34. Sei così bella

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"Ti aspetto qui, seduto sotto al sole.
Le strade sono come vene che si intrecciano
Per arrivarti al cuore.
E non mi dire di no, che a te non te ne frega,
che se mi dici che adesso tu non sei più mia
fa paura lo stesso anche se è una bugia"

Lei

Mi concentro sui suoi capelli ramati e scuri, che si poggiano sulle spalle magre e poi sul suo corpo, fasciato alla perfezione da un vestitino blu con una fantasia a fiori; la sua figura, nonostante appaia ancora più esile di come la ricordassi, si staglia fiera sullo stipite della porta e non riesco a non pensare che quell'eleganza perenne nel portamento sia l'eredità che le è stata gentilmente trasmessa da anni e anni di danza classica. Due profonde occhiaie solcano il suo volto dai tratti delicati e quando Mattia compare al mio fianco, subito il suo sguardo color nocciola, nascosto un po' da una spessa montatura nera, saetta curioso su quello che è stato il mio ragazzo.

<<Perché lui è qui?>> esordisce, l'espressione seria.

<<No, aspetta. Innanzitutto, perché tu sei qui?>> domando io, di rigetto, in totale confusione, dato che non mi sarei mai aspettata di vederla qui adesso.

<<Perché voi state qua, in miez a' porta?>> sbuca Luigi dalle scale, facendosi largo grossolanamente. <<Aggia passà, permesso>>

Vabbè.

Il mio coinquilino entra velocemente in casa e sparisce nel corridoio, diretto verso il bagno. Resto imbambolata a fissarlo e a chiedermi come la teoria dell'evoluzione abbia potuto fallire così miseramente con lui, finché non sento un rumore simile ad un singhiozzo. Mi giro e trovo lei, in un bagno di lacrime, aggrappata a Mattia che ha l'aria di uno che non sta capendo nulla.

Non che io invece abbia idea di cosa stia accadendo.

<<Ssh, è tutto ok>> sussurra il ragazzo con tono comprensivo, continuando a tenerla stretta e tirandole lievi pacche sulla schiena. <<Inspira ed espira, inspira ed espira>>

La sua voce bassa e carezzevole mi ipnotizza al punto che anch'io mi ritrovo a fare gli stessi esercizi respiratori, come se fossi io quella con uno pseudo-attacco di panico in corso. Dopo qualche minuto, Mattia riesce nella sua impresa e lei si calma, proprio nello stesso istante in cui il rumore dello sciacquone dal bagno invade prepotentemente le stanze.

<<Maronn ro' Carmin, me la stavo facendo addosso>> dichiara Gigio, tornando nell'ingresso. <<Ma che ci fai tu qui? Ciao piccerè!>> esclama poi contento, come se si fosse appena accorto della presenza della nostra ospite.

<<Non mi sposo più>> afferma Ginevra, tirando su con il naso.

<<Come non ti sposi più?>> urliamo in coro io e il mio coinquilino, facendo sobbalzare Mattia.

E mi sembra di sentirla, anche qui a Roma e a chilometri di distanza da casa, mia madre urlare improperi in dialetto abruzzese.

*

Siamo seduti in questa cucina da almeno un'ora. Ginevra sorseggia il suo secondo caffè, offertole sapientemente da Gigio, che nel frattempo sta anche preparando un dolce al cioccolato, ripieno di una crema al cioccolato bianco e con una granella di cioccolato fondente sopra.

L'ho già detto cioccolato?
Questa torta ha talmente tante calorie da coprire il fabbisogno di un intero villaggio africano.
Ciaone prova costume, è stato bello finché è durato.

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