c'è stato nulla da fare. Mi ha colpito per sbaglio" continuò e io mi portai una mano sulla fronte.
La situazione era davvero grave. Mi girai verso Alan che era completamente privo di forze e mi avvicinai, inginocchiandomi per guardarlo negli occhi.
"Non preoccuparti. Non ti farà nulla d'ora in avanti" affermai sorridendo sotto lo sguardo sconvolto di tutti. Il ragazzino mi guardò con il viso rigato dalle lacrime.
"Ha minacciato di uccidere la mia famiglia" disse lui, singhiozzando e io annuii. Tipica mossa di mio padre. Conoscevo fin troppo bene il mio vecchio.
"Lo so, Alan" iniziai a dire ma Alan mi fermò con un gesto della mano.
"Non ho mai detto che tu fossi qui, lo giuro. Mi avevi aiutato in passato, salvando i miei fratelli e mai ho cercato di consegnarti a quel porco" affermò e gli credetti. Non era abbastanza cattivo per fare una cosa del genere.
"Liberatelo. Subito" ordinai, agitando la mano e subito Zabdriel si mise al mio fianco, guardandomi sempre più stranito. Con una sola occhiata gli feci capire di esiguire immediatamente l'ordine.
"Christopher si arrabbiarà a morte" affermò Richard, dietro di me. Mi girai all'istante ed incrociai le braccia.
"Christopher ora non c'è. Di conseguenza, il capo qui sono io" dissi e lui non poté fare a meno di sorridere orgoglioso, aiutando Zabdriel a sciogliere le corde.
Alan corse ad abbracciarmi e subito lo abbracciai forte.
"Dijale que estamos en Tierra Roja" gli sussurrai e lui subito annuì, sparendo di corsa fuori dalla porta della villa.
"Joel, chiama gli altri Clan alleati. Li voglio tutti qui per domani e chi non si presenta, subirà la mia ira" spiegai, uscendo e chiudendo la cella.
Joel subito si allontanò col telefono mentre Erick si avviava verso la cucina per preparare qualcosa.
"Ti comporti da vero capo, Carita" esclamò lui, passandomi il suo pacchetto di nachos. Lo ringraziai prendendone uno per poi guardare Richard che non aveva smesso di essere nervoso.
"Che c'è Camacho?" chiesi ridacchiando in modo da attirare la sua attenzione.
"Spero che Chris non ricada nello sbaglio precedente. È troppo impulsivo" rispose, sdraiandosi sul divano. Subito venne raggiunto da Eva che era appena scesa dalle scale. Si mise ad accarezzargli i capelli e subito lui sembró rilassarsi.
"Sarà anche impulsivo, ma stiamo pur sempre parlando del vostro Jefe. Lui prende le decisioni" affermai, facendomi passare un bicchiere d'acqua per poi sorseggiarlo tranquillamente.
"Anche quelle stupide" si fece sfuggire Zabdriel, provocando la mia risata. Fui seguita da tutti i presenti senza però accorgermi che il diretto interessato era in cima alla scala e ci stava osservando uno ad uno.
A stento trattenni una risata quando notai Erick che si stava per strozzare con un nacho. Tipico di Erick! Che razza di combinaguai!
"Podemos hablar?" chiese Christopher e non capii subito che la domanda fosse riferita a me. Lo guardai per qualche minuto perdendomi nei suoi occhi ma fui risvegliata da un colpo di tosse da parte di Eva.
Subito mi girai verso di lei, che mi fece segno di andare. Le sorrisi per poi accettare.
Decidemmo di chiuderci in camera e di non uscirei fino a quando avremmo saputo tutto di entrambi.
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I'm the Boss here// Christopher Vélez
Hayran KurguCara Hernandez ha conosciuto la mafia sin dal primo attimo della sua vita. Figlia di uno dei più grandi criminali del Messico, ha da sempre vissuto una vita felice e spensierata. O almeno, così voleva far credere. All'età di quattordici anni, aiuta...