30. Ad un Passo da Oak Drive

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Nessuno dei due lo sapeva ancora, ma Serafina e John si sarebbero incontrati tra meno di un'ora. E ciò che accadde in quel poco tempo fu letale e di una feroce violenza perché i killer rimasti in gioco, che vennero rintracciati con un'incredibile rapidità sia da uno che dall'altro, incontrarono rapide seppur sofferte morti. Serafina e Cassian sembravano due persone diverse. Affiatate, collaborative, si intendevano alla grande. Individuarono tre killer e mentre Cassian li seguiva, distraendoli o attirando la loro attenzione, Serafina interveniva all'improvviso, colpendoli alle spalle e combattendo col loro, quasi prolungando in modo evidente la cosa. Era come se avesse bisogno di scaricare tutta la sua follia e rabbia per arrivare più lucida e preparata di fronte a John. Come se si stesse allenando per arrivare alla competizione finale.

La pioggia sembrava essersi fatta da parte, ma solamente di poco. La città era ancora coperta da uno strano manto offuscato, illuminato da svariate anche se deboli luci artificiali e le strade parevano quasi deserte, come se il sentore degli abitanti fosse che di lì a poco qualcosa di terribile sarebbe successo. Cassian percorse una scalinata, raggiungendo una sorta di terrazzino che dava sul fiume, guardandosi attorno. Quell'uomo non poteva essere lontano. Proseguì scendendo un'altra scalinata, ritrovandosi in una specie di sotterraneo. La luce era nulla se non per diversi fori sul cemento sopra alla sua testa che illuminavano lo sporco pavimento in pietra. Era come essere entrati in un'altra dimensione. L'ambiente era umido ed era inquietante la quasi totale assenza di rumore. Cassian sfilò la pistola dalla fondina e lentamente si fece strada per trovare il killer riconosciuto della lista. Lo aveva individuato pochi minuti prima, ma il killer si era accorto di essere stato riconosciuto e così era scappato, nascondendosi probabilmente lì. Cassian era sicuro che fosse a pochi passi da lui, sentiva che era vicino, aveva quasi l'impressione di sentire il suo respiro e infatti, pochi istanti dopo, un uomo vestito in abiti eleganti con sopra una giacca a vento, sbucò fuori da un angolo buio, colpendo Cassian che indietreggiò, ma senza cadere. Fece per sparare un colpo, ma l'uomo riuscì a bloccargli il braccio facendogli colpire il muro e con un altro colpo secco gli fece cadere la pistola. Cassian rispose con un pugno e subito si trovarono a lottare, scagliandosi pugni in viso, sui fianchi e alternando calci così rumorosi da far allargare le crepe che ricoprivano gran parte di quelle vecchie e logore pareti. Cassian gli assestò un colpo sul fianco che lo fece per un attimo esitare e senza perdere tempo, gli si buttò contro. Entrambi caddero a terra rovinosamente, ma Cassian gli si buttò sopra, colpendolo al viso. Il killer cercò di difendersi con una mano, mentre con l'altra cercò di recuperare un pugnale che teneva in tasca.

A fatica riuscì a raggiungerlo e quando sentì di averlo impugnato bene, colpì Cassian che urlò per il dolore improvviso, scostandosi quel poco che permise al killer di spingerlo indietro e sollevarsi. Ora Cassian era fermo a terra. Il killer lo guardò sfoggiando un sorriso di vittoria e si avvicinò a lui, ma qualcuno lo colpì forte, facendolo sbattere contro la parete alle sue spalle. Serafina gli si era scagliata contro e non gli aveva dato il tempo di reagire, spingendolo oltre un'altra parete che crollò quasi fosse fatta di carta. L'uomo cadde all'indietro perdendo il suo pugnale. In quel momento filtrava una luce ancora più forte che fece ironicamente da sfondo a quel momento. Serafina camminò lentamente verso l'uomo, come se avesse tutto il tempo del mondo. Cassian si alzò a fatica, mettendosi da parte e stringendo la mano sulla spalla destra dolorante, ma ciò non gli dava più di tanto fastidio, perché quello che vide in seguito lo lasciò completamente basito. Serafina sembrava un'altra persona. I capelli scuri erano ben legati in una perfetta coda. La pelle del viso pulita, evidenziava alcuni graffi che parevano marcare la sua cattiveria. Nella mano stringeva una lama affilata, ma non la usò subito contro il killer, anzi. Vide il pugnale, si chinò e lo porse all'uomo che, fermo immobile ancora a terra, la guardò stranito. Anche se titubante, allungò la mano per prenderlo e osservò la ragazza girargli intorno, come se stesse esaminando quello strano posto. Serafina si fermò ad un paio di metri da lui, poi si voltò di scatto, mise la lama nella fondina legata alla gamba e alzò le braccia, serrando i pugni, facendogli capire che era pronta a combattere. Il killer assunse immediatamente un altro sguardo. Gli era stata data un'altra possibilità e voleva coglierla appieno. Si sollevò, pulendosi il sangue dalla bocca, si tolse la giacca a vento e la cravatta e la guardò con aria di sfida. "Coraggio, puttana, fatti sotto!", disse provocandola. Serafina non replicò. Si limitò ad accennare quel suo piccolo inquietante sorriso e dopo qualche secondo in cui non fece altro che guardarlo, gli si scagliò contro, mirando al viso.

John Wick - In Omnia ParatusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora