Capitolo 28

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Cara

"Padre" affermai con freddezza, mentre alcuni dei suoi uomini ci circondavano. Non erano tanti ma notando Lazaro, capii che aveva scelto solo i migliori. Tipica mossa di mio padre, voleva assicurarsi la vittoria.

"Cos'è tutta questa formalità? Non ti sono mancato?" domandò, sghignazzando mentre sorseggiava un bicchiere di vino. Il sarcasmo era uno dei tratti che avevo preso da lui ma sentito dall'uomo che odiavo, dava proprio sui nervi. Inoltre, come se non bastasse avevo un brutto presentimento e fino ad ora, non aveva mai sbagliato.

Gli lanciai un'occhiataccia, assicurandomi che Chris fosse dietro di me. Mi sorrise e mi fece l'occhiolino per poi tornare a guardare mio padre.

"Uh vedo che hai portato Velez... sarà un vero onore ucciderlo, esattamente come ho fatto con suo padre" affermò e subito riconobbi un lampo di rabbia negli occhi del mio ragazzo. Ordinai a Zabdriel di avvicinarsi in modo da trattenere Christopher dal fare una delle sue solite bravate.

Gli presi la mano, guardandolo negli occhi nella speranza di farlo calmare. Era difficile per lui, tornare a contatto con tutto ciò che aveva a che fare con lui ed era del tutto comprensibile.

Mio padre rise di gusto nel vederci così affiatati e subito gli lanciai un'occhiataccia. Era irritante il suo comportamento.

"Oh tesoro, sapevo che avessi gusti di merda in fatto di uomini ma non credevo che cadessi così in basso" affermò senza smettere di prendermi in giro. Notai le vene gonfie sul braccio di Chris e capii che era davvero sul punto di andare fuori di testa.

"L'ho preso dalla mamma" risposi e questa volta fui io ad avere un ghigno stampato in faccia. Mi guardò velenoso e lo vidi scendere da quella sottospecie di trono.

"Anche il fatto di essere una gran puttana, tranquilla" mi disse e in quel momento, vidi Christopher iniziare a dimenarsi mentre Zabdriel lo teneva stretto a sé per evitare che scappasse.

Mio padre li guardò divertito per poi posare lo sguardo su di me un'altra volta.

"Scherzi a parte. Ho preparato un giochino per te, figliola. Sarà davvero divertente" spiegò, mettendosi a pochi metri davanti a me. Aveva un ghigno inquietante e subito capii che con cosa voleva giocare.

"Avrai due ore di tempo per hackerare  il mio sistema centrale. Nel caso ce la dovessi fare, spariró per sempre dalla tua vita. Nel caso contrario, i tuoi amici moriranno. Compreso il tuo amatissimo Velez" sbarrai gli occhi, che subito scattarono a Christopher. Annuii come per pregarmi di accettare e mettere fine a tale agonia.

D'altra parte però, la pressione sopra le mie spalle era davvero troppa. Avevo paura delle conseguenze. Avevo paura per i miei amici. Per Christopher. E per cosa avrebbe potuto fare mio padre nel caso avesse vinto. Avrebbe avuto tutto il Messico sotto il suo controllo e al solo pensiero rabbrividí.

Non sapevo cosa fare né se era saggio accettare. Non potei fare a meno di osservare però, la stanza fino notare un piccolo dettaglio che mi fece capire che valeva la pena, alzare la posta in gioco.

Mi girai, sorridendo a Chris per poi rivolgermi a mio padre, facendo finta di nulla. Notai che aveva finito il vino e che stava aspettando la risposta, tamburellando le dita sul calice vuoto.

"Facciamo così, se vinco io lascerai andare tutti, dal primo all'ultimo concedendomi di avere il controllo di tutti i tuoi uomini e delle tue tecnologie ma la smetterai di darmi la caccia. Se dovessi vincere tu, avrai il controllo di tutti i quartieri generali di Chris ed in più avrai la possibilità di torturarmi ed uccidermi con qualunque cosa tu voglia" spiegai e subito sentii dei brusii dietro di me. Udii un urlo di disapprovazione da parte di Eva e Zabdriel mentre Alyse aveva già iniziato a piangere.

Era una pazzia ma ero sicura delle mie abilità in più sapevo che mio padre era una persona imprevedibile e che la soluzione non sarebbe mai stata scontata. A confronto, i codici del giorno prima erano una barzelletta.

"Ti do cinque minuti per salutare i tuoi amici. Raggiungimi nella stanza qui a fianco. Ah e i tuoi amici avranno la possibilità di vederti fallire prima che io ti uccida ovviamente" spiegò facendo un sorrisone a trentadue denti. Era raggiante perché era convinto che avrebbe vinto ma non mi aveva conosciuta in questi anni.
Sorrisi, sentendo il rumore della porta  chiudersi e subito Alyse si precipitò ad abbracciarmi, scoppiando a piangere come una poppante.

"Non voglio che ti succeda niente" affermò con voce rotta dal pianto. Era terrorizzata e lo capii quando Joel la tolse a forza da me, iniziando ad abbracciarla per tentare di calmarla ma senza successo.

Vanesa e Cheryl avevano entrambe gli occhi lucidi ma cercarono di non dimostrarlo, abbracciandomi forte come si fa prima di salutare un amico all'aeroporto.

Fu poi il turno di Joel, Richard ed Erick che cercarono di buttarla sul ridere, facendomi ridere per l'ultima volta. Si avvicinò poi Maluma, che mi bació la fronte, stringendomi a sé.

"Ce la farai, principessa" mi disse per poi lasciarmi alle braccia di Zabdriel.

Mi strinse così tanto che iniziai a fare fatica a respirare ma ciò che mi sconvolse fu altro. Iniziò a singhiozzare come non mai, pronunciandomi parole incomprensibili all'orecchio, a causa delle lacrime che gli scendevano lungo le guance.

Christopher fu l'ultimo. Aveva gli occhi lucidi e si stava trattenendo dal piangere e volevo evitare di rompere la sua corazza davanti agli altri. Mi limitai ad accarezzargli le guance e lui subito mi afferrò le mani, spingendomi contro di sé. Mi bació come non aveva mai fatto prima d'ora per poi abbracciarmi, ripetendomi varie volte quanto mi amava.

"Avrei voluto farlo prima ma fino ad ora non ho trovato il coraggio" inizió a dire e io non capii. Si inginocchió, prendendomi la mano ed oltre a sbarrare gli occhi, sentii il mio cuore battere all'impazzata. Non poteva essere vero.

"Sei tutto ciò che ho sempre desiderato in una donna e nonostante le incomprensioni, non te ne sei mai andata e non hai mai dubitato di me. So che non è il momento adatto ma voglio assicurarmi che tu sappia che sono completamente tuo" continuò, tirando fuori una scatolina nera dalla tasca dei pantaloni. Mi misi una mano davanti alla bocca mentre i miei occhi si riempivano di lacrime. Lo guardai con tutto l'amore di cui ero capace mentre mi comunicava la fatidica domanda.

"Cara Hernandez, ti va di diventare la signora Velez?" chiese, mostrandomi un anello con un diamante a dir poco enorme.
I nostri compagni iniziarono a fare urli di approvazione e di stupore mentre io non riuscivo a dire nulla a causa dei miei singhiozzi.

Lo feci alzare e in tutta risposta, mi buttai sulle sue labbra. Lo sentii sorridere e lo vidi esultare dopo aver messo l'anello al mio dito. I suoi hermanos lo abbracciarono, facendogli le congratulazioni. Mi godetti quell'ultimo attimo di felicità, prima di baciarlo ed entrare nella stanza che forse avrebbe determinato la mia fine.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora