32. Come andare all'aldilà

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Il viaggio durò solo pochi istanti.
L'imbarcazione venne adagiata delicatamente in acqua, nel bel mezzo di un banco di nebbia, e quando il mezzelfo lo ringraziò, Miðgarðsormr, capendo di aver compiuto il suo lavoro, si riimmerse lentamente.

«La Naglfar!»

Esclamò Lillian indicando l'imbarcazione accanto alla quale erano stati lasciati.
La nave dei morti aveva ancora le sembianze di un semplice moscafo, ma non c'erano dubbi che si trattasse di lei.
Le ringhiere delle due barche quasi si sfioravano, così bastò legarle con una corda per evitare si separassero e scavalcarle per entrare nella Naglfar.
Sembrava tutto in ordine, eppure mancava qualcosa, o meglio, qualcuno.

Un grido di terrore, accompagnato dallo sbattere della porta della cabina di pilotaggio, attirò l'attenzione dei tre su Lillian.
Non servì che aggiungesse altro, perchè subito fu loro chiaro a cosa si stesse riferendo.

«Vilde!» Esclamò Ragnar con un singulto, raggiungendo la strega per poi abbassarsi al suo fianco e scuoterla con insistenza per una spalla. «Yvette!» Chiamò poi facendo lo stesso con la fata.

Ma le due non reagirono.

Distese a terra l'una abbracciata all'altra, potevano dare l'impressione di stare dormendo, eppure, quando il corvino afferrò i loro polsi, non riuscì a sentire il battito.

«Non può essere...»

Mormorò Kenneth.

«Dov'è Linn?»

Aggiunse Svein e per quanto quel suo intervento fosse decisamente fuori luogo, guardandosi intorno il mezzelfo si accorse che effettivamente la sorella non era ancora salita sulla Naglfar.
Senza domandarsi come facesse il satiro a sembrare più preoccupato dal fatto che Linn non li avesse raggiunti, piuttosto che dalla morte di Yvette e Vilde, tornò di corsa sul ponte.

«Linn! Dai, che fai ferma lì?»

La chiamò il fratello.

Ma la ragazza non rispose. Adesso che ci pensava, realizzò che non aveva detto una sola parola da quando Miðgarðsormr era apparso e li aveva portati fin lì.
Adesso lei teneva lo sguardo chino, le mani serrate lungo i fianchi e il volto tutto contratto, come se fosse sotto sforzo, nel bel mezzo di un combattendo all'ultimo sangue.

«No, non di nuovo...»

Deglutì Lillian raggiungendolo, ma Kenneth non fece in tempo a chiederle a cosa si stesse riferendo, che la mezzelfo sollevò il capo. Non aveva più lo sguardo di Linn.

«Restituitemi la mia barca.»

Ordinò Moðguðr mentre si avvicinava alla ringhiera della barca, ancora legata a quella della Naglfar.

Subito Svein si mosse in quella direzione, cercando in fretta e furia di sciogliere il nodo. Ma non appena la guardiana capì cos'avesse intenzione di fare, affrettò il passo, serrandogli il polso prima che riuscisse nel suo intento.
Continuando a tenerlo fermo, sollevò una gamba per scavalcare le due ringhiere e mettere piede nella sua nave, ma Lillian fu più rapida e in un attimo raggiunse i due e lacerò la corda con i suoi denti.

Kenneth, pur non capendo cosa fosse successo alla sorella, si mosse come per intervenire, ma non fece in tempo a raggiungerli, che avvenne la tragedia.

Le due barche, ora separate, avevano subito iniziato a distanziarsi, così Moðguðr, trovandosi a cavalcioni sulla ringhiera e con la mano ancora serrata intorno al polso di Svein, finì inevitabilmente con il perdere l'equilibrio e a nulla le servì reggersi al satiro, perchè, nel momento in cui cadde in acqua, lo trascinò con sè.

How to Destroy HumanityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora