Capitolo 21

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Cara

La mattina dopo, mi svegliai tutta dolorante. Il mio corpo era gonfio e bruciava terribilmente. I miei pantaloni erano tutti strappati e non proteggevano più dalle azioni di Christopher. La notte lo sentivo discutere con i ragazzi, che nonostante tutto, continuavano a difendermi. Doveva veramente odiarmi per andare contro ai suoi stessi fratelli.
Quella mattina fu Eva a portarmi la colazione e non appena mi vide scoppiò a piangere.
Appoggiò il vassoio per terra e corse a piangere sulle mie gambe.

"Perdoname, por favor. Nunca habría pensado en esto"  disse lei, piangendo istericamente. Ero davvero messa così male?

Eva alzò lo sguardo, accarezzandomi le guance. Era distrutta nel vederlo così ma direi che era normale. Sarei stata anche io così nel vederla al mio posto ma fui sollevata che Christopher non se la fosse presa con le ragazze. Era quello il mio intento.

Le sorrisi e tentai di liberarmi dalla corda almeno da liberarmi le mani e poterla accarezzare ma invano. Erano troppo strette o forse ero io troppo debole.

"Zabdriel y Maluma estan buscando" mi confidò lei, senza smettere di piangere e singhiozzare. "Sospettano sia uno dei servitori di Maluma. Aveva fin troppe informazioni sulla tua famiglia ma vedremo. Ti libereremo da qui amore, promesso" disse lei ed io annuii, sorridendole.
Istintivamente le chiesi come stava Chris ed istintivamente mi guardò male.

"Ma sei scema? Non ha fatto altro che picchiarti, Cara! Non crede alla tua parola e non ti ascolta. Come diavolo fai a chiedermi una cosa del genere?" gridò poi, facendosi notare da Erick che era rimasto sulla porta a controllare. Non mi ero accorta della sua presenza e sbiancai di colpo. Non volevo mettere le mie amiche in pericolo e nemmeno Zabdriel e Maluma.

"Stai tranquilla. Non saprà nulla e se ti può consolare, non credo che tu sia una spia. Sei troppo intelligente per attuare un piano così sciocco" spiegò e subito risi, sorridendogli amorevolmente.

In quel momento, entrò Christopher nella cella e vedendo Eva ed Erick lì con me si mise ad urlare. Era ancora più arrabbiato del solito e la cosa mi fece terrorizzare. Iniziai a tremare mentre affermava una pistola. Subito i due cercarono di fermarlo ma invano.

"Non avete fatto altro che comportare contro di me. L'avete protetta fino ad ora e sono stufo di fingere di non vedere nulla. Avrò il rimpianto per una vita intera ma devo fare ciò che avrei dovuto fare da subito" affermò e potei vedere i suoi occhi bagnati di lacrime. Era ubriaco e non poco e lo capii quando barcolló non appena Erick si mise a scuoterlo.

"Stammi lontano" ringhió Chris, puntandogli la pistola al petto. Tentai di urlare ma dalla mia bocca non uscì nulla se non qualche singhiozzo.
Non volevo che succedesse nulla a nessuno e mi sentivo così in colpa per questa situazione.

"Smettila, Christopher. Se devi spararmi, fallo" urlai, per attirare la sua attenzione. Ero davvero disperata, non riuscivo a vederlo così e nemmeno ad accettare di esserne io la causa.

Chris si girò, spingendo Erick contro il muro e venendo verso di me.

"È questo il punto. Non riesco nemmeno a pensare di ucciderti perché il solo pensiero, mi fa andare fuori di testa. In questi mesi, mi hai cambiato la vita. Ti ho amata più di me stesso e questo è un problema enorme" gridò per poi scoppiare a piangere contro la mia pancia.

"Yo te amo, Cara" concluse, stringendosi a me. Pianse così tanto da infradiciarmi la maglietta, dicendosi quanto fosse codardo per aver ammesso che tali emozioni avessero la meglio su di lui.

"FERMI TUTTI" urlò Zabdriel, facendo capolino dalla porta assieme a Maluma. Tenevano un ragazzo per le spalle e mi sentii morire non appena lo riconobbi.

"ALAN" esclamammo io e Chris. In quel momento, lui sembrò capire e fu il momento in cui perse la ragione.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora