25.Ragazzo sfocato

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POV ALEXA
È pomeriggio, e dopo essere andata alle lezioni mi ritrovo in biblioteca a studiare per un esame.
Mi dirigo nelle varie corsie e prendo i libri che mi servono e poi vado a sedermi leggermente più lontana dagli altri ragazzi.
Charlotte e Kate sono a fare shopping, nonostante le ripetute preghiere di andare con loro, ho dovuto rifiutare. Inizio a studiare e ricopiare tutto in brevi riassunti sul quaderno. Sottolineo e rileggo più volte fino a quando qualcuno non si siede vicino a me.
Alzo lo sguardo e incontro Jackson.
E ora?
<Ciao Lexa> mi saluta aprendo i suoi libri. Mi irrigidisco al suono di quel nome e alzo di scatto la testa verso di lui <Non chiamarmi così> dico
<Perché, Lexa?> continua con tono provocatorio.
Non lo so, non mi è mai piaciuto che mi chiamassero in quel modo, mi ha sempre dato fastidio, ma non ho mai capito il perché. Ma ora, l'unica cosa che non capisco è... perché quando lo fa lui mi provoca una scia di brividi lungo la schiena?
<Non mi piace> ribatto e torno a guardare i miei riassunti
<A me piace. Penso che continuerò a chiamarti così. Io posso essere il tuo Jaky Jaky e tu la mia Lexa> dice in tono allusivo.
Alzo lo sguardo su di lui e lo guardo con un sopracciglio alzato per capire se stia scherzando.
<Perché tu non vai a essere il Jaky Jaky di qualcun'altra e mi lasci studiare in pace?> chiedo
<Tu puoi rimanere mia?> chiede
<Io sono solo del mio ragazzo> dico e lo vedo incupirsi, la mascella si indurisce e vedo le sue nocche diventare bianche.
<Sei fidanzata?> chiede
<Si. Si chiama Matthew. Stiamo insieme da poco, ma è stato amore a prima vista.> dico guardandolo per poi tornare a guardare il libro.
Sfoglio qualche pagina e aspetto che se ne vada. E finalmente dopo trenta secondi esatti si alza e si dirige verso l'uscita.
Riporto l'attenzione sui libri e continuo a studiare.
***
Accendo il computer e vado su Wattpad. Ora sono nella mia stanza, ho finito di studiare sono le sette di sere e non vedo l'ora che arrivino le mie amiche.
Accedo al mio profilo e clicco sulle mie storie, ma quando sto per entrare in quella che sto scrivendo recentemente le mie amiche entrando ridendo con una marea di buste.
<Vi siete divertite?> chiedo
<Tantissimo. E abbiamo preso qualcosa anche per te secchiona> dice e sbuffo. Odio quando mi sanno della secchiona, non studio quasi mai, non mi si addice per niente.
***
<Fammi pensare sono sette domande importanti, non le sprecherò di certo> dice
<Va bene> dico
<Dimmi la verità sui tuoi voti> dice
<Come fai a sapere...> cerco di dire e lui mi interrompe <Rispondi senza troppi giri di parole, so che se parli e non rispondi mi farai dimenticare la domanda come sempre>
<Uffa. Ok, sono un vero genio. Non mi sono mai servite le tue ripetizioni perché io ho voti molto più alti dei tuoi. Prendo sempre dieci e qualche volta nove. Il voto più basso che ho preso in tutta la mia vita è stato un otto, in educazione Fisica alle medie.> dico tutto d'un fiato
<E perché non lo hai mai detto? Non vale come domanda questa.> dice guardandomi ed io annuisco.
<Perché... non so esattamente il perché. Non volevo passare per la secchiona, perché in realtà non lo sono. L'unica cosa che faccio è prendere appunti durante la lezione e ascoltare la prof che parla. Dopodiché se ho tempo studio altrimenti è tutto improvvisato> dico
                                    ***
Una sorta di ricordo si insinua nella mia testa. Parlavo con un ragazzo, ma il suo volto era offuscato, come se non fossi pronta a vederlo. Sono giorni che mi ritornano a mente dei ricordi, di cui io non so assolutamente niente. E nella maggior parte di questi, c'è sempre questo ragazzo che non riesco a vedere, perché poco nitido.
<Alexa allora ti piace?> chiede Charlotte facendomi vedere un tubino, senza spalline rosso.
<Si molto grazie> dico
<Che hai? Sei sempre così assente> dice Kate avvicinandosi
Glielo dico o non glielo dico? Oh al diavolo!
<Niente> dico mordendomi l'interno della guancia
                                  ***
<Come faccio a capire se sei triste? Ad esempio se qualcuno ti ferisce come si fa a capirlo?> chiede
<Mi mordo l'interno della guancia. Per farmi forza e non piangere.> dico sospirando, sa più di quello che avrei voluto che sapesse.
***
<Non è vero> dice Charlotte risvegliandomi dal ricordo che mi è appena apparso.
<Ok... è un po' complicato, ma... qualche volta basta che io dica una cosa o la veda che rivengono a galla dei ricordi, o almeno credo siano ricordi. Ma io non lo ricordo, scusate il gioco di parole, è come se li avessi vissuti quei momenti ma io non sapessi quando ne perché me dove. E quel ragazzo... nei miei ricordi la maggior parte del tempo c'è sempre lui, ma non riesco a vederlo bene perché è sfocato.> confesso
Le guardo e le vedo pietrificate, interdette.
<Tutto bene?> chiedo
<Si si. Sai alcune volte capita, magari sarà dovuto al fatto che...> inizia Charlotte
<Sai Alex, hai passato dei momenti difficili, alle volte il cervello fa brutti scherzi. Stai tranquilla> continua Kate
<Spero sia così...> dico e mentre loro cercano di farmi pensare ad altro parlandomi della loro giornata di shopping io continuo a pensare al ragazzo sfocato.

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