«Ehi, guarda un po' chi c'è.»
Commentò seccamente Tove nel momento in cui la porta si aprì, rivelando l'arrivo di Svein.
Il satiro, che fino a quel momento non doveva aver ancora realizzato per bene cosa Ragnar l'avesse convinto a fare, assottigliò istintivamente le folte sopracciglia bionde nel sentire il tono di sufficienza con il quale la troll lo aveva accolto in soggiorno.
«Cosa succede? Devo tornare di là?»
Gli chiese invece Lillian, girandosi nella sua direzione con una rotazione del busto e posando l'avambraccio sopra lo schienale del divano su cui era stravaccata insieme all'altra.
«Non ancora. Ragnar ha deciso di ritardare l'assegnazione dei compiti a quando arriverà Florian. Comunque è solo questione di minuti, Elias è appena uscito per andarlo a prendere.»
«Quindi cosa ci fai qui?»
Gli chiese Tove a bruciapelo, senza neanche voltarsi nella sua direzione.
«Mi assicuro che tu non faccia nulla di strano.»
«Strano?»
Replicò lei in un tono che poteva voler dire al tempo stesso "allora mi sa che sei arrivato troppo tardi" e "guarda che in questa stanza l'unica cosa ad essere strana sei tu".
«Potete abbassare un po' il volume?»
Chiese il satiro cambiando repentinamente argomento.
Infatti, se già dalla cucina era possibile sentire alla perfezione ciò che si stava dicendo in TV, ora che si trovava in salone era a dir poco insopportabile.«A me piace così.» Ribattè Tove con un'alzata di spalle. «Ma se a te da fastidio, puoi anche uscire. Nessuno proverà a trattenerti.»
Le gote di Svein si tinsero di rosso dalla rabbia e lui era sul punto di risponderle per le rime -dando sicuramente inizio ad una litigata coi controfiocchi-, quando il volume si abbassò, andando tutto in una volta dal 90 al 35 per cento.
«Anche a me iniziava a dare fastidio.» Spiegò Lillian mentre rimetteva il telecomando al suo posto, incassando la testa tra le spalle nel vedersi puntare contro quelle due paia di sguardi sconcertati. «Dopotutto, essendo un licantropo, ho le orecchie molto sensibili, sapete? E poi gli scleri di questo chef mi stavano facendo venire il nervoso e... Oh, ma insomma! Smettetela di fare quelle facce da pesci lessi, che semmai dovrei essere io a guardarvi così. Siete così infantili che mi ricordate i miei cuginetti e sapete quanti anni hanno loro? Vi do un indizio: si tratta di un numero a una sola cifra.»
I due incassarono il colpo in silenzio e subito distolsero lo sguardo imbarazzati, punti sul vivo.
Svein in particolar modo sembrava aver preso molto sul serio il rimprovero della ragazza, chinando leggermente il capo, come intento a riflettere su quanto appena accaduto.Il licantropo ormai, notando quanto se la fossero presa, stava per scusarsi e dire che forse aveva un po' esagerato, quando d'un tratto Tove sollevò lo sguardo verso di lei e, in tono mortalmente serio, disse:
«Otto?»
«Sette, il più grande. Gli altri due ne hanno sei e quattro.»
Rispose Lillian, per poi, nel sentire l'altra uscirsene con un "dannazione, c'ero quasi!", sospirare sconsolata. Solo poco dopo, però, ripensandoci non riuscì a trattenere un breve risolino e con la coda dell'occhio notò che anche Svein per un istante si era lasciato sfuggire un piccolo sorriso divertito. Probabilmente il primo che gli vedeva fare da quando lo conosceva.
«Ad ogni modo...» Riprese il licantropo, rivolgendosi al satiro. «Se proprio devi rimanere qui a tenerci d'occhio, non rimanere lì in piedi alle nostre spalle, che mi metti ansia. Siediti qui.» Aggiunse, picchiettando con la mano accanto a sè.
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How to Destroy Humanity
FantasyAmbientazione: La storia si svolge in un mondo tale e quale al nostro (stessa suddivisione in Stati, stesse forme di governo, stesso corso della storia, stessa epoca etc.), con l'unica differenza che qui da sempre è la norma essere circondati da cre...