Ester, portaci via

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CAPITOLO REVISIONATO

Entrambe ci siamo girate per vederla. Non mi é mai sembrata cattiva. É solo una ragazzina che lavora per mio padre. E sicuramente per soldi. Ma non mi dispiacerebbe sapere qualcosa di lei.
-mi- mi dispiace. Non volevo farvi male. Immagino che le istruzioni erano errate, ma perche le ho seguite comunque? E sicuramente i nuovi pezzi erano difettosi... Non é colpa mia se devo fare questo lavoro. Oh, perché l'ho detto? Sono stupida! Aspetta un attimo! Ma io non sono stupida!
- non so perché assomigli molto a emma- dice rebecca guardandomi. Affermazione inutile, ma reale. Sembra arrabbiata e rancorosa contro quella ragazza. D'accordo che ci ha costruite lei, ma in fin dei conti seguiva i progetti di mio padre, no?
- in tutti i casi ci puoi dire tutto, tanto noi siamo chiuse qui- dico forse con troppa leggerezza
-anche io- sussurra sperando di non essere stata sentita dopo averci guardato torvo.
- tu non capisci, mica sei come noi- dice Rebecca in modo spregevole
- e chi lo dice questo? Non siete le mie prime creazioni...!
-quindi hai torturato qualcun'altro?!
-a dirla tutta IO SONO STATA TORTURATA, e divetare come voi mi ha salvato la vita, perchè io ho  trasformato tutte e tre, mica solo voi due. - dice come se stesse per andare incontro ad una crisi isterica.
-e sentiamo chi é che ti avrebbe "torturata"?!- esclama Rebecca, senza ritegno dei sentimenti della ragazza
-nostro padre- sussurra mettendosi poi le mani sulla bocca
- nostro padre?- chiedo
- forse ho detto troppo.- dice piangendo, poi si toglie le mani dalla bocca -Comunque si, nostro padre ha avuto una relazione prima che nascessi tu (io). E sono nata io. Mi ha costretto a trasformarmi in un robot e mi ha detto cosa fare con voi. Io l'ho seguito perché ero da sola. Non sono mai uscita da qui. Io ho 13 anni. Sono nata il 30 agosto.- dice asciugandosi le lacrime ma continuando a singhiozzare.
- mi dispiace tanto. é colpa mia...- dico
- é troppo. Io lo sapevo. Lo avevo capito da tempo! - dice rebecca scagliando un pugno al muro.
-tu non sei come noi!
È arrabiatissima, ma credo che la ragazza si senta molto piena di sé, infatti non esita a togliere la lentina che aveva nell'occhio sinistro, mostrando un occhio uguale al nostro: senza pupilla. Si toglie la camicia, rimanendo con una canottiera, e mostra quello che forse avrebbe potuto sconvolgere di più Rebecca. Aveva il petto e le braccia simile alle nostre, solo che il metallo era evidentemente più vecchio. Ogni pezzo sembrava essere stato messo male, e si vedeva che i pezzi erano sporchi.
-come ti chiami?- chiedo un po' intimorita
- Ester.- dice sorridendomi leggermente.
- dobbiamo uscire da qui, e tu sarai la nostra chiave- dice rebecca nervosamente
- rebecca basta. lei ti aiuta e tu non fai altro che disprezzarla! Ma pensaci, se non ti avessa costruito, tu saresti già morta! -
- non mi interessa! Tanto lei resterà qui!-
Le do uno schiaffo. Se lo merita.
-é cambiata- sussurro. Essendo vicina ad Ester lei mi sente.
-é colpa mia, lei soffriva e io mi distraevo facendole ancora più male
-Ester, portaci fuori.- le sussurro

So che questo capitolo é corto, ma é solo un ponte🙂

Aggiornamento: il capitolo é stato allungato di 200 parole :)

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