"Se ti va odiamo il mondo assieme..."
Quella sera la città era silenziosa, forse per via dell'orario tardo, Walter camminava tranquillamente per quelle vie che conosceva ormai a memoria. Pensava a tutto quel periodo così strano a cui era sottoposto ormai da tempo, era arrivato persino a lasciare andare la persona che amava, pur di vederla felice. Ha sempre pensato che la felicità della persona al suo fianco fosse più importante della sua, e sapeva di sbagliare, doveva pensare anche un po' a sé essere egoista, perché infondo un po' di amore se lo meritava anche lui. Voleva cambiare le cose, era sicuro di riuscirci, ma non sapeva quando. Non voleva continuare a condurre una vita così, non era quello che desiderava.
Arrivò davanti ad un vecchio palazzo, alzò lo sguardo e decise che dovesse salirci, voleva arrivare nel punto più alto del posto. Conosceva quel palazzo, c'era stato svariate volte con lei, era diventato il loro posto di ritrovo, solo loro, di nessun altro. Arrivò al punto più alto della palazzo, era pericoloso e lo sapeva, ma non gli importava da lassù c'era una vista fantastica su tutta la zona. Si sedette sul cemento armato dell'abitazione e alzò lo sguardo verso il cielo, pervia dell'altezza erano ben visibili le stelle e lui era leggermente illuminato dalla luce della luna, si sentiva in pace. O quasi. C'era qualcosa che gli mancava, e non riusciva a capire che cosa. Forse era lei, le mancava così tanto, ma sapeva di aver fatto la scelta migliore che avesse potuto prendere. Lo aveva fatto per lei e non per sé stesso, se lei era felice anche lui lo era, o almeno così pensava. La verità è che non lo era, non riusciva ad essere felice, non aveva nulla per cui esserlo.
Ma infondo c'erano motivi per cui essere felici? Non credeva, non aveva mai davvero capito cosa fosse la felicità e pensava, che non l'avrebbe mai trovata. La felicità è qualcosa di irreale, qualcosa che in pochi posso dire davvero di aver provato, non sta nelle piccole cose sta in qualcosa di più grande e che nessuno può trovare, è dentro le persone e molte, come lui, non riusciva a trovarla. Forse la stava cercando nel posto sbagliato, o semplicemente, non era nato per esserlo. Non tutti sono predisposti ad esserlo davvero. Lui lo sapeva, l'unica cosa che desiderava era stare meglio, non voleva niente di più, togliersi alcuni pensieri dalla testa, togliersi dalla testa tante di quelle cose che non gli andavano a genio. Ma la scalata è sempre più difficile della scesa, e questo lui lo sapeva bene. Non gli faceva paura la scesa, ma forse più la salita, per quanto era difficile e complicata, la stava sperimentando sulla sua pelle, i continui sbattimenti tra la sua città natale e quella che lo stava adottando. Si chiedeva spesso se tutto questo valesse la pena, lo stava facendo per chi? Per cosa? Per sé stesso, si diceva, per trovare quel piccolo angolino di "felicità" se così si poteva chiamare.
Lei era l'unica cosa che lo teneva ancorato alla realtà, a fargli credere in sé stesso, era l'unica che non l'ha mai abbandonato, l'unica che davvero era rimasta, nonostante tutto e nonostante la sua testa. Sorrise inconsciamente al pensiero di quella ragazza dai capelli ricci e scuri, di quanto fosse così diversa da lui ma allo stesso tempo così simile. Non capiva di cosa si fosse innamorato di quella ragazza eppure sapeva che lo era, lo sentiva, e non poteva evitare di pensarci. Stava facendo la cosa giusta? Lei gli aveva promesso che qualsiasi cosa lei ci sarebbe stata, era diventata la sua famiglia, non aveva nessun altro. Soltanto lei e i suoi pochi amici, quelli che lui davvero reputava fratelli, che erano rimasti nonostante tutto. Non aveva ancora ben capito il suo posto nel mondo, ma sperava di trovarlo, sperava che ci fosse qualcun altro che credesse in lui. Ma forse nemmeno gli interessava, a lui bastava avere lei. Ma ora era lontana, lui l'aveva allontanata, pensando che non potesse fare parte della sua vita, voleva difenderla da qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa fosse. Sentiva di aver sbagliato ma allo stesso tempo sapeva che fosse giusto così.
-sapevo di poterti trovare qua.- disse la ragazza alle sue spalle, si girò di scatto, i suoi occhi trovarono i suoi, lei sorrise -che ci fai qua?- chiese confuso -non potevo lasciarti, so che quello che hai detto non è quello che pensi.- disse raggiungendolo -come fai ad esserne così sicura?- domandò alzando un sopracciglio -ci conosciamo Walter, smettiamola di fingere, che ne pensi?- disse -non ho mai finto.- sorrise divertito -come ti pare.- alzò le spalle sedendosi affianco a lui -avevo promesso di rimanerti affianco, e io le promesse le mantengo, nonostante tutto.- disse, lui non rispose -non dici nulla?- continuò -non ho niente da dire.- rispose -avanti, smettila di fare così.- disse -sono così.- disse sorridendo lievemente -giusto, hai ragione anche te.- concordò la ragazza. Calò nuovamente il silenzio, Walter ringraziò mentalmente qualsiasi cosa ci fosse al di sopra del cielo per aver fatto finalmente concludere quella conversazione.
Lei era lì, affianco a lui, come gli aveva promesso tempo fa. Forse i suoi pensieri erano sbagliati, forse aveva davvero trovato una persona che sarebbe rimasta al suo fianco nonostante tutto. Forse il essere così diversi non era un male. Lei le stava trasmettendo quell'amore che gli era mancato per tutto questo tempo, l'amore ma non quello di due persone sconosciute, ma quello familiare, quello che non ha mai conosciuto, era un po' insolito per lui, ma gli piaceva, sentire qualcosa che andava contro ai suoi soliti sentimenti. Lei d'altro canto, non aveva mai avuto amici reali, non sapeva che cosa fossero, ma lui era un'altra storia, era il suo amico, migliore amico e a tratti fratello. Non sapeva che cosa ci fosse tra i due, ma le piaceva, si sentiva compresa, capita, si sentiva accettata come non mai, si sentiva finalmente "normale", aveva finalmente qualcuno che aveva quasi vissuto le sue stesse cose. Aveva compreso che non fosse sola al mondo e che, gente come lei ce n'era e anche molta, ed erano mille volte meglio di qualsiasi altra persona. Ringraziava ogni volta qualsiasi Dio o astro celeste per averle mandato Walter, era l'esatta metà che gli mancava.