21. Il fascino del narco-taglialegna di montagna

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Lei

Dal momento in cui lui mi ha lasciata da sola in quella stanza, sono caduta in una fase di stallo emotivo.

Mi sento come chiusa in una bolla, totalmente in preda alla confusione. Una parte di me è stranamente sollevata, come se quel bacio avesse fatto di nuovo combaciare lo strano mosaico della mia vita, dando un senso a tutto; ma l'altra parte, quella più razionale, si sente maledettamente in colpa nei confronti di Liam.

Ha reagito malissimo quando gli ho raccontato di aver rivisto Mattia al Red Lion e non reggerebbe se gli confessassi quello che è successo tra noi: sicuramente mi lascerebbe e ciò che mi terrorizza è la vocina che mi continua a ripetere che forse è proprio quello che desidero.

Stupida Camilla.

Quella sera al locale scivolano dalle mani almeno due bottiglie, infrangendosi inesorabilmente in mille pezzi al suolo.

Sono distratta, con lo sguardo vitreo e la testa altrove.

Mi scuso milioni di volte e spiego a Tris e Gus, che sembrano preoccupati, la situazione. Loro mi ascoltano partecipi e alla fine si scambiano un'occhiata fin troppo complice; il mio capo, per evitare la distruzione di tutte le scorte di alcol, mi invita quindi a rimanere a casa per qualche giorno.

Mi sembra davvero molto strano, ma accetto mortificata e senza fare ulteriori domande.

*

Guardo fuori dal finestrino dell'autobus che procede con velocità costante. Le alte pareti rocciose si stagliano imponenti e interrotte, di tanto in tanto, da alberi e cespugli che coraggiosi sfidano e resistono alla fredda e dura pietra.

Gigio si muove sulla mia spalla e mi volto a guardarlo. Dormicchia con la bocca aperta e un'espressione beata da quando siamo partiti, svegliandosi ogni venti minuti per chiedere se siamo già arrivati. E proprio in quel momento, un rigagnolo di bava fuorisce dalle sue labbra e mi si spiaccica sulla maglietta azzurra.

Ma che schifo.

Il volto di Luna compare, incastrato tra i due sedili davanti al nostro. Scuote la testa divertita quando si accorge che Gigio sta anche russando sommessamente e poi la sua attenzione viene attirata da me. Il suo sguardo diviene corrucciato e capisco che non devo avere un bell'aspetto.

<<Tesoro, come stai?>> chiede piano, il tono comprensivo.

<<Non lo so>> ammetto. <<Grazie per avermi accompagnata>>

<<Ma scherzi? Non avrei mai rinunciato a farmi viziare da tua madre per qualche giorno>> fa lei, rassicurandomi.

Non ho ancora visto Liam e gli ho detto che quel weekend sarei tornata in Abruzzo per festeggiare il compleanno di mio padre.

Ed è vero, ma soltanto in parte.

In realtà, voglio evadere per fare il punto degli eventi recenti e ho bisogno di prendere le distanze da tutto: da quello che è successo, dagli esami imminenti e soprattutto, dai rimorsi e dai dubbi che attanagliano la mia coscienza. Luna si è subito offerta di venire con me, sapendo quanto mi metta a disagio tornare nel posto in cui sono cresciuta e Gigio si è unito alla spedizione all'ultimo minuto, per evitare la festa di matrimonio di una sua lontana cugina a Napoli, afferrando al volo l'opportunità di conoscere finalmente la mia chiassosa e numerosa famiglia.

<<Maronn ro' Carmin>> grida Luigi, facendoci sobbalzare entrambe.

<<Che succede?>> domando.

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