Mi sveglio perché sento qualcuno bussare.
Ieri sera non ho mangiato, tra pianti e urla di rabbia, tra oggetti che facevo volare e foto che strappavo mi sono addormentata. La mia camera è un disastro. Vado verso la porta e la apro, ieri sera mi sono chiusa a chiave.
<Che ci fai qui?> chiedo e vedo che tiene in mano un tramezzino prosciutto e formaggio e un succo d'arancia.
<Buongiorno anche a te> dice sorridendo, anche se non credo stia bene davvero.
<Perché non te ne sei andato?> chiedo e intanto mi passa il cibo che io rifiuto.
<Devi mangiare. Mi hanno detto che non hai mangiato nulla ieri sera.> dice
<Allora ti hanno mandato loro?> chiedo
<E hanno fatto bene. Guarda che camera. Che hai combinato ieri sera?> chiede guardandosi intorno.
<Che ci fai qui Jason? Mh? Quando pensavi di dirmi che siamo gemelli eh?! È per questo che eri stronzo con me? Non era solo perché eri gay. Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere?> chiedo <Perché mi hai mentito come tutti loro?> urlo
E in quel momento riaffiorano dei momenti con Jason.
Tutte quelle volte che mi dava ragione e stava dalla mia parte, quella volta che mi ha chiamata "stronzetta mia" prima stava per chiamarmi "sorellina".
<Sono qui per te. E si ero stronzo con te anche per questo, mi dispiace non averti detto nulla, ma... nostro padre, o il mostro che ha messo il seme, ci sta cercando e diciamo che non è una cosa buona.> dice, mi sdraio sul letto e gli faccio segno di mettersi vicino a me.
<Raccontami. Dimmi che ti ha fatto> dico guardando il soffitto.
<Quando sono nato mia madre mi proteggeva, quando perse il lavoro David, lei dovette rimboccarsi le maniche e lavorare. Io rimanevo a casa con lui, lui beveva, beveva e beveva fino a quando mi menava. Sono pieno di cicatrici, quelle più visibili sono quelle sulla schiena. Mi frustava. Quando mia madre lo scori ormai avevo sette anni. Le dissi di non preoccuparsi, che un giorno ce ne saremmo andati e lui non ci avrebbe più fatto del male, che saremmo venuti a prenderti e tu saresti stata con noi. Ma non successe, fino a quando non compii dieci anni, arrivò la posta come ogni anno al mio compleanno. Mamma la prese e vide la tua foto. Sai ci somigliamo, David la prese e inizio a picchiare nostra madre, o Evelyn o comunque tu voglia chiamarla.> dice
<Secondo te ci troverà?> chiedo girando la testa verso di lui
<Non lo so.> dice lui <Potrebbe anche averlo già fatto.> dice
<Sai mi fa strano considerarti il mio gemello.> dico ridendo
<Anche a me faceva uno strano effetto. Poi mi sono abituato.> dice
<Non so se voglio Evelyn nella mia vita. Non so nemmeno se manterrò i rapporti con Stefan e Sara.> confesso
<Mamma e papà.> dice lui
<Cosa?>
<Per te non sono Stefan e Sara, ma papà e mamma. Non scordartelo. Ti hanno tenuto all'oscuro di tutto per proteggerti.> dice
<Forse ma..> inizio ma Jason mi interrompe <Non devi tenerli lontani, loro ti hanno cresciuta. Per quanto riguarda Evelyn, potresti vederla qualche volta, parlarle, renderla partecipe della tua vita. Non scordarti che ti ha protetto. David ti avrebbe fatto molto molto male.> dice
<Non sei arrabbiato con me?> chiedo
<Perché dovrei? Non mi sarei mai perdonato se David ti avesse messo le mani a dosso. Sono contento che Evelyn abbia scelto te. Sul serio. E per quanto riguarda il tuo bellissimo gemello, di me non ti sbarazzerai mai, quindi non pensarci nemmeno.> dice
<Ovvio> dico ridendo e lo abbraccio istintivamente e lui ricambia.
<Sai se non ti conoscessi direi che tu sei una persona solare e molto euforica, forse anche un po' drogata. Ma ti conosco e tu hai qualcosa > dice
<Cosa?>chiedo ridendo
<Chi ride troppo, ha qualcosa da nascondere, qualcosa che non fa ridere.> dice
<Non ho niente.> dico sorridendo
<Alex. Non prendermi in giro.> dice sedendosi
<Sto ricevendo dei messaggi anonimi, firmati da un certo DP.> dico
Dopo un quarto d'ora/ qualche lungo minuto di sclero del mio gemello gay...
<Vediamo se ho capito bene Alexa. Quest'estate hai ricevuto un messaggio da questo tizio, come cazzo si chiama?> chiede
<DP> rispondo guardandomi le doppie punte, la prima volta ero seria, la seconda ho perso un po' la speranza ma la terza, è la terza volta che gli racconto tutto. Ecco perché non parlo con nessuno, se sclerano così non passa solo a me la voglia di non avere problemi, ma anche a quello sfortunato che mi tormenta.
<Ok. Poi a mano a mano ha continuato a mandarti messaggi. Ti ha detto di allontanarti da noi perché se no ci avrebbe fatto del male e ti ha detto di lasciare Jackson.> dice
<Si> dico sbuffando
<Mi spieghi perché cazzo non hai detto nulla?> urla
<Stai calmo. Sei il mio gemello da qualche minuto e già stai sclerando troppo.> dico alzandomi in piedi per andargli vicino.
<Dobbiamo capire chi è. Non mi piace questa situazione. Dovremmo parlarne con Evelyn e i tuoi genitori.> dice
<Non lo so...> dico e me ne pento subito perché Jason mi guarda male <Va bene. Ma i ragazzi non devono sapere nulla Jason, ne che siamo fratelli, ne che sono stata adotta e nemmeno che mi arrivano questi messaggi chiaro?!> chiedo
<Si stai tranquilla. Prometto> dice
Scendiamo in salone e vedo solo Evelyn.
<Sai dove sono Sara e Stefan?> chiedo e lei mi guarda non capendo <I miei genitori?> provo
<Sono usciti un attimo> dice lei sorridendo
<Sai ora che ti guardo meglio ci somigliamo> dico
<Entrambi somigliate più a me che a David.> dice sorridendo
Ad un certo punto sento la maniglia della porta aprirsi e vedo mia madre e mio padre rientrare con la pizza.
<Dove siete stati?> chiedo e mi guardano come se non mi vedessero da giorni, piuttosto che da un giorno.
<Siamo stati alla pizzeria qui all'angolo abbiamo pensato che potevamo mangiare questa.> dice mia madre.
<Devo parlarvi.> dico poi guardo anche Evelyn e dico <Anche con te.>
<Mi fa strano vedervi insieme. Siete uguali.> dice mia madre "Sara"
<Certo come no. Gli piacerebbe!> dico sorridendo e vedo mio padre fare lo stesso.
Cerchiamo di avere una mentalità aperta Lexa, d'altronde lo hanno fatto per proteggerci no?!
Già, ma a piccoli passi.
<Andiamo a parlarne di là mentre mangiamo?> chiede mio padre
<Va bene.> dico e andiamo a sederci tutti in cucina.
Iniziamo a mangiare e io inizio a raccontargli tutto sui messaggi di DP.
Ad un certo punto appena ho finito, Jason continua a mangiare, d'altronde lui lo shock lo ha già superato, ma le mie due mamme e mio padre non sono della stessa opinione.
<Posso vederli?> chiede Evelyn e le passo il telefono.
Inizia a scorrere i messaggi e poi dice <È David. David Price, tuo padre Alexa.
<Vuoi dire che...> inizia mia madre
<L'ha trovata. Ci ha trovati.> conclude Jason
<Cazzo> continua e poi si scusa per la parolaccia.
<E adesso?> chiedo
<Adesso mi devi ascoltare bene Alexa, non dovrai mai stare da sola. Dovrai stare sempre in posti affollati e mi raccomando qualsiasi dubbio o domanda o bisogno tu abbia chiama me o Jason o i tuoi genitori. Alexa sei in pericolo come lo siamo io e Jason e finché saremo tutti insieme, non ci accadrà niente. D'ora in poi almeno una volta alla settimana ci vedremo.> dice Evelyn
<Va bene.> diciamo io e Jason
<Ricorda la promessa che mi hai fatto Jas> gli sussurro mentre gli altri non ci sentono.
<Non coinvolgeremo i ragazzi, tranquilla.> dice e spero davvero di riuscirci.
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Succede tutto per una ragione 2
Roman d'amourSequel di "Succede tutto per una ragione" 'Le bugie hanno le gambe corte' Non dobbiamo mai dimenticarlo, peccato che qualcuno lo abbia fatto e ora che finalmente Lexa e Jake stanno insieme, purtroppo per loro dovranno affrontare nuovi problemi che...