I demoni interiori sono i peggiori, e ne ho avuto la dimostrazione.
La quella ragazza, la mia prima ragazza fu sopraffatta da essi. Nonostante io cercassi in qualsiasi modo di evitare che stesse male.Nonostante io cercassi un contatto con lei, lei non si apriva. E ciò non mi permise di salvarla, avrei voluto davvero farlo, avrei voluto che per una volta nella sua vita fosse felice, senza alcun tipo di preoccupazione. Ma purtroppo non ci sono riuscito. Ma a sedici anni non si può pretendere molto, troppo poco maturo per far si di realizzare tutto quello che le avevo promesso.
Eppure ci avevo provato, infinite volte, avevo fatto concludere la nostra storia per questo motivo, lei tornava sempre da me, e io la accoglievo nuovamente nella speranza che dopo quella scenata lei potesse liberarsi, aveva troppi pesi sul cuore, e io senza che me ne accorsi, diventai uno di quelli. Ero diventato un peso sul suo cuore, e tutto ciò solo per togliere quei problemi che causavano il suo malessere.
Tutt'ora mi ripeto "non può essere, io lo facevo per lei" però era sbagliato, maledettamente sbagliato. Ma la testa non è quella di un sedicenne adesso, crescendo le cose cambiano, e sono sicuro che se l'avessi incontrata in questi anni, sarebbe andato tutto diversamente.
Restammo assieme per quasi tre anni, ma poi decisi di concludere la relazione a quasi diciannove anni, scuola conclusa e un sogno nel cassetto una relazione forse, in quel momento non era quello che desideravo. Non avrei potuto renderla felice, se lei in primis non faceva niente per esserlo. Non me ne capacito di con me ne sia innamorato, so soltanto che mi rubò il cuore con la sua semplicità, quella che sicuramente potrebbe tutt'ora.
Quando la lasciai, scappai letteralmente a Roma, ma nonostante ciò, cercai di mantenere una costante presenza nella sua vita, anche se lei non l'ha mai saputo. Le sue amiche mi informarono della sua depressione, e in qualche modo le aiutai a risollevarla, era colpa mia infondo. Così dopo averle aiutate non si fecero più vive, sembrava quindi che quella ragazza dagli occhi quasi neri avesse acquistato quella tanto ambita felicità.
Ma tutti mi tenevano all'oscuro di quel orribile dettaglio, la sua depressione non era mai scomparsa, era lei, che in qualch modo convinceva la gente che così fosse. Che stava bene, ma nessuno si era accorto di quei occhi tristi, da cui io, stupidamente mi ero allontanato.
Venni a sapere che era finita in una comunità, ma nessuno aveva intenzione di aiutarla, i suoi genitori avevano rifiutato di aiutare le figlia, dichiarando che quella non era la loro bambina. E da una parte ne fui felice, così me ne occupai, pagando quanto necessario per ripulirla. Da tutto quel alcol che stava per ucciderla.
Quando uscì, da come avevano detto era diversa, pareva che avesse capito tutti i suoi errori. Mi venne a cercare, non per tornare insieme, ma per sussurrarmi un semplice "grazie" a capo chino, con timore, dopo aver conosciuto ciò che era diventato in poco tempo.
Ma non era finita lì, i suoi demoni prevalsero di nuovo, uccidendola lentamente, conducendola sulla strada più veloce verso la morte.
Se ne andò così, senza che io potessi evitarlo.Forse fu la prima volta che piansi per una ragazza, ma piansi davvero. Alla fine è stata una delle parti più importanti per me, della mia vita.
Ma le sue amiche, quando le rincontrai, mi dissero chiaramente che era tutto previsto, lei aveva deciso già questa cosa. Non l'aveva mai confessato, ha semplicemente lasciato una lettera, non aveva nemmeno pianto. Forse era la fine di tutte le sue sofferenze, lei aveva deciso di farli tacere in questo modo.
L'unica cosa che sapevo, era che non l'avrei mai dimenticata.
E che non mi perdonerò mai il fatto di non averla fatta parlare prima, forse avrei potuto aiutarla, forse avrei dovuto.L'ho scritto in venti minuti, scusate se non è il massimo.