Voceanima- Clementino

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Vorrei solo capire perché tu sei entrato nella mia vita, nella vita di una persona completamente incasinata, costantemente con la testa fra le nuvole. Vorrei proprio capire cosa tu abbia trovato in me. Una persona qualunque, che nel bene o nel male è sempre andata per la sua strada, nonostante magari delle volte sentisse gli occhi colmi di lacrime, e il cuore che stava per esplodere con tutta quella merda attorno.

Tu eri lì, dietro l'angolo, pronto ad accogliermi improvvisamente, quella sera d'estate non so qualche magia tu abbia fatto su di me. Ma quando ti ho visto, avevo capito immediatamente che tu, eri diverso. Sì, diverso, ma nel senso positivo insomma. Avevi quella capacità di creare casino, quella capacità che nessuna persona fino a quel momento aveva portato nella mia vita. E forse è anche per questo che tu sei entrato in essa. Quando finalmente sono riuscita a sconfiggere qualsiasi mio dubbio, qualsiasi mio timore e/o timidezza, mi sono avvicinata a te. E abbiamo iniziato a parlare, tu sei sempre stato una di quelle persone che non fa distinzione, per te, qualsiasi persona è uguale. Ti sei sempre comportato così, umile, come solo poche persone sono capaci di fare.

Ecco, quando finalmente le mie braccia hanno avuto un contatto con il tuo corpo, quando i tuoi occhi verdi si sono incastrati nei miei, ho finalmente capito che in me, c'era qualcosa che non andava, che io con te, ero una "io" diversa, ero diversa da tutto quello che solitamente mi circondava e con le persone che mi stavano attorno, e loro, questa cosa l'avevano notata fin dal primo momento, dal primo bacio che ci siamo dati, dalla prima volta che siamo usciti. E per questo forse, avevo promesso di stare al tuo fianco, come sempre ho fatto, e come sempre farò. Non è un qualcosa che sto scrivendo per dirti "addio" (anche perché dirti addio, per cosa? Tu riesci sempre a essere parte costante della mia vita, anche quando la tua presenza in casa è nulla. Tu sei ormai, una parte di me) ma è più semplicemente, un qualcosa (perché non so neanche come definirla) per dirti grazie, grazie di essere entrato nella mia vita, e di renderla ogni giorno più bella. Cosa che non smetterò mai di fare. 

Grazie per tutte quelle frasi dette nel momento giusto, grazie per quei abbracci dati anche da lontano, via cellulare, perché magari in quei giorni ero giù per via della tua assenza, e quello era il nostro unico modo di comunicare. Grazie per quelle notti passate al mare, grazie perché anche quando non ci sei, tu sei con me. Purtroppo il tuo lavoro ti fa viaggiare spesso, e questa cosa non mi  crea alcun tipo di problema, stai facendo ciò che alla fine hai sempre desiderato. E io, sinceramente, ti auguro di continuare in questo modo. Perché la tua felicità è importante, è preziosa. Dopo tutto quello che hai passato, lo so bene, conoscono bene il tuo dolore perché io ero lì in quel momento, anche se tu non mi volevi nella tua vita. 

Ti amo, in un modo unico, qualcosa che poche persone riescono a comprendere, perché alla fine anche se non sembra il vero amore esiste. Bisogna solo trovarlo. E io l'ho trovato nei tuoi occhi verdi, nel tuo sorriso, e nella tua continua voglia di creare qualcosa di nuovo e nei tuoi casini.

Ecco, non so come mai stia facendo questa cosa, non sta accadendo niente di particolare, ma ci tenevo a farla. Ci tenevo che tu avessi qualcosa di mio, che in qualche modo potessi sempre portare con te e rileggere ogni volta. Volevo dirti tutte quelle cose, che dal vivo, conoscendomi non riuscirei mai a dirti, per il semplice fatto che sento un nodo alla gola che mi impedisce di parlare, e allora preferisco buttarmi sul tuo petto, e chiudere gli occhi per godermi quei momenti felici, che sento solo con te. Perché alla fine la mia vita si è sempre racchiusa in una cupola scura, fatta di sofferenza, tristezza e capire come uscire da una qualsiasi situazione. Ma tu, ci sei sempre stato. 

Ti amo Clemente, ti amo davvero tanto.

**

Rilessi nuovamente quella lettera, sorridendo, mentre mio zio con molta pazienza mi stava riportando a casa. E' stata una scelta azzardata, lo ammetto, due giorni di pausa per poi ripartire per un tour. Il mio primo tour Europeo, e vorrei davvero ringraziare una delle poche persone, che con la sua presenza, la sua pazienza e il suo supporto mi è sempre stata dietro. Amandomi, anche quando non avrebbe dovuto. Anche quando ho sbagliato.

Mi fermai di fronte casa, scesi dalla macchina dopo aver salutato mio zio, mi girai e sorrisi arrivato di fronte al cancelletto di ferro colorato di rosso. Presi le chiavi dalla tasca, per poi infilare una di esse nella toppa, mi guardai attorno attentamente, sapendo che il mio grosso cane, Teodoro, si sarebbe presentato immediatamente.

Appena chiusi il cancello alle mie spalle, il cane appunto, venne da me scodinzolando. Accarezzai delicatamente la testa dell'animale, per poi, con molta attenzione salire quei pochi gradini per arrivare alla porta d'ingresso. Aprì, la porta, e con la stessa identica attenzione entrai all'interno di casa mia. Dove il silenzio veniva interrotto solo dalla televisione, che in quel momento passava uno dei soliti giochi televisivi.

Mi affacciai alla cucina, e notai che era sdraiata sul divano che dormiva. Sorrisi dolcemente, era così tenera. Mi avvicinai, ormai sicuro che non mi potesse sentire, e mi abbassai alla sua altezza, la fissai per un po', sorridendo e accarezzando delicatamente i tratti del suo volto. Arrivato alle labbra, mi soffermai un attimo, per poi avvicinarmi e lasciare su esse un bacio a stampo, che come accade spesso nelle favole, fece risvegliare la ragazza. Inizialmente confusa mi fissò, per poi realizzare e portare le sue braccia attorno al mio collo stringendomi a lei.

-mi sei mancato...- sussurrò al mio orecchio, e ciò mi rese felice -anche tu...- risposi lasciandole un bacio sul collo. La sentì rabbrividire, mi è sempre piaciuto vedere l'effetto che gli facevo. Si alzò, lasciando un posto per sedermi, e così feci, lei si mise con la testa sulla mia spalla, e iniziammo a parlare. Sembrava che io da quella casa non me n'ero mai andato, è come se fossi andato a fare un normale turno di lavoro, e che dopo una stancante giornata sia tornato a casa. Perché stare con lei, in quel contesto, mi rendeva una persona più normale di quanto io voglia sembrare agli occhi di tutti.

Lei è la mia casa.



Ho voluto creare questa oneshot perché sono due mesi da quel 9 maggio. Due mesi fa ero fra le sue braccia, e questa cosa mi resterà dentro per molto, molto tempo. La cosa che auguro a tutti è di trovarsi bene fra le braccia della persona amata, del proprio idolo o di qualsiasi persona importante. Spero solo di non avervi annoiato, e ammetto che una parte di quella lettera è qualcosa che è accaduto realmente, ma insomma, a quello ci arriveremo tra poco...

E anche oggi, come ogni altro giorno mi manca. 



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