Sono sempre stato una persona sola, nonostante i miei amici mi sono sempre sentito solo, non né comprendo ancora il motivo, ma alla fine so bene che da soli si sta bene. Da soli si ha tempo per capire cosa stia accadendo a te, al tuo corpo, alla tua mente.
Pensare troppo fa male, lo so bene, ma è una delle poche cose che posso fare durante le mie notti insonne, non posso fare nient'altro, scrivere pezzi, sentire i beat per il giorno dopo e realizzare un pezzo di quella canzone nella mia mente. La cosa che capita più spesso sarebbe questa, pensare alla mia vita. Pensare a quando, da ragazzino avevo iniziato a sentire questo "malessere", come se la vita mi stessa scappando dalle mani, come se non fossi più io. Ero sicuro che nessuno avrebbe potuto trovare una "cura" a questa strana forma di malessere, ma per quanto io mi impegnassi a far finta di niente, ecco che ci ricascavo di nuovo. Era una sorta di apatia, un vetro tra me e le mie emozioni, io non le percepivo, non percepivo più nulla.
Ho cercato sempre di parlarne, con mia madre, che notando questa cosa mi aveva portato più e più volte da una persona, insomma, quella persona per quanto mi ascoltasse, per quanto cercasse di darmi una "soluzione", non arrivava. Non esisteva soluzione per me e il mio stare male. E così sono andato avanti, sono cresciuto, attendendo sempre che questa "malattia" se ne andasse col passare degli anni. E in parte fu così, raggiunsi finalmente il benessere quando incontrai una ragazza dai capelli scuri lunghi, e il carattere abbastanza esuberante ma in parte con gusto.
All'epoca ero lo zarro che conoscono in pochi, non tutti avevano il piacere di incontrarmi, e sembrava che fosse così anche per lei, ma man mano che continuavo ad insistere anche nel contattarla, alla fine vide che la persona che ero fuori ero anche dentro, solo con qualche problema in più. Lei sembrava averlo notato, questo stare male di cui ero afflitto, ma lei non me ne faceva un peso, nonostante delle volte fossi proprio pesante, fossi costantemente (come ancora lo sono) incazzato con me stesso e con il mondo mentre continuavo a ripetermi "perché proprio a me?", ma questa risposta deve ancora arrivare, e in parte credo che non succederà mai.
Io amavo quella ragazza, sì, l'amavo follemente. Ma non so cosa sia successo, forse qualche parola di troppo, forse un qualcosa che l'aveva fatta uscire di testa, non saprei. Un qualcosa che avevo sbagliato, e tutt'ora non so cosa sia, l'ha portata via da me. Non pensiate abbia fatto chissà che cosa, ci siamo semplicemente lasciati, e la mia apatia, questa volta mi aveva fatto provare un sentimento concreto, la fine di un qualcosa, la fine di un'amore che ti lacera dentro, che ti corrode giorno dopo giorno e ti continui a chiedere dove avessi sbagliato, roba che faccio ancora adesso. Nonostante ormai abbia tutto, ho una ragazza bellissima, ho una figlia stupenda, ma il ricordo di quella relazione in quei anni non mi abbandona. Forse perché era capitata in un momento particolare, laddove stavo ancora cercando di capire me stesso, forse non me ne sarei dovuto innamorato, avrei dovuto pensare alla conseguenza immediatamente, dovevo sapere che quella ragazza non era la donna della mia vita. Eppure c'ho creduto.
Ci credevo ancora quando, sul mio motorino, al portai alla stazione dei treni per andare via, a Bologna, cosi mi aveva detto. Ero contrariato, ma alla fine era una sua scelta "vivi e lascia vivere" e in particolar modo fatti i cazzi tuoi, alla fine non ero nessuno per vietargli di inseguire il suo sogno. E così, rimasi fermo, a vederla andare via.
Delle volte penso ancora a quei occhi scuri che tanto mi piaceva guardare, a quella risata che avevo sentito più e più volte per colpa mia. In sostanza mi mancavano quei anni, perché nonostante il mio continuo cambiamento di umore, per via di questa roba a cui tutt'ora fatico a dare un nome, ero felice. Davvero felice, come lo sono ora, anche se sono perennemente incazzato. Sì, lo so è un controsenso, eppure è così.
Spensi la sigaretta e la gettai via dal balconcino della mia stanza d'albergo. Mi fermai ad ammirare le stelle e sorrisi.
Questa sera Bologna aveva una luce diversa.