13. Come sopravvivere in una gabbia di matti

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Seduto sul piccolo sgabello posizionato in uno degli angoli in fondo al bagno, incastrato tra la vasca e la tazza, Kenneth era impegnato ad evitare di incrociare con lo sguardo gli altri due ragazzi presenti.
Moyra perchè, benché avesse una coda da pesce e non sembrasse particolarmente imbarazzata dalla situazione, era pur sempre una ragazza e lui non era proprio sicuro che gradisse la sua presenza lì.
Ragnar, invece, semplicemente perchè, dopo i pensieri ben poco opportuni che gli erano passati nella mente nel momento in cui lo aveva visto aprire la porta del bagno -non notando in un primo momento la presenza della sirena nella vasca-, non era più in grado di guardarlo in faccia senza sentirsi un pervertito e probabilmente ci avrebbe messo ancora diverso tempo per far sparire quel senso di vergogna.

«Allora, che ne pensi?» Stava dicendo il corvino alla ceasg. «Magari sapendo qualcosa in più sugli altri, inizierai a sentirti più a tuo agio, considerando che dovrai passare un po' di tempo qui.»

A quelle parole Moyra si voltò verso Kenneth, assottigliando lo sguardo mentre studiava i lineamenti del suo volto, soffermandosi sulle sue orecchie a punta.

«Tu sei un elfo?»

«Mezzelfo.»

La corresse lui, sentendosi autorizzato con quella domanda a voltarsi finalmente nella sua direzione.

A quella rivelazione la sirena aggrottò le sopracciglia in uno sguardo sofferente e subito si voltò verso Ragnar, guardandolo con astio.

«Mi hai fregata. Mi auguro vivamente che il tuo piano funzioni, sai? Almeno così sarà una cosa rapida e indolore. Ho sentito che i mezzelfi possono campare fino a trecento anni... Certo, sempre meglio degli elfi che sono praticamente immortali, ma non più di tanto. A questo punto tanto mi conviene ibernarmi.»

«Guarda che se dovessimo rimanere solo noi due, ti libererei.» Ribattè subito Kenneth, sentendosi quasi offeso dalla considerazione che la sirena sembrava avere di lui. «Non ti farei certo rimanere in quella vasca ad aspettare che io invecchi.»

A quelle parole inaspettate, Moyra strabuzzò gli occhi, stirando poi le labbra in un largo sorriso e sospirando:

«Allora c'è qualcuno sano di mente qui dentro.»

«Così pare.» Fece Ragnar, per poi aggiungere in tono vago: «Chissà però se il nostro doppelgänger sarà dello stesso avviso.»

«Doppelgänger?» Ripetè subito Moyra, tirandosi su a sedere di scatto. «Non era un semplice mutaforma?»

Il corvino scosse lentamente il capo, al che la sirena assottigliò lo sguardo e strinse dalla rabbia i denti sottili e acuminati.

«Ti odio.» Sentenziò. Quindi si voltò verso il mezzelfo e accennò un mesto sorriso, alzando sconsolata le spalle. «Grazie lo stesso.»

«Figurati...»

Mormorò Kenneth.

«Ma alla fine, che ti importa?» Si intromise Ragnar. «Tanto nessuno di noi morirà di vecchiaia. Un altro mese al massimo e sarai fuori da quella vasca.»

«Sì, dritta al creatore.»

Borbottò la ceasg, sospirando a quella magra consolazione.

Kenneth, invece, non potè che agitarsi all'udire quelle parole.
Un mese al massimo alla fine.
Prima di allora il pensiero della morte non lo aveva mai spaventato, dopotutto sapeva di avere davanti a sè almeno altri duecento anni di vita, abbastanza perchè si stancasse di stare al mondo.
Ma un mese...
Ora più che mai comprese la gravità di quella situazione e capì che se non avesse fatto qualcosa per fermarli, nessun'altro ci avrebbe pensato.

How to Destroy HumanityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora