Un indice dall'unghia tutta mangiucchiata si allungò verso il campanello dell'appartamento numero tredici. Prima che avvenisse il contatto, però, ci ripensò e si unì alle altre dita in un pugno, pronto adesso a bussare sulla porta.
Cambiando idea un'ennesima volta, la mano si ritrasse di scatto, indugiando ancora alcuni istanti sul campanello e poi nuovamente sulla porta.«Ma ne sei proprio sicuro?»
Chiese Lillian, voltandosi di scatto per rivolgere uno sguardo accigliato al mezzelfo.
«Da quand'è che ti fai tanti problemi a rompere le scatole a qualcuno?»
Replicò Kenneth, non capendo il motivo di tutta quell'esitazione.
«Da quando la persona che a cui devo, anzi, a cui dobbiamo rompere le scatole è un pazzo imprevedibile che se ne frega altamente di tutto e tutti e che per di più a quanto pare vive in un quartiere che non è proprio dei più raccomandabili. Ecco da quando!»
«Eppure quando stavamo nel bosco mi sembravi perfettamente a tuo agio, pur essendo letteralmente circondata da pazzi imprevedibili.»
«Ma è proprio questo il punto! Lì eravamo tutti insieme, Ragnar in qualche modo li teneva in riga e c'era anche Tove che aveva promesso di proteggerci in caso di pericolo, anche se effettivamente non so se sarebbe stata in grado di fare qualcosa contro di loro in caso ce ne fosse stato bisogno... Ma comunque, il punto è che stavolta invece siamo da soli. Io non mi fido di lui, Ken. Proprio per niente.»
«Neanche io, ma che ci vuoi fare?» Sospirò il maggiore. «È l'unico in grado di aiutarci.»
«Il punto è se vorrá aiutarci.» Replicò il licantropo, tornando a voltarsi verso la porta. «Lasciatelo dire, il tuo piano è un incredibile azzardo. Stai letteralmente mettendo il futuro dell'umanitá nelle mani della persona più inaffidabile che potevi trovare. Per non parlare poi del fatto che così facendo faremo saltare la nostra copertura! Sarebbe molto più semplice se-»
«Ne abbiamo già parlato, Lillian. Non ucciderò Ragnar e non permetterò neanche a te o a Linn di farlo. Dopodomani lui andrà ad Oslo da solo e Tove ti ha detto chiaramente che l'esito del suo piano dipende in gran parte da questa sua missione in solitario. Qualcuno lo dovrà pur fermare, no?»
«Ma è proprio necessario coinvolgere Elias?»
«Se non mi presentassi al centro idrico, Florian avviserebbe subito Ragnar e addio al mio piano, non ci metterebbe nulla a capire che lo sto seguendo. Ho bisogno che Elias mi copra.»
«Ti ricordo che lui fa parte dell'altro lato!»
«Non stiamo in Star Wars, Lillian. Non esiste un "lato oscuro". Io sono convinto che in fondo in fondo nessuna di quelle persone desideri seriamente mettere fine all'umanitá, devono solo rendersene conto. E tra tutti Elias non solo possiede proprio il potere che ci serve in questo momento, ma, tra tutti, è anche il più facile da convincere a collaborare con noi.»
«E cosa te lo fa pensare?»
«Beh, tutti dicono che agisce sempre e solo per il proprio tornaconto, no? L'unica cosa che lo interessa è divertirsi ed ora come ora cosa può esserci di più divertente di un doppio gioco con i sabotatori?»
E così dicendo allungò una mano a suonare il campanello.
Quel breve trillo acuto venne subito seguito da un silenzio tombale.
Nessun suono proveniente dall'interno dell'appartamento.I due si rivolsero un rapido sguardo di sottecchi. La tentazione di fare dietro front e filare via era forte, ma arrivati a quel punto non la si poteva più considerare neanche una possibilitá.
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How to Destroy Humanity
FantasyAmbientazione: La storia si svolge in un mondo tale e quale al nostro (stessa suddivisione in Stati, stesse forme di governo, stesso corso della storia, stessa epoca etc.), con l'unica differenza che qui da sempre è la norma essere circondati da cre...