Le alte mura del palazzo erano un viscido contorcersi di squame nere. Lunghi sibili provenivano dal tetto, da quelli che a prima vista sembrarono loro degli spuntoni allineati e che invece scoprirono con un certo ribrezzo essere teste di serpenti.
«Carino, vero?»
Chiese d'un tratto una voce allegra e trillante, attirando subito su di sé l'attenzione del piccolo gruppo.
«Vi stavamo aspettando.»
Aggiunse Vilde, avvicinandosi a loro.
«Bah.» Stava borbottando la fata, squadrando Elias da capo a piedi. «Devo dire che mi hai delusa. Mi aspettavo chissà che cosa e invece sei solo un po' più biondo di prima.»
«Yvette!»
La riprese la strega.
«Che c'è?» Sbuffò lei. «Adesso non si può neanche dire alla gente che è bionda?»
Il doppelgänger scoppiò a ridere, scuotendo leggermente il capo come a dire che non c'era alcun problema.
«Dai, non perdiamo tempo, entriamo.»
Li riprese Linn, già con la mano sulla maniglia, l'unica cosa dell'intero palazzo a non essere fatta di serpente.
Moðguðr fece come per intervenire e dirle di lasciarlo fare a lei, non essendo quella una porta che poteva essere aperta da una persona qualunque, ma non fece neanche in tempo ad aprire bocca che era già spalancata.
Per un attimo si era dimenticata che quella ragazza non era affatto una persona qualunque.Senza aspettare che gli altri la raggiungessero, Linn iniziò a salire di corsa l'alta scala a chiocciola che si vide comparire davanti appena entrata. Ogni volta che saliva di un piano, finiva su una sorta di pianerottolo ad qualche si poteva accedere ad una porta, ma lei li ignorò e continuò a salire finché non ebbe raggiunto l'ultimo gradino.
Quindi, senza neanche bussare, spalancò la porta di colpo, gridando "permesso!".
Entrò come una furia, iniziando a guardarsi intorno alla ricerca della madre, quando alle sue spalle, da dietro la porta che aveva appena sbattuto contro il muro...
«Ma chi è che chiede il permesso quando sta già aprendo?»
Borbottava una voce dolorante.
«Oh, mi dispiace.» Si scusò subito la ragazza, spostando la porta e chinando il capo per vedere in volto la sua povera vittima. «Tutto a posto, vero?»
«Sì, tranquilla, ho la pellaccia dura, io!»
«Senti, per caso sai dove si trova Hel?»
«Certo, ma al momento non è proprio in condizioni di ricevere visite.»
«Io la devo vedere assolutamente. È urgente.»
«Di norma non sono solita farmi in quattro per la prima persona che mi sbatte la porta in faccia, ma nonostante quel brutto cipiglio hai una faccia simpatica, quindi se mi dici cosa ti serve e chi sei, posso provare a chiederle se ti può dare udienza.»
«Sono Linn Nilsen, sua figlia, e ho bisogno di vederla perchè mi deve spiegare che cavolo sta succedendo.»
«Sì, se le dico così probabilmente accetterà di... Un momento. Sua figlia!? Ma che ci fai qui? Muoviti, che ti sta aspettando! È al piano di sopra.»
«Ma la scala finiva su questo-»
«Gradini invisibili.»
Con un sospiro di esasperazione Linn la ringraziò frettolosamente e poi uscì di corsa, rischiando per poco di scontrarsi contro gli altri, che erano appena arrivati.
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How to Destroy Humanity
FantasíaAmbientazione: La storia si svolge in un mondo tale e quale al nostro (stessa suddivisione in Stati, stesse forme di governo, stesso corso della storia, stessa epoca etc.), con l'unica differenza che qui da sempre è la norma essere circondati da cre...