Più Forte- Sfera Ebbasta

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La fiducia nella mia situazione è tutto, ma in qualsiasi tipo di rapporto.
Rapporto di amicizia, rapporto di lavoro, relazione, in qualsiasi contesto.

Ma lei non riusciva a fidarsi, soltanto perché ero il famoso "Sfera Ebbasta" per lei, ormai, non ero nient'altro che quello.
Non ero più il suo Gionata, ma ero qualcosa di troppo in alto per lei, qualcosa di quasi irraggiungibile, ma lei mi aveva fatto perdere la testa.

Veniva anche lei da Cinisello, proprio come me. Non era un quartiere come tutti gli altri, là, come in molte altre zone, se non prendi a morsi la vita e lei che ti sbrana.

Non sapevo come farla tornare da me, ma forse non potevo farlo, avevo sbagliato e anche di gran lunga.
La fama da alla testa, e non tutti se ne accorgono, o almeno quelli che ci sono sempre stati per te se ne accorgono, e se non sai tenerli, se non sai dimostrare che tu sei sempre lo stesso, se ne vanno. Irrimediabilmente.

Vorrei dire che fosse successa la stessa cosa con lei, ma non era così.
Ero stato invitato ad una festa, assieme a me c'era Paolo e qualche altro amico.
Era una festa qualunque, se non fosse stato per una semplice ragazza, una solita ragazza che si era avvicinata a me, l'avevo respira più e più volte, dicendole di essere fidanzato, dicendole che amavo la mia ragazza.

Ma lei non rinunciava, così iniziò a passarmi dei drink, i miei amici mi passarono qualche canna, e infine mi ritrovai sbronzo e fatto e così accadde. Ci andai a letto, e quando finalmente, la mattina dopo riacquistai la lucidità, mi accorsi della situazione grave che avevo creato.

Mi vesto velocemente e uscì da casa di quella ragazza, di cui tutt'ora non conosco il nome. Corsi da lei, non credevo potesse mai succedere.
Io che non correvo dietro a nessuno, mi ritrovavo a correre dietro ad una ragazza. Per la quale avevo completamente perso la testa.

Perché avevo accettato di andare letto con lei?
Non lo so, forse ero troppo messo male per comprendere la gravità della situazione.

Quando mi ritrovai davanti alla sua porta mi accorsi che non sapevo come dosare le parole, cosa dovevo dire?
Suonai il campanello, e in poco tempo lei mi venne ad aprire e si sorprese quando mi vide lì, con il fiatone e ancora in hangover, mi fece entrare immediatamente.

Ci misi un po' di tempo, ma quando glielo confessai, i suoi occhi chiari e pieni di lacrime mi cacciarono fuori. E da quel giorno, io di lei non seppi più nulla.
Così come quelli che consideravo fratelli, si allontanarono tutti, facendomi capire che quando si sbaglia solo uno su mille rimane davvero tuo fratello, e infatti, con me rimase Paolo, con il quale condivido una carriera musicale non indifferente.

La rividi diverse volte, e quando mi avvicinavo a lei, mi respingeva, e nonostante sapessi di meritarmelo, ci stavo male. Malissimo.
Da quando mi trasferì nel centro di Milano, non seppi più niente.

Ma qualche giorno fa la rividi, con accanto una ragazza, che doveva essere la sua migliore amica, o comunque una compagna di università.
La fermai e nonostante tutto parlammo. Lei non era felice di vedermi e la capivo.

Gli diedi il mio numero, attendendo e sperando che mi chiamasse, ma niente.
Il telefono rimase in silenzio per una settimana.
Fino a quando non mi chiamò, chiedendomi di vederci, e io felice accettai.

Mi presentai davanti a lei con uno dei miei migliori sorrisi, e outfit, per farle vedere che nonostante fossi quasi solo, avevo raggiunto il mio sogno.
Quando mi aprì, lei era impassibile e mi guardava fisso.

Mi fece entrare, e sospirò. Parve che doveva dirmi qualcosa di importante.

Attesi, fin quando non iniziò a parlarle. Mi disse che aveva paura di soffrire nuovamente, mi disse che nonostante avessi sbagliato mi voleva bene, per lei ormai non c'era neanche più rancore per quella "vecchia storia", era felice di ciò che avevo fatto, di tutte le mie canzoni. Ma avrebbe preferito continuare a ignorarsi, a fare finta di niente.

Mi sentì profondamente ferito, così mi alzai annuendo, raccolsi il mio costoso iPhone che avevo posando sul suo tavolo, e me ne andai, senza degnarlo di uno sguardo. Fu la prima ragazza che mi fece stare così male, ma fu solo per qualche giorno.
Ritornano più forte e consapevole che aveva fatto bene. Chiudere quella storia una volta per tutte sarebbe stata una svolta anche per me.

Ciò che non ti uccide non ti fotte più.


Oneshot|| Rap ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora