33. Corri, Killer, Corri!

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"Prendi la strada parallela e telo ritroverai davanti" disse Serafina rincorrendo il killer chestava scappando da loro. Cassian si diresse dove gli era stato ordinato. Si ritrovò a correre in una strada dove stavano allestendo quello che sembrava essere un piccolo mercatino di frutta e verdura e forse altro ancora. Alcuni uomini scaricavano casse da enormi camion. Donne vestite con grembiuli sgualciti, disponevano svariate casse sopra a tavole di legno ricoperte da teli di cotone grezzo. Cassian continuava a correre facendo lo slalom per evitare di travolgerli e cercando di non perdere terreno. Se lui e Serafina avevano pensato bene, quello era l'ultimo killer della lista e finalmente avrebbero raggiunto Oak Drive e incontrato John Wick. Anche se sapeva benissimo che doveva lasciarlo a Serafina, era desideroso di rivederlo e la speranza di ricambiare ciò che gli aveva fatto nella metro lo attraeva e non poco, ma ora che aveva visto la reale Serafina, forse non avrebbe avuto la chance di battersi nuovamente con lui. 

Tornò a concentrarsi sulla strada, cercando il vicolo dove svoltare. I tendoni dei furgoni e il chiasso tutto attorno lo distraevano e gli impedivano di avere una chiara visuale della zona, ma poi di scattosi fermò, tornando indietro di qualche passo. Tra due camion vide un vicolo. "Eccolo!" pensò. Si fece largo tra un bancale dicasse ancora sigillate e corse verso la fine della via e quando la raggiunse, gli passarono davanti sia il killer che Serafina. Non perse tempo e li seguì. Il killer era veloce, agile, superava gli ostacoli come un perfetto atleta, entrando poi in un edificio, superando dei teli di nylon e arrampicandosi su di un'impalcatura, raggiungendo il primo piano. Serafina e Cassian fecero lo stesso. "Seguilo" gli disse "io vado al piano superiore. Blocchiamolo!" e si allungò fino al secondo piano, entrando da una finestra aperta. Era evidente che stessero ristrutturando i primi due piani. I pavimenti erano ancora in via di costruzione. Le pareti in parte imbiancate. In ogni stanza c'erano secchi di vernice, assidi legno e vari attrezzi di lavoro. Il killer camminò lungo l'appartamento cercando di non fare rumore. Tese l'orecchio per sentire eventuali passi e individuò qualcuno. Cassian lo aveva seguito e stava percorrendo stanza dopo stanza. La pistola stretta tra le mani e pronta a fare fuoco. Uno scricchiolio lo bloccò all'istante. Il killer doveva essere vicino. Altri rumori lo distrassero. Alzò la testa, doveva essere Serafina. Le braccia sempre tese, camminava lentamente osservando ambienti sterili e freddi, quando d'improvviso il killer saltò fuori da dietro una porta, aggredendolo alle spalle, cercando di fargli perdere la pistola.

Cassian di tutta risposta lo colpì con la testa, facendolo indietreggiare e in attimo gli fu addosso puntandogli la pistola contro, ma il killer gliela tolse di mano con un calcio. Si guardarono dritto negli occhi, posizionandosi lentamente al centro della stanza. Cassian si mise di lato, pronto a combattere. La lama già stretta nella mano destra. Il killer si guardò attorno e prese un tubo di metallo, facendolo roteare, quasi giocandoci per stuzzicarlo. Ancora pochi istanti, poi il killer gli saltò addosso, ma Cassian parò il colpo col braccio, anche se il tubo metallico lo fece urlare per l'improvviso dolore. In quella stanza silenziosa e semibuia, i colpi erano secchi e ben definiti. Lo scenario sottolineava ogni singolo dettaglio. Cassian lo ferì più volte, ma superficialmente e la cosa faceva incazzare sempre di più il killer. Sbatterono contro una parete, poi contro un'altra ancora. Il killer cercava di colpirlo con il tubo, ma Cassian riuscì a conficcargli la lama su una gamba e gli lanciò addosso un telo mentre prendendo la rincorsa lo colpiva al petto. 

Il killer cadde a terra creando un rumore assordante per aver colpito assi di legno e barattoli di vernice. Si rialzò velocemente e con fare deciso, gli andò incontro e questa volta ebbe la meglio. Parò il colpo di Cassian e gli bloccò un braccio. Fece leva contro la parete, girando su se stesso e lo fece cadere, colpendolo questa volta lui al petto. Cassian emise un verso di rabbia, prendendolo per le caviglie e facendolo cadere. Lottarono a terra, rigirandosi più volte, scagliando pugni a raffica, fino a che il killer riuscì a fare leva con le gambe su di lui e a lanciarlo contro una parete che quasi si frantumò, tanto era forte il colpo che aveva dato. Il killer si alzò, anche se a fatica e cercò di raggiungere il pian terreno, male scale erano ancora in fase di costruzione, così tornò lungo il corridoio. Vide Cassian farsi forza per rialzarsi, così osservò la grande vetrata davanti a lui. Sarebbe atterrato sull'impalcatura e sarebbe scappato. Indietreggiò per prendere la rincorsa e quando saltò contro la vetrata che si ruppe in mille pezzi, fu violentemente scaraventato nuovamente all'interno della stanza. Serafina dal piano superiore, si era lanciata utilizzando una corda che aveva fissato ad un a colonna. Da alcune fessure sul pavimento aveva visto che il killer stava per scappare e non aveva intenzione di farlo uscire da quell'edificio. Dopo l'impatto, lui cadde a terra e Serafina gli fu subito addosso, pronta a colpirlo.

 Il killer cercò di difendersi, coprendo il viso con le braccia. Cercò di allungare una mano e prendere un frammento di vetro e quando ci riuscì, Serafina lo anticipò, balzando in alto, arrampicandosi ad un cavo penzolante dal piano superiore. Il killer si rimise in piedi mentre Serafina ondeggiava indietro, asse dopo asse, tornando sul pavimento con un salto, rimanendo inginocchiata ad osservarlo con aria disfida. Il killer sfoggiò uno sguardo di sfida maggiore. Era riuscito a prendere la pistola che teneva alla caviglia e gliela stava puntando contro tutto fiero. Serafina non si mosse, né si scompose, anzi. Rimaneva in posizione, sicura e altezzosa. Schiuse le labbra e lentamente si alzò in piedi. L'uomo la seguiva con la pistola. Una sola parola e si scatenò il caos. "Cassian!".

Il killer si voltò ma non ebbe il tempo di difendersi che Cassian gli fu addosso e gli sganciò addosso una raffica di pugni, sollevandolo per poi sbatterlo contro una parete e conficcargli la lama prima su una spalla, poi nell'altra. Il killer urlò di dolore. Aveva sangue ovunque. Viso, naso, denti, mani. Cassian si fece da parte, sapeva che Serafina voleva finirlo. Il killer sputò sangue e si mise in posizione di combattimento. "Fatti sotto, stronza!" disse quasi annaspando. Serafina mostrò il suo piccolo e inquietante sorriso, poi di scatto si scontrò con lui e iniziarono una lotta a mani nude che durò parecchi minuti. Nonostante le ferite, l'uomo era molto abile e stava mettendo in difficoltà la ragazza che si ritrovò inginocchiata più volte, ma senza mai riportate grosse ferite. Ad ogni suo colpo, lui riusciva a pararlo, colpendola. A volte capitava il contrario. E Cassian era di nuovo sbalordito dall'addestramento di Serafina, cui aveva sempre dato poco credito. Reagiva quasi sempre prontamente ai colpi e quando veniva colpita, riusciva a riprendersi in fretta, sferrando un altro attacco. Il killer la guardò sputando ancora sangue. 

"Sei una stronza tosta! Mi piace... peccato che debba ucciderti però!" e alzò le braccia, serrando i pugni. Serafina lo guardava in silenzio. I suoi occhi parevano quasi spettrali in quella stanza e i capelli sudati o secchi del sangue delle ferite le coprivano parte della fronte. Si piegò appena, serrando i pugni posti all'altezza del viso. Cassian dietro il killer, teneva prontala pistola in caso di bisogno, ma sapeva che gli sarebbe stato impedito di usarla. Serafina dava le spalle alla vetrata distrutta, ma poteva intuire che il cielo si stava lentamente schiarendo e non mancava molto alle prime luci dell'alba. Per un attimo la sua mente tornò ai giorni in cui Ray l'aveva iniziata ad un addestramento tosto e massacrante, che le aveva formato non solo il fisico, ma anche il carattere. Ricordava le giornate a correre sotto la pioggia, a camminare nel fango, a nuotare in mare aperto mentre lui la seguiva in barca. Ricordava in particolare il tappeto blu rettangolare, delineato da una doppia riga bianca e gialla. Il suo viso aveva incontrato milioni di volte quel tappeto ma poi piano piano erano gli altri a scontrarsi e a sanguinare su di esso. 

Ray l'aveva spronata, aveva tirato fuori la guerriera che era ora. Aveva alimentato il suo rancore, definendo la sua persona e trasformandola in qualcosa che non avrebbe mai immaginato sarebbe potuta diventare. Improvvisamente tutti quei momenti riesumati, presero possesso del suo corpo e, fatto un lungo sospiro, si scagliò contro il killer che le andò incontro. Due, tre, quattro colpi da entrambe le parti e si ritrovarono con le braccia intrecciate, quasi immobili. I loro visi erano molto vicini. Serafina poteva vedere chiaramente le gocce di sangue miste a sudore, lui poteva vedere chiaramente il fuoco ardere nei suoi occhi. Accadde tutto in un istante. Serafina si scostò appena, senza togliere la presa dalle braccia dell'uomo, roteò la testa e lo colpì in faccia con la coda. L'uomo, colpito agli occhi, mollò di scatto la presa e in quel momento Serafina ne approfittò, saltando sopra di lui, girandogli attorno, facendolo cadere a terra in ginocchio emettendosi dietro di lui, spezzandogli il collo. Il killer cadde a terra e Serafina si voltò a guardare Cassian. "E ora andiamo a Oak Drive".



John Wick - In Omnia ParatusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora