La forza di perdonarti

11 5 1
                                    

CAPITOLO REVISIONATO

Il giorno dopo...

Mi sveglio presto e mi sistemo. Ho un po' paura. Poco dopo viene ester e mi dice mostrandomi un barattolo molto grande.:
- questo é sangue di riserva. Ne ho conservato un po. Se servirà ti spiegherò come iniettarlo.

Due ore dopo....

Nella camera singola abbiamo coperto il letto con una stoffa plastificata, abbiamo sistemato gli attrezzi e tutto. Ester arriva e si sdraia sul letto.
-Allora iniziamo... Da dove vuoi iniziare?
Faccio spallucce.
-iniziamo dalla gamba destra. Leva questo pezzo, questo pezzo, e anche questo, questo e questo. Tira anche questi cavi.-dice indicando un sacco di pezzi.
-ma aspetta come facciamo ad addormentarti?
- non ce ne bisogno.
Rebecca mi vede in difficoltà e tira lei tutti quei pezzi. Insieme montiamo la gamba e sembra nuova. Tutto questo in circa 7 ore. Molto era ancora perfetto.

Il giorno dopo...

Sto iniziando a fare il braccio sinistro. Durante la costruzione della gamba Ester mordeva il suo labbro inferiore. Inizio ad aprirlo, e una volta aperto, bevo un bicchiere di acqua. Non so come, ma la bottiglia le cade sul braccio e scola di sotto. Asciugo a terra e sussurro:
-non era una vendetta...
-e così hai sentito quella discussione...
-esatto.
-e allora puoi farmi quanto male vuoi.
-non lo farei mai
-ma si, fallo. Ho bisogno di distrarmi, per questo voglio essere aggiustata. Così farò due cose insieme.
Io la guardo triste e continuo...

Due giorni dopo...

Ormai gli arti sono completati. Resta solo il busto. Ester ci chiama e ci fa entrare in stanza.
-adesso avrete l'occasione di vendicarvi come non mai. Immaginate tutto quello che potreste fare senza di me. Potreste anche rovinarmi la vita così. Tutto é nelle vostre mani- dice sorridente. Poi torna seria e dice:
-però dovrete promettermi che dopo tutto questo non discuteremo più su di chi  é la colpa. Se avete qualcosa da fare fatelo e mettiamoci una pietra sopra. Me lo promettete?
-si- dice piano Rebecca
-te lo giuro- dico
-C'é un bel lavoro da fare. Noi abbiamo il sangue umano nel busto e nella testa, e il liquido colorato nel resto del corpo. Siamo normali solo nella testa e nel busto. Sulla pancia mettete quei pezzi che sono la. Sono come i vostri e si allargargano. Ora tocca a voi.
-però se non stai bene dillo- dico
Lei fa no con la testa guardando fisso davanti a lei. Quella ragazza é strana, ma é ammirevole quello che fa. Lasciare il proprio corpo alle sorelle per scoprire se le vogliono fare male, certo che ha davvero tanto coraggio.
Iniziamo levando tutti pezzi che sono da cambiare e tutti quelli che vanno tolti per modificare il dentro. Dentro é normale, solo una trentina di cavi ce passano da tutte le parti fanno dedurre la nostra vera natura. Non so per quale motivo, ma rebecca prende uno dei cavi e dice:
-a che serve?
-se non sbaglio, é uno dei nervi per muoversi
- scusa
Prende il cavo, lo passa dietro le quattro dita e lo tira con un forte colpo a se. Lo tiene per un paio di secondi e poi lo molla. Ester si irrigidisce con la schiena e tiene la bocca un po' aperta. Poi torna normale e guardando rebecca dice:
-se lo hai fatto vuol dire che me lo merito...
Un po' vorrei rimproverare Rebecca, ma non posso. Lo doveva fare, sennò avrebbe fatto peggio dopo.

Qualche ora dopo...

Abbiamo finito adesso di ripristinare il suo corpo. Ester é ancora a letto. Io e rebecca andiamo nella stanzetta per controllarla. Appena entriamo la troviamo gambe penzoloni seduta sul letto. Ha i capelli spettinati e gli occhi lucidi.
-ehi ti sei svegliata- dice Rebecca
-Mmh...
-torna sdraiata adesso- dice rebecca mettendola sul letto
-ce la faccio...
- ester basta- dico accarezzandole la fronte
Ester chiude gli occhi e si gode le nostre coccole.
-ti abbiamo fatto male?- chiedo
-sincera- dice rebecca
-l'ho voluto io, quindi non conta quello che ho passato- dice sorridente con gli occhi chiusi
-scusami comunque, io non avrei voluto farti del male. Non lo dico per sembrare modesta, ma non sono capace di aggiustarvi- dico con gli occhi lucidi
-ehi basta- mi dice ester - non darmi spiegazioni. Hai fatto del tuo meglio
-a proposito, potrete fare la stessa cosa con me...- dice rebecca
-e perché?- dice ester
-ultimamente mi fa male la ferita. Nel frattempo mi darete una controllatina. E se volete potrete anche vendicarvi.
-allora iniziamo domani.-
Ester é rimasta in quella stanza, invece io e rebecca siamo andate nell'altra.
-so che domani soffrirò molto...-
-perché?
-entrambe mi odiate. Per questo.
Non ho la forza di rispondere, anche perché ha ragione. Anche io mi devo levare qualche sassolino.

Il giorno dopo...

Mi sveglio presto e trovo ester già pronta. Svegliamo ancbe rebecca e ci prepariamo. Questa volta c'è ester quindi sappiamo cosa fare.
-prima di iniziare, vi prego staccatemi l'audio e la vista. Non voglio sapere quello che succederà.
Ester le stacca due cavi e rebecca fa ok con la mano.
-allora da dove vuoi iniziare?
-sempre sta cavolo di domanda?
-già- dice ridendo
-prima aggiustimola
-non ha assolutamente niente. Era solo perché voleva pagare le nostre sofferenze ma non sapeva come chiederlo.
-tu dici?
-certo, altrimenti perché si é fatta staccare i cavi. Ha paura. Guarda sta piangendo.
La accarezza e gli asciuga le lacrime. Anche io faccio lo stesso.
-m-mi dispiace....- sussurra
-ascolta io non riesco a farle male- dice
-qualcosa dobbiamo farla, sennò capirà che l'abbiamo perdonata con niente. Diamole uno schiaffo a testa. Male non le farà.
-tu dici?
-ne sono sicura
Le diamo due schiaffi, uno lei e uno io. Solo per farle capire che ci ha fatto soffrire. Lei si tocca la guancia e dice piano:
-avete ragione...
Le riattacchiamo i cavi e lei si siede con gli occhi pieni di lacrime. Ci abbraccia buttandosi sul nostro collo.
-v-voi mi av-avete perdonata...-
-sei nostra sorella, non devi avere paura di noi- dice Ester.
-promettici di tornare quella di una volta.
-lo giuro sulla mia vita- dice piangendo
E ci abbracciamo.
-ma ora tocca a me farmi perdonare- dico
-non ce ne bisogno- dice rebecca
-e invece sì. Scegliete qualcosa che io debba fare e io la farò-
Per restare una cosa privata io dormo nel divano stanotte...

La ragazza robotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora