Capitolo 29

511 23 0
                                    

Christopher

Non smisi di sorridere, nemmeno quando varcó quella stupidissima porta. Non sapevo se il matrimonio si sarebbe svolto ma qualcosa mi diceva che avrebbe lottato per mantenersi in vita. Gli uomini di Igor ci condussero in una stanza piena di vetri e subito vidi Cara davanti al computer che non appena mi vide, mi sorrise raggiante e mi mostrò l'anello baciandolo.

Non potei fare a meno di ricambiare lo sguardo anche mentre il conto alla rovescia, iniziò a partire.
Alyse non aveva smesso di piangere nemmeno un minuto e sinceramente ero stufo di sentire una lagna del genere.

"Riesci a startene zitta?" chiesi, girandomi verso di lei.
Si girò offesa e si avvicinò a me con tono minaccioso.

"Lo capisci che è un suicidio? Igor è furbo ed in tutto ciò c'è una fregatura. Non si può entrare nel sistema centrale perché non è mai esistito" urlò e fui grato che Cara non ci potesse sentire. I litigi le mettevano agitazione.

Provai a parlare ma fu Eva ad anticiparmi.

"Stai zitta! Le tue conoscenza sono inferiori a quelle del nostro capo. Sono anni che serviamo Cara e se ha scommesso su una cosa a cui teneva così tanto, è perché sa cosa sta facendo" gridò in tutta risposta, facendo rabbrividire la mora che tornó a farsi coccolare da Joel.

Eva si rivolse poi a me, guardandomi sorridendo.

"Sono felice che tu le abbia chiesto di sposarti" mi disse, mentre guardava la sua amica concentrarsi sul computer. "La conosco da anni e non l'ho mai vista così determinata a salvare un suo desiderio" continuò e questa volta, non riuscii a capire. La guardai interrogativo e lei rise amaramente.

Non era nemmeno lei fiduciosa ma tentava di mascherarlo, come avevo fatto io. Le voleva troppo bene è sapevo che nella sua testa, stava cercando di convincersi che sarebbe andato tutto bene.

"Vuole una vita con te, Chris. È questo a motivarla" rispose, mentre si lasciava sfuggire una lacrima.
La capivo in un certo senso. Entrambi avremmo potuto perdere un tassello importante nella nostra vita ma non riuscivamo ancora ad accettarlo.

A noi si avvicinò anche Zabdriel, che si appoggiò alla mia spalla sperando di trovare conforto.

"Giuro che se la uccide, gli spacco il cranio a testate" affermò e io risi. Anche lui teneva molto a lei e l'avevo capito anche mentre tentava di proteggerla da me dopo aver scoperto il suo segreto. Erano diventato amici grazie a me e la cosa mi rendeva tremendamente fiero.

"Credete che ce la farà?" sussurró poi Zaddi, avvicinandosi al vetro, mettendosi a fissare Igor. Quell'uomo era inquietante e non ne voleva proprio sapere di staccarle gli occhi di dosso.

Eva sospirò mentre io non risposi. Non sapevamo nemmeno cosa dire perché non eravamo a conoscenza di ciò che Igor aveva in mente. Era un uomo imprevedibile e pieno di risorse e di certo, non avrebbe perso tempo per progettare qualcosa di meschino.

Era tutto silenzioso. Troppo silenzioso. In più, nell'aria si respirava e tensione e la cosa era snervante.

Continuai a osservare la mia ragazza, pregando tutti i santi che conoscevo per poterla rivedere e coccolarla.

Il tempo passava e tutte le nostre speranze si stavano sgretolando.

Provai a tirarmi su di morale, chiedendo ad Erick di raccontare qualche barzelletta ma giurai che il mio cuore avesse perso un battito quando Igor urlò:"Un minuto".

Vidi Eva sbiancare e Zabdriel rincominciare a piangere mentre io sentivo già cantare nella mia testa i cori funebri.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora