Capitolo 24

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Cara

Fissai Christopher mentre si sedeva agitato sul bordo del letto. Non l'avevo mai visto così e la cosa mi fece sorridere leggermente mentre mi sedevo al suo fianco, incrociando le gambe.

Non disse niente per qualche motivo ma poi si girò verso di me e si mise nella mia stessa posizione. Iniziò a guardarmi per poi sospirare.

"Chris, tranquillo. Prendi un respiro profondo e dimmi ciò che hai da dire" dissi, accarezzandogli un guancia mentre lui distoglieva un'altra volta lo sguardo.
Gli alzai il viso con due mani, per obbligarlo a guardarmi e finalmente incontrai le sue iridi.

"Vorrei trovare le parole giuste ma non ci riesco" sussurró lui, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Capii subito di cosa voleva parlare ed ero proprio curiosa di sentire cosa aveva da dire.

"Ho evitato di parlarne e lo ammetto, sono stato stupido a pensare che il tempo avrebbe sistemato tutto ma sono passati due giorni e non riesco a smettere di pensare a cosa ti ho fatto passare.
Ti giuro che non so cosa mi sia preso, non ho mai picchiato una ragazza in vita mia. In più sapere che ho osato anche solo sfiorarti per farti del male, mi fa andare fuori di testa.
Non posso chiederti solo scusa perché sarebbe ridicolo e riduttivo. Voglio solo farti capire di non essere stato in me, nemmeno dopo aver scoperto che tu non eri coinvolta. Ho sbagliato due volte. Con te e con Alan e non riesco ancora a perdonarmelo.
Però posso prometterti di amarti più di me stesso nel caso decidessi di restare" affermò con calma e scandendo ogni singola parola. Non potei fare a meno di sorridere. Dio, quanto ero innamorata di lui!

"Avresti dovuto ascoltarmi ma nei tuoi panni, probabilmente avrei creduto anche io di essere colpevole. Non mi aspettavo però una reazione simile. Non credevo nemmeno ti mettessi a bere per alleviare il dolore.
Però stare senza di te, in questi giorni mi ha fatto capire che scappare da mio padre e rischiare la vita, ne è valsa la pena" risposi, avvicinandomi per baciarlo. Lo sentii ridere sulle mie labbra mentre cademmo dal letto.

Mi abbracció forte ripetendomi le cose migliori che potessi sentire, baciandomi ovunque.

"Ti va di raccontarmi di te?" chiese e non potei fare a meno di sorridere.
Ci alzammo andando a coricarci nel letto mentre gli spiegavo tutto ciò che mi riguardava e quanto avevo faticato per proteggere la mia familia.

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Il giorno dopo, mi svegliai prima del solito per andare a farmi una doccia.
Il getto d'acqua calda mi metteva sempre di buon umore prima di fare qualsiasi cosa e quella mattina ne avrei avuto bisogno. Il pomeriggio sarebbero arrivati tutti i clan alleati per prepararsi alla guerra contro mio padre.

Chris era già sveglio da un pezzo e lo potei notare dallo sguardo malizioso che mi rivolse non appena uscii dalla doccia. Mi lasciò un bacio sul collo, spostandomi i capelli da un lato e subito andai in estasi.

"Chris, ti prego devo vestirmi" dissi, sperando di levarmelo di dosso ma lui non ne volle proprio sapere. Iniziò a lasciarmi una scia di baci a partire dalla guancia e finendo fino alla spalla. Non era normale l'effetto che mi faceva. Le sue dita iniziarono a muoversi sulle mie braccia fino ad arrivare sull'orlo dell'asciugamano che avevo addosso.

Mi guardò, mordendosi il labbro ed in quel momento, non potendo resistere, iniziai a baciarlo. Non esitò a ricambiare mentre si sbottonava velocemente la camicia.
Prese poi, il mio asciugamano e lo strattonó violentemente per poi lanciarlo dietro di sé. Mi fece sedere sul mobile davanti allo specchio, stringendomi a sé riempiendomi di attenzioni.

Si sbottonó i pantaloni, pregandomi di fare piano mentre si concedeva totalmente a me.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora