CAPITOLO REVISIONATO
Piccola premessa. Questi capitoli (compreso il precedente) saranno molto tristi, quindi se volete potete fermarmi al capitolo 19. Se invece resistete e siete curiosi, vi informo che dopo una gran bella salita, non ci sarà una discesa, ma almeno un po' di piatto... Quindi, vi auguro di finire tutta la storia senza depressarvi, anche perché ci saranno pezzi dove Emma vi strapperà un sorriso ;)
Perché devo stare qui, sdraiata a terra, mentre le mie sorelle soffrono al posto mio? Perché io devo stare bene e loro devono soffrire? Vorrei essere al posto loro, prendere i pensieri di Ester e i disturbi di Rebecca. Ha aggirato il corpo resistente di Ester e la mente testarda di Rebecca colpendo un'anima debole e un corpo distrutto dal parto. E con me, che sono la causa dei problemi, niente. Mi rendo che la ferita al ginocchio non era superficiale come credevo, anzi, si era creata al di sotto una chiazza di liquido rosa che si allargava a vista d'occhio. E ancora una volta mi perdo nei pensieri. Ester, che tanto abbiamo odiato. Non era odio, ma piuttosto schifo. La sentivo come qualcosa di malvagio, anche se non sapevo che era stata lei a costruirci. E invece, dopo la prima crisi di pianto, ho capito che era troppo delicata per essere malvagia. La sua anima é fragile e spaventata, ma fortunatamente é resistente al dolore fisico e nasconde questo lato. Ah Ester. Se un giorno usciremo da qui, ti vorrei fare una domanda. Perché non hai mai detto che stavi male? Perché non mi hai chiesto di aiutarti? Io lo sapevo ma non ho fatto nulla. Sono stata una cretina. E tu Rebecca. Perché non ti sei mai confidata con me? Perché fumavi senza sosta e io facevo finta di non saperlo? Perché non vi ho protetto? Perché non mi avete ucciso? Un niente mi avrebbe ucciso e voi sareste state tranquille. Non riesco nemmeno a stare tranquilla, a concentrarmi. Mi sento svenire e piano chiudo gli occhi.
...
-dove...- sussurro confusa.
-oh buongiorno signorina- sento dire. Una mano mi accarezza in viso con una certa pressione, quasi fossi una preda. Metto a fuoco la figura di mio padre senza reagire. In fin dei conti, a che servirebbe reagire?
-ti ho portato un regalino, su sveglia- non voglio neanche sapere di cosa si tratta.
-sai cos'é questa? É droga. Se vuoi, la puoi prendere tutta.
-non la voglio- dico digrignando i denti
-oh, però qualcun'altro l'ha voluta...
Da una porta entrano due tizii con due sedie a rotelle. I miei occhi si iniziano a riempire di lacrime.
-vedi, le tue sorelle ne hanno approfittato.
No. Non lo avrebbero mai fatto. Ma niente. Le mie corde vocali sono mute. Loro stanno sedute alla sedia, legate in modo evidentemente stretto.
-ti lascerò un po' con loro, ma ricordati che sei controllata- dice uscendo dalla stanza.
-ester... Rebecca...- dico disperata. Io lo so che loro mi capiscono. Rebecca fumava di nascosto costantemente. Certo, adesso é più debole, ma ha comunque già assunto della droga in vita sua. Ma vedo chiaramente che sotto una quantità eccessiva di droga qualcosa in lei mi rassicura giusto il sufficiente. Ed Ester. Gli occhi di Ester. Occhi che superano la droga solo per dire: "siamo morte, emma"
E lei cerca di dar voce a questo pensiero, o così sembra.
-emma io siamo morte tu continuate per reby e io- dice quasi vomitando. Parole dette con falsa leggerezza, ma con un fondo di verità. Anche se il suo corpo non rispondeva, i suoi occhi, nonostante fossero sfiniti, mi fissavano con forza.
-mi dispiace tantissimo...- dico esasperata. La mia mente sta comprendendo che resterò da sola.
-ester, rebecca, grazie.- dico liberandomi dalle corde con facilità e alzandomi. Rebecca viene scossa da scosse elettriche, Ester perde schizzi di liquido e sangue dalla pancia. Sento qualcosa afferrarmi da dietro le braccia e tirarmi a terra. Rebecca, Ester. Mi dispiace....
Mi scuso per la cortezza di sto capitolo, ma é solo un ponte
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La ragazza robot
Teen FictionDal capitolo 19: "-non é niente. -raccontalo a qualcun'altro- dico sarcasticamente - ma é inutile che insisto, la tua corazza non é penetrabile o aggirabile, quindi farò finta di crederti." Emma é una ragazza normale come tante altre, ma il fatto di...