26. Non è per niente facile avere una sorella che ha perso la memoria

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POV ALEXA
Mi sveglio, con due piazze che mi fissano.
<Sembrate possedute> dico riprendendo il controllo della mia bocca.
<Abbiamo una grande sorpresa per te.> dice
<È un sogno?> chiedo sorridendo
<No. Siamo serie. Abbiamo una sorpresa. > dicono
È sabato mattina, le lezioni sono finite e ho un weekend davanti a me, l'esame per cui ho studiato, l'ho dato ed è andato benissimo.
Ho ricuperato le lezioni perse e mi sono rimessa in pari col programma.
<Di che sorpresa parlate?> chiedo
<Vestiti in fretta, ti vogliamo giù tra dieci minuti.> dicono uscendo dalla stanza.
Mi alzo, faccio il letto velocemente. Prendo i vestiti e dato che la sera prima mi sono lavata mi vesto. Indosso una maglietta a miche corte bianca con la scritta in corsivo Paradise. E una gonna di pelle nera con delle cerniere e delle scarpe bianche da ginnastica. Mi pettino i capelli  e scendo per andare nel cortile a vedere la mia sorpresa.

 Mi pettino i capelli  e scendo per andare nel cortile a vedere la mia sorpresa

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Appena sono fuori vedo le ragazze insieme a Jason e Carlos.
<Bè qual è la mia sorpresa?> chiedo
Jason sorride e si sposta mostrando la mia bambina.
<O. Mio. Dio!> urlo <Come? Quando e chi?> continuo ad urlare
<Jason> dice Carlos velocemente
<Come hai fatto?> chiedo saltandogli addosso.
<L'ho fatta portare qui.> dice sbrigativo
<Ma come?> chiedo
<Adesso non è il momento di domande. Oggi andiamo al luna park. Tu vieni con la moto giusto?> chiedo
<Si> dico sorridendo a trentadue denti.
<Perfetto, io vengo con te così ti dico dove andare> dice
<La so la strada Jason> dico
<Non ci sei mai stata> dice lui
<Si ci siamo stati, a inizio anno> dico d'improvviso come se... non lo so, come se me ne fossi appena ricordata.
<A inizio anno?> chiede Kate
<Si?> chiedo titubante <Forse mi sono sbagliata> continuo <Dai Jas salta su> dico e metto in moto la mia bambina.
Jason sale sulla moto e gli altri nell'auto delle mie amiche. Partiamo e ci dirigiamo verso il luna park. Jason non ha il tempo di farmi le spiegazioni che non so come ci arrivo da sola.
Scendiamo e appena l'auto delle mie amiche arriva mi blocco.
                                  ***

<Stronzo! Scendi dall'auto se ne hai il coraggio> dico sbattendo le mani sul paraurti.   <Hey buona con le mani> dice urlando da dentro l'auto                                                       <Domani fatti portare da un oculista, credo che tu abbia difficoltà a vedere le persone, sai potresti diventare pericoloso> dico e sbatto i pugni sulla sua auto per dargli fastidio.           Poi mi allontano mentre lui scende dall'auto per venire verso di me.
<ALEXA> urla spingendomi verso la macchina di Alex, lo guardo dritto negli occhi di Jackson con aria di sfida.                              
Mi piace essere strafottente quando qualcuno si arrabbia, mi piace vedere fino dove può arrivare. Mi punta il dito addosso e dice <Non ti azzardare mai più a picchiarmi l'auto>
<Sai il tuo dito non ha un buon odorino. Da un po' di formaggio ammuffito> dico facendo una smorfia.<Non sto scherzando> dice arrabbiato <Nemmeno io> dico seria e mi sbatte di nuovo sull'auto.
<Vediamo di mettere le cose in chiaro. Qui tu non sei nessuno. Qui con me non funziona 'ti prendi per il culo, per vedere dove arrivi quando ti arrabbi' siamo molto simili e so per certo che quello che fai è per farmi incazzare di più> dice
<Mettiamo le cose in chiaro-lo spingo- primo: non toccarmi mai più, tantomeno ti devi azzardare a spingermi, CHIARO? -urlo- secondo: non ti azzardare ad alzare la voce con me, tu non sei NESSUNO!-continuo ad urlare e vedo qualcosa balenare nei suoi occhi, evidentemente sorpresa- terzo: tu non mi conosci. E non sono minimamente simile a te, io non sbatto una persona su una macchina perché sono arrabbiata. Quando sono arrabbiata con una persona io le urlo contro fino a farla sentire come una merda, e se mi sta altamente sul cazzo, come in questo caso tu, inizio ad alzare le mani e ti posso giurare, non sottovalutarmi, che ti mando all'ospedale senza che tu abbia capito cosa sia successo. E sappi che ora mi sto controllando, perché se no ora non staremmo qui al Luna Park, staremo all'ospedale. HAI CAPITO?> continuo ad urlare avanzando verso di lui e spingendolo.

                                 ***
<Tutto bene?> chiede Charlie avvicinandosi, noto che Jason, Carlos e Kate sono indietro così le chiedo <A te non capita mai di avere dei Deja vu? O dei ricordi che riemergono?>
In risposta lei sbianca e poi notando la mia espressione si rianima e dice <No, ma sicuramente non è niente. Andiamo?> chiede
<Ok...> dico titubante.
***
<Grazie per la bella giornata Jas.> dico
<Niente Alex> mi abbraccia
Siamo davanti al dormitorio, le ragazze sono in camera e Carlos mi sta aspettando vicino la mia moto.
<Vado a prendere la pizza con Carlos, ci vediamo dopo Jas> lo saluto e intanto lui va dalle mie amiche, abbiamo deciso di mangiare insieme la pizza.
<Ricordi i gusti?> chiede Carlos
<Yes. Ora andiamo> dico
<Ok> dice lui e andiamo in pizzeria.
***
<Alex intanto porta queste pizze, io vado a noleggiare i film e ti raggiungo, Jason mi ha scritto che non li hanno preso perché erano stanchi.> dice
<Ok va bene.> dico e salgo con le pizze
Quando sono davanti alla porta e sto per aprire li sento parlare.
<Jason lei sta iniziando a ricordare. Dovremmo far avvicinare i ragazzi> sento la voce di Charlie
<No. Ho detto di no. L'avete sentito il dottore? Alexa non può vederli adesso, quando inizierà a ricordare un po' di più vedremo.> risponde Jason
<Ma Jason! Alexa è così strana, è sempre immersa nei suoi pensieri come se ogni volta che fa qualcosa le riemergono dei ricordi. Tra qualche giorno ricorderà tutti e tre. Te l'ho detta l'ultima? Alexa il primo giorno in cui è tornata al college è rientrata nel dormitorio maschile e ha detto e fatto più o meno le stesse cose del primo anno. Jason cos'altro vuoi che faccia? > chiede Kate
<Sta ricordando, sapevi che alla vostra festa ha riconosciuto Alex?> continua Charlie
<Siete troppo precipitose e sapete perché? Volete stare con i vostri ragazzi senza troppi problemi, o meglio senza averla in mezzo ai coglioni. Bè sapete cosa c'è? Non vi permetterò di farle del male perché voi volete stare insieme a loro. Se non volete stare accanto ad Alexa, ora che ha più bisogno di voi be fate come cazzo vi pare, ma ricordatevi che lei ha dato la sua vita, la sua memoria per tenervi al sicuro.> ribatte Jason arrabbiato
<Come osi? Noi abbiamo sbagliato a lasciarla sola è vero. Ma non le faremmo mai una cosa del genere! Sappiamo che è pericoloso, Jason! E non ci è mai pesato vederli in segreto, tutto perché non volevamo farle del male. Ma non ti permetto di dirci che le vogliamo fare del male, perché non è vero! Chi c'era quando Alexa è stata presa in giro da lui? Chi c'era quando Alexa si è spenta? Chi c'era quando si tagliava, quando si ubriacava senza ricordarsi nemmeno il suo nome? E quando è diventata una stronza e noi dovevamo mantenere in vita la sua parte "umana", perché sennò c'era il pericolo di perderla definitivamente? Noi Jason! Noi! Non tu, tu eri, se non sbagli, con lui, il tuo migliore amico, a ridere di lei, a prenderla in giro. E ora, che lei sa che sei suo fratello, per puro caso ti comporti come tale. Ma non scordarti che prima eri uno stronzo con lei> urla Charlie
<Scusate. Avete ragione, mi sono fatto prendere troppo e... mi dispiace non avrei dovuto dirvi quelle cose sono un coglione. È che ho sempre cercato di proteggerla, ma solo in questo ultimo periodo ci sto riuscendo, più o meno, perché non è facile. Non è per niente facile avere una sorella che non ricorda nulla, perché ha perso la memoria.> dice sedendosi frustrato.
In quel momento le pizze mi cadono di mano e loro mi sentono.
<Alexa!> urlano tutti e tre sull'attenti
<Cosa avete detto? Ho perso la memoria?> chiedo

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