"È solo un momento
Di crisi di passaggio
Che io e il mondo stiamo attraversando."Lei
<<Piccerè stai tranquilla. Magari era solo ubriaco e ti voleva mettere paura, stu sciem>> dichiara Luigi.
<<Gigio, ma l'hai sentito? Mette i brividi, cazzo>> rispondo, ancora incapace di togliermi dalla testa il pensiero che quello sia un messaggio per avvisarmi di qualcosa di tremendo.
Poi ho un'illuminazione.
È colpa mia.
Se a Mattia è successo qualcosa, la colpa è mia.<<Secondo te io me lo merito? Mi merito di essere infelice per quello che gli ho fatto?>> chiedo, infine, perché voglio sentirmi dire la verità.
E cioè che sono un'assassina.
Cosa avevamo detto sul non essere melodrammatica?
Vabbé.<<Cami, le storie finiscono. Quando non ami più una persona, non c'è un modo giusto per lasciarla andare: ok, forse avresti potuto farlo in maniera diversa, ma non è colpa tua se ti sei innamorata di Liam. Devi smetterla di sentirti così, non hai niente da rimproverarti>> mi dice.
Annuiusce comprensivo e io lo imito.
<<Che poi, con quegli occhi azzurri, quegli addominali e quel bel culetto, mi sarei nnamurat pur ji>> ammicca nella mia direzione.
Rido, per la prima volta da quando ho aperto gli occhi questa mattina, e gli tiro una gomitata.
<<Giù le mani Gigio!>> esclamo, facendogli il solletico. <<Grazie, comunque>> concludo poi, grata a questo ragazzo che sa sempre come tirarmi su il morale.
<<E di che, piccerè.>> mi bacia sul naso, mentre mi tende una mano per alzarmi dal letto. <<E mo facimmece 'o café>>.
*
La mattina trascorre in fretta. Gigio mi ha costretta a vestirmi e a venire a studiare nella biblioteca dell'università, asserendo che se mi avesse lasciata a casa, avrei passato le ore ad autocommiserarmi e, nonostante abbia cercato di oppormi sbuffando e piagnucolando senza sosta durante tutto il tragitto, so che aveva ragione. Dopo un pranzo al volo sul marciapiede di Viale Ippocrate, durante il quale Luigi non fa altro che lamentarsi di quanto i romani non sappiano fare la pizza, mentre torniamo a dirigerci verso la biblioteca, Luna ci raggiunge.
<<Stronzetti, io torno a casa e non c'è nessuno ad aspettarmi? Sono profondamente offesa>> ci urla dietro.
È raggiante. Lunghi capelli biondi, occhi chiarissimi e un marcato accento milanese, Luna è la ragazza più solare e positiva che io abbia mai incontrato: è bellissima, ma sembra non rendersene conto a pieno. Sostiene di essersi trasferita a Roma per allontanarsi dagli snob di Milano, ma in realtà so che l'ha fatto per un ragazzo, che poi le ha spezzato il cuore. Quando quella storia è finita, si è ritrovata lontana da casa e in una nuova città, ma si è accorta di aver trovato un nuovo amore: Roma, con la sua spensieratezza e la sua vitalità; si è quindi iscritta all'università, trovandosi un lavoro in un negozio di abbigliamento per mantenersi, e ha, poi, cercato un nuovo posto da chiamare casa: è così che ci siamo incontrate e, da due anni a questa parte, lei più che una coinquilina o un'amica, è diventata la mia famiglia in quell'enorme città.
<<Immaginavamo che fossi molto impegnata>> ammicca Gigio, facendomi l'occhiolino.
<<Che serata ragazzi!>> sospira lei, ancora su di giri.
<<Ti prego Lu, non ci interessano tutti i dettagli>> dico, consapevole che di lì a qualche secondo sarebbe iniziato l'ennesimo racconto dettagliatissimo e scabroso sulla sua notte di fuoco con il fortunato di turno.
<<Se il uaglione era carino come l'ultimo, a me li puoi raccontare tutti i dettagli piccerè>> sghignazza Luigi, guadagnandosi un mio sguardo torvo.
Mentre prendiamo di nuovo posto in biblioteca, Luna si lancia nel resoconto della sua serata e Gigio la ascolta con eccessivo entusiasmo, commentando di tanto in tanto con espressioni incomprensibili in napoletano e partecipando al racconto con troppa foga.
Non presto molta attenzione: di solito questi momenti mi divertono, ma per quanto abbia provato a distrarmi per l'intera mattinata, il pensiero di Mattia e della sua voce non mi hanno abbandonato un attimo. Incapace di rimanere in questo limbo per altro tempo, afferro il cellulare e mi faccio coraggio.
Ti prego, dimmi solo che stai bene e che non hai fatto qualche stronzata, scrivo sulla sua chat.
La risposta arriva dopo quello che mi sembra un secondo.
Ti importa davvero o vuoi solo ripulirti la coscienza?
Come sempre da quando la nostra storia è finita, è crudele con me, ma mi ha risposto e questo significa che, almeno fisicamente, sta bene.
<<Poi mi ha preso, mi ha sbattuta contro il muro e...>> sta dicendo Luna, mimando anche i gesti in maniera teatrale.
<<Sssh!>> fa una ragazza dal tavolo accanto.
In teoria ha ragione, qui le persone vengono per studiare.
<<Come scusa?>> Luna si volta a guardarla.
<<Puoi stare zitta?>> continua la tizia.
Ora si tirano i capelli.
<<Ma che vuoi? Ero nel momento più bello del racconto>> sibila la mia coinquilina, sporgendosi minacciosamente verso la sconosciuta.
Appunto.
<<Stai chiacchierando da quando sei arrivata e anche ad alta voce. Ora sappiamo tutti della tua meravigliosa scopata di ieri sera! Mi fa piacere per te, ma se non te ne fossi accorta bella, questa è un'aula studio e la gente viene per studiare>> sbraita la ragazza.
Oddio, forse vuole morire.
<<Hai ragione, è stata proprio una gran bella scopata. Ora rimettiti a studiare e non rompermi le palle!>> risponde Luna, tronfia e minimamente toccata dalle sue parole.
La ragazza la incenerisce con gli occhi, sbuffa e si rimette china sui libri. Gigio scoppia in una risata fragorosa, seguita da noi due. Continuano a chiacchierare indisturbati per tutto il tempo, modulando solo un po' il tono della voce.
In quel momento, il telefono vibra. Lo prendo, convinta che Mattia voglia darmi il colpo di grazia.
È Liam.
Mi manchi, baby. Non vedo l'ora di vederti.
Mi manchi anche tu.
Rispondo, con la testa altrove.
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Il mio posto nel mondo
Romantizm[MOMENTANEAMENTE SOSPESA] Mattia e Camilla non stanno più insieme. Lei, capelli neri, un sorriso contagioso e un passato da dimenticare, vive con Gigio e Luna in una casa universitaria dove non esiste privacy, si dorme poco e si mangia moltissimo. ...