«Code di tritone con bava di rospo o petali di ortensia con pollini assortiti e rugiada?»
Il mezzelfo, che fino a quel momento era rimasto completamente immerso nei suoi pensieri, all'udire quelle due proposte si riscosse all'istante, senza capire in un primo momento se doverlo prendere sul serio o meno.
Anche se aveva avuto più volte clienti streghe e fate nella locanda, cosa poteva saperne se a casa loro si nutrivano davvero di certa roba?Capì di essere stato preso in giro solo nel momento in cui il corvino, che nel porgere quella domanda gli aveva rivolto le spalle, essendo intento a frugare nella dispensa, non sentendo una risposta da parte sua si voltò, trattenendo a stento una risata nel vedere il suo sguardo allibito.
«Altrimenti abbiamo pane e marmellata.» Aggiunse, continuando a sorridere divertito. «Forse è rimasto anche un po' di salmone affumicato, ma non ci giurerei. Devo controllare, perché ieri sera c'era, ma ogni tanto Yvette si sveglia alle due di notte e fa razzia di tutto ciò che c'è in frigo, quindi non si sa mai...»
«Non fa niente. Pane e marmellata va benissimo.»
In realtà in quel momento si sentiva così sottosopra che il solo pensiero di mangiare qualcosa lo faceva sentire male, ma non se l'era sentita di rifiutare.
Gli eventi avevano subito una svolta troppo repentina e inaspettata perché lui riuscisse ad accettarlo come se nulla fosse. Il ritrovarsi senza quasi sapere come seduto al tavolo della cucina di una casa situata nel bel mezzo del bosco insieme a Ragnar... Era qualcosa che non si sarebbe mai immaginato, neanche nei suoi sogni più assurdi.
La vicinanza del corvino lo stava mettendo in difficoltà, più di quanto si sarebbe mai potuto aspettare. E non solo per il fatto che aveva una cotta per lui, ma anche perché Ragnar non aveva ancora fatto neanche un accenno a quanto successo la sera prima con quel quaderno e -soprattutto- per il fatto che non riusciva più a distinguere il colore della sua aura.Era così strano che quasi non se ne capacitava, per quanto ce l'avesse proprio davanti agli occhi.
Per tutta la vita ogni singolo essere vivente che gli fosse passato davanti, dai compagni di scuola, ai suoi familiari, fino al pesce rosso che una volta aveva vinto a una fiera... Tutti per lui erano sempre stati verdi, gialli, arancioni o rossi, ossia: sicuri, da tenere d'occhio, da tenere a distanza e da evitare con ogni mezzo possibile. Anche quando guardava la televisione era sempre riuscito a distinguere le aure di ogni singolo attore e quello era il motivo principale per il quale aveva sempre preferito i cartoni o i libri (diciamo che non era molto coinvolgente vedere un horror in cui il serial killer di turno mieteva vittime circondato da un'aura verde prato o in cui due presunti innamorati si sbaciucchiavano mentre le loro aure dalla sfumatura giallognola rendevano ben chiaro quanto in realtà avrebbero fatto volentieri a meno di quel contatto).Per questo il fatto che ora Ragnar ne fosse privo lo destabilizzava.
Esatto, era proprio questo il termine adatto per descriverlo: "destabilizzato". Non era semplice sorpresa la sua, nè paura o sospetto. Ciò che lo rendeva così interdetto era il fatto che non avesse la più pallida idea di come doversi comportare con lui.
Era davvero tranquillo e sereno come lasciava intendere dal sorriso rilassato che aveva sulle labbra o in realtà era in ansia al pensiero che lui gli potesse fare domande riguardo quel quaderno?
Cosa doveva fare? Che atteggiamento doveva avere? Che tono di voce doveva usare? Fino a che punto poteva fidarsi di lui?Il non avere per la prima volta una risposta a nessuna di queste domande lo stava facendo impazzire.
«Ecco a lei.»
Per la seconda volta nell'arco di cinque minuti Ragnar distolse Kenneth dai suoi pensieri, questa volta proponendogli qualcosa di sicuramente più appetibile rispetto alla sua prima proposta, ovvero del pane quasi interamente tagliato in fette e tre barattoli diversi di marmellata.
STAI LEGGENDO
How to Destroy Humanity
FantasyAmbientazione: La storia si svolge in un mondo tale e quale al nostro (stessa suddivisione in Stati, stesse forme di governo, stesso corso della storia, stessa epoca etc.), con l'unica differenza che qui da sempre è la norma essere circondati da cre...