«Ordinariamente, l'uomo vive seguendo il flusso. Non è semplicemente addormentato, è completamente morto»
Zorba-Izi
Sbuffai annoiata dopo l'ennesimo litigio avuto con mio fratello Matteo. Era stanco di litigare ma allo stesso tempo non faceva altro che aggredirmi per qualsiasi cosa facessi, diceva che era per il mio bene, lo faceva per me. Ma nemmeno lui sapeva cosa faceva per me, e nemmeno io a questo punto.
Ormai tutto ciò che guardavo, tutto ciò che facevo era diventata una cosa monotona, non c'era più nemmeno la voglia di farla, ma semplicemente la logica di fare quella cosa. Mi rattristava questa cosa e non poco, io stavo seguendo un flusso, che lentamente mi stava portando verso qualcosa di ignoto. E come essere umano, ho paura. Sì, è assurdo, io ho paura.
Paura che oltre a seguire questo flusso che lentamente mi sta portando negli abissi, paura anche di non uscire più dalla gabbia in cui sono reclusa, e in cui in parte mi ci sono reclusa io stessa. Allontanandomi anche dalla gente che mi voleva bene, pensando di essere quea sbagliata, quella pericolosa, quella con cui nessuno poteva avere a che fare. A volte mi dico di essere esagerata, altre volte mi guardo allo specchio e capisco che alla fine non era così sbagliato il mio pensiero.
Tutti noi ci ostiniamo a negare di essere noi stessi, tutti noi ci nascondiamo dietro a quella maschera che ci costringono a mettere in faccia, per paura forse, paura che un popolo chiamato in sostanza "ignorante" potesse ribellarsi, potesse far vedere a tutte quelle persone che noi non siamo ciò che dicono loro.
Ma non è così, tutte le persone, a parte quelle che riescono a vedere oltre anche una semplice cosa, provano una specie di "disgusto" verso ciò che loro reputano diverso, strano. Io sono sempre stata in quella parte, l'essere strana, o come vogliamo dire, è una parte di me. Non ho mai voluto e nemmeno potuto omologarmi a quelle persone della mia età, persone troppo stupide. Io ero troppo avanti, rispetto a loro di cervello mostravo qualche anno in più. Mi è sempre pesata questa cosa, il non riuscire a confrontarmi, il non riuscire quasi nemmeno a relazionarmi con quelle persone creava un blocco. Non trovavo nessuna persona che fosse disposta ad applicarsi, a cercare di capirmi.
Ma so che non è possibile capirmi, nemmeno io riesco.
Nessuno ci riesce, se prima non riusciamo a capire noi stessi. Come facciamo a capire gli altri? Se non ci aiutiamo gli uni con gli altri, dove vogliamo andare? Vorrei saperlo.
Stiamo andando verso il vuoto.Siamo una generazione vuota, e per quanto vogliate negarlo è così, gli adulti però sono più vuoti di noi. Non credono più a niente, non hanno più insegnamenti da dare. Come pretendono che un bambino cresca con "sani principi" se poi nemmeno loro ne hanno uno? Come possono venire a giudicare noi, che siamo il presente e anche il futuro, se sono loro che ci hanno dato questa educazione, se sono in parte loro la causa di tutto.
Non voglio accusare solo chi è più grande di noi. Voglio accusare anche noi stessi, sì perché non ci ribelliamo mai, ci accontentiamo di quel che abbiamo e siamo anche felici. Ma così, così non va da nessuna parte.
Più passa il tempo e più mi rendo conto che dalla mia prigione nessuno potrà liberarmi, siamo tutti rinchiusi, nessuno riesce a capire il modo di uscirne, non vi pare assurdo? Eppure è così, nessuno ha trovato la chiave per aprire quelle gabbie, pe vivere finalmente liberi.
E, onestamente, più si va avanti e più questa cosa inizia a spaventarmi sempre di più.Per la felicità di Mekamuzic ho cercato di riportare un po' di Zorba, fa sempre bene ricordare e affrontare certi argomenti. 🤔