Capitolo 13

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Cara

"Dame los tacones estupida" urlai ad Eva, che si era messa a correre per il salotto col mio paio di scarpe in mano. All'ultimo aveva cambiato idea sull'outfit, convincendosi che l'unico paio di scarpe decenti con questo fossero le mie. Eh no, cara. Ci avevo messo ore per trovarli e non le avrei mai permesso di rubarmeli.

"Nunca. He dicho que los llevarè yo" gridò, tirandomi i cuscini. La guardai furiosa mentre Cheryl e Vanesa facevano un video per commemorare la situazione. Probabilmente lo avrebbero fatto vedere ai ragazzi più tardi.

"Soy tu senora, puta" le urlai di nuovo, per poi saltarle addosso. "Eva, lo juro a Dios que si no me das los tacones, te voy poner una arana en la cama" continuai. Lei mi guardò terrorizzata e subito mi consegnò le scarpe per cui tanto avevo lottato. Alzai le mani in segno di vittoria per poi indossarli fieramente.

Eva non ci mise molto a trovare un paio di scarpe adatte a lei e mi guardò sorridendo come se nulla fosse successo. Ci volevamo un mondo di bene ed era così che chiarivamo le incomprensioni noi due.

"Sei bellissima amore" affermò, guardandomi per poi darmi un bacio sulla guancia.
Mi guardai allo specchio e dovevo ammettere che stavo davvero bene.

"Nessuno ti leverà gli occhi di dosso" continuò lei, sistemandomi i capelli e la gonna

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"Nessuno ti leverà gli occhi di dosso" continuò lei, sistemandomi i capelli e la gonna.

"Già ma io ho gli occhi solo per uno di tutti i presenti" risposi, sorridendo raggiante. Non m'importava di essere guardata da nessuno se non da Christopher e la cosa stupì anche me stessa. In poco tempo, mi ero persa per lui e stavo facendo fatica ad accettarlo. Avevo promesso che non lo avrei mai fatto anche perché stavo giocando col fuoco. Ero sicura che si sarebbe arrabbiato a morte se avesse scoperto la mia identità, considerato il suo carattere impulsivo. Decisi però, di non pensarci. Non volevo farmi rovinare la serata da questi pensieri.

"Aspetta. Cosa hai detto?" chiese Alyse, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che giocherellare con il telefono di Joel. Mi guardò curiosa ma allo stesso tempo preoccupata. Sapeva le conseguenze delle mie parole e delle mie azioni.

"Avete sentito. Non credevo nemmeno che fosse possibile" risposi sedendomi sul divano. Un mucchio di insicurezze assalirono il mio corpo, facendomi palpitare il cuore fin troppo velocemente.

"Cara, Chris prima o poi lo scoprirà e tu lo sai. Non voglio che ti succeda nulla" affermò lei, venendo ad abbracciarmi. Sapevo quanto avesse ragione ma di sicuro avrei trovato un modo per addossarmi tutta la colpa e lasciarle intatte dall'intera storia. Non volevo che il loro rapporto coi ragazzi venisse influenzato da questa storia.

"Alyse, per ora nessuno sa niente tranne Maluma e Zabdriel e ti posso garantire che non diranno nulla" dissi sicura, finendo di guardarmi allo specchio. "Inoltre Ricardo si sta mettendo sulle nostre tracce. Prima sarà qui con gli altri, meglio sarà" continuai, per poi allacciarmi le scarpe intorno alle caviglie.

"Tuo padre sospetterà troppo questo arruolamento di Ricardo. Sa che senza i tuoi ordini, non farebbe mai nulla" intervenne Cheryl, guardandomi mentre continuavo a ripetere gli stessi movimenti a causa dall'ansia.

"Ho sentito da Zabdriel che sono al confine. Dobbiamo escogitare qualcosa" le fece eco Vanesa che mi prese le braccia, facendomi fermare. La verità è che non volevo affrontare la realtà. Igor sarebbe entrato in Ecuador in meno di due mesi e la cosa mi fece rabbrividire. Non volevo nemmeno ricordare la prigionia con lui ed era sicura che non vedeva l'ora di spararmi in testa.

"Per ora godiamoci la serata. Non voglio pensare né a mio padre né a cosa mi farà Chris quando scoprirà che sono qui solo per salvarmi la pelle" conclusi, ordinando ad Alyse di mandare un messaggio a Christopher per farci venire a prendere.

"Starò bene. Niente abbatte Cara Hernandez" dissi ancora prima di mettermi alcune gocce di profumo.
Le ragazze risero ed insieme uscimmo di casa dove trovammo una Lamborghini con Maluma alla guida.

"Que guapas sois" disse per poi girarsi verso di me e prendersi una gamba. Durante il tragitto, non facemmo altro che ballare a ritmo di musica e ridere come sceme. Maluma alzò gli occhi al cielo notando che Eva si era messa a twerkare quando partí una delle sue canzoni preferite. Arrivammo in pochi minuti e subito Eva urlò compiaciuta. Sarebbe stata una serata mooolto lunga. 

"Cara, tengo que hablarte" affermò, facendo scendere le altre. Annuii, dicendo che le avrei raggiunte tra poco.

"Dimmi, Juan. Cosa succede?" domandai, incuriosita. Ero impaziente di entrare nel locale ma tutta questa suspense mi stava uccidendo.

"Ci sono arrivate delle richieste dal Messico di alcuni ragazzi. Dicono tutti di prendere ordini da te. Non ho detto nulla a Chris per paura che ti potesse scoprire ma ti avverto. Questo sarà sospetto ai suoi occhi" rispose guardandomi negli occhi. Abbassai lo sguardo. I miei giorni felici con lui stavano per finire.

"Avverti Ricardo, lui è il mio braccio destro. Digli di presentarsi come ex servitore di mio padre. Non dovrebbe essere così sospetto. Voglio nasconderglielo ancora un pó ma prometto che prima o poi gli confesseró di essere una Hernandez" affermai sicura. Maluma annuì e mi sorrise, dicendomi quanto si dispiacesse per la mia situazione.

"Già, Maluma. Ma ormai la cazzata l'ho fatta" dissi, uscendo dalla macchina prendendo la sua mano. Mi morse un braccio e glielo presi senza esitare.

"Quale, piccolina?" chiese guardandomi curioso. Mi sorrise quasi a dimostrarmi la sua fedeltà nei miei confronti. Ero sicura che mi avrebbe aiutato esattamente come Zabdriel.

"Ormai mi sono innamorata del tuo Jefe. E non c'è più modo di tornare indietro" risposi, entrando nel locale. Giurai di vedere una piccola lacrima scendere dal suo viso. 

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora