64

110 7 39
                                    

Alejandro p.

6 gennaio 2015

"Allora vediamo un po'. Doppi seggiolini già legati in macchina, tiramisù per Sunshine, borsa con ulteriori pannolini e tutine (mi rimane ignoto il motivo di questa roba visto che stanno per uscire ma meglio non chiedere), si ho preso tutto". Un passante mi guarda stranito prima di andare avanti e capisco che stavo parlando ad alta voce. Oddio sto cominciando a parlare da solo come Sunshine. Sapevo che questa ragazza sarebbe stata la mia rovina. Ragazza, donna ormai, la mia donna diventata mamma! Cazzo sono diventato papà e non me ne sono neanche accorto. Questi mesi sono volati in un attimo tra corsi pre-parto, visite, colori di camerette, scelta di nomi, calci della pancia... quanto mi mancherà mettermi nel divano e appoggiarmi alla pancia per sentirle; la sera arrivando a casa da una giornata pesante la prima cosa che facevo era baciare la pancia e mettermi con l'orecchio ad ascoltare. Ora capisco perché Sunshine passava le ore ad accarezzarla e a parlarci. Togliendo alcuni sporadici episodi che posso contare sulla punta delle mani, sono stati dei mesi tranquilli e senza discussioni perchè lei viveva in mondo tutto suo, viveva in un completo stato di beatitudine. Sorrido ripensando ai mesi passati, ripensando a tutto e a quanto mi mancherà. L'occhio mi cade sui due seggiolini e questo mi fa capire che devo andare perché non voglio farle aspettare. Prendo i due coniglietti di peluche rosa che ho comprato come regalo e ne metto uno per ogni seggiolino. Li ho visti in un negozio il giorno stesso in cui Sun ha partorito mentre cercavo il fiocco di nascita da appendere; li ho comprati immediatamente e su ognuno ci ho messo un nastro con una medaglietta con il nome : uno per Ariel e uno per Charlotte. Ariel e Charlotte. Sono papà di due gemelle, di due fantastiche gemelle che mi hanno cambiato la vita. Non avevo mai capito la decisione di Sunshine fino in fondo e tante volte ho pensato di dirle: mi dispiace amore ma non posso farcela, non posso crescere dei figli non miei, non posso crescere di figli che non ho neanche scelto di avere. Ma poi le ho viste nascere, ho assistito al parto, ho sentito il loro primo pianto. Le emozioni che ho provato in quel momento non credo che le potrò più provare. Quando ho visto il dottore prendere Ariel ho sentito il mio cuore scoppiare, ho cominciato a piangere e tremare come un bambino. Ed è con mani tremanti che ho tagliato il cordone ombelicale; le stesse mani che hanno preso la piccola per la prima volta per appoggiarla sul petto di Sunshine. Sono un papà. Ecco cosa ho pensato quando l'ho presa per la prima volta. Mi tornano gli occhi lucidi ripensando a quel momento. Quando ho visto la mia sirena con entrambe le piccole, ho capito che ero esattamente dove volevo essere ma soprattutto cosa volevo essere. Un papà e un (presto) marito felice della sua famiglia.

Mi asciugo le lacrime e metto in moto la macchina. Su papà, vai a prendere tua moglie e le tue bimbe.

Finalmente mamma!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora