34. Come distruggere l'umanità

451 41 44
                                    

Un letto. Questo fu tutto ciò che Linn trovò al suo ingresso nella camera.
Le pareti erano completamente spoglie e prive di finestre, non vi era alcun tipo di arredo, né mobili, ad eccezione di quel grande letto posto esattamente al centro della stanza e coperto da nulla di più che un misero lenzuolo bianco, rialzato al centro a formare una sorta di bozzolo, che rivelava la presenza di qualcuno.

A passo svelto la ragazza lo raggiunse e, con un singulto strozzato, allungò una mano a sfiorare quel volto scarno, quasi cadaverico.

Sussultando al suo tocco, la donna aprì gli occhi, ruotando poi con il corpo, sdraiato su un fianco, per mettersi distesa supina.

Avendo ora il volto intero della madre davanti e non solo per metà, la ragazza non poté che farsi sfuggire un secondo sussulto.
Le leggende su Hel narravano che la regina degli inferi possedeva il volto come spaccato in due. Una metà mostrava il viso di una bellissima donna, mentre l'altra quello emaciato e grottesco di un cadavere.
Eppure lì davanti a lei non vi era alcuna metà sana. L'intero viso della madre ne rispecchiava lo stato di profonda e grave infermità.

«Linn.»

Sussurrò Hel con un sibilo, allungando la mano lunga e nodosa a sfiorare il volto della figlia.

«Cosa sta succedendo, mamma? Cosa ti sta succedendo?»

«Scusa se non sono riuscita a rispondere alle tue telefonate.»

«Questo adesso non importa!» Replicò la ragazza scuotendo il capo. «Dimmello, mamma, cosa ti succede? Perché sei in queste condizioni?»

«Non lo capisci, tesoro?» Rispose la donna, stirando le labbra sottili in un sorriso amaro. «Sto morendo. Quando arriva il Ragnarök, anche per la regina dei Morti giunge inevitabilmente la fine.»

«Ma cosa significa? Che diventerai un'anima come quelle che ho incontrato lì fuori? Come me in questo momento? Significa che non potrai più tornare sulla Terra?»

«Significa che scomparirò. Non rimarrà più alcuna traccia di me, nè sulla Terra, né qui, né da qualsiasi altra parte. Nè di me, nè di tuo padre. L'avrai incontrato se sei arrivata fin qui. Non ti ha riconosciuta, vero?»

Linn sussultò e lentamente scosse il capo.

«Ma è stato un viaggio molto rapido e con me c'era tanta altra gente. Forse non mi ha semplicemente notata e-»

«Quello che hai visto non era papà. O meglio, lo era solo in parte. Sai, noi due siamo in grado di dimezzare la nostra coscienza, così che una parte rimanga sempre qui a svolgere il suo lavoro, mentre l'altra possa andare sulla Terra. Adesso siamo troppo deboli per continuare a farlo, ma comunque quei corpi che possedevamo non appartenevano a noi, sai? Li abbiamo presi a due aspiranti suicidi, tanto loro non li volevano più...»

«Ma perchè andare sulla Terra? Era solo per un capriccio o-»

«Per te, tesoro. Per te e per Kenneth. Perché non sareste mai potuti venire alla luce nel regno delle tenebre.»

«Cosa significa?»

«Quando avviene il Ragnarök, tutto cessa di esistere, ma la Morte non può morire.»

«Eppure hai appena detto che voi due-»

«Noi eravamo la personificazione della Morte, ma solo qui, in questa realtà. Non potremo svolgere lo stesso incarico anche nel mondo che nascerà dalle ceneri di questo.»

«Io... Io non capisco...»

«E invece io credo che tu abbia capito perfettamente cosa significa.»

How to Destroy HumanityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora