UN ESTATE INDELEBILE

PAURA

Mi vestii e uscii, canticchiando la mia canzone preferita. Il mio pensiero fisso era lui: Nicolò.

I suoi occhi mi invadevano, mi rispecchiavo dentro.

La sua voce dolce mi faceva andare in estasi.

Quando d improvviso sentii una mano prendermi da dietro. Mi strinsero quelle mani, mi coprirono gli occhi e mi trascinarono via.

Quando mi tolse le mani, visi lui, Sebastiano, dal blu dei scuoi occhi, all espressione cattiva che aveva.

Mi stringeva forte, sempre di più, finché mi mettei a urlare.

-zitta cazzo

-lasciami, cosa fai?

-ascoltami bene, sai che mio papa' e' molto importante e ottiene sempre quel cazzo che vuole e qualunque cosa gli chiedo lui la soddisfa?

-si lo so, lasciami andare

-ti amo Marta, ti amo e lo hai sempre saputo, ti voglio tutta per me.

-no no, io amo Nicolo'

-ci tieni a lui?

-si che ci tengo ti ho appena detto che lo amo

-lo dimenticherai, mio padre ha gia chiesto ai tuoi se puoi venire con noi a Londra 1 mese . Tu lo devi lasciare

-smettila di stringermi, io con te non ci vengo.

Gli diedi un pugno, e lui inizio' a picchiarmi.

Un pugno, un altro ,un altro e un altro ancora .

Il naso prese a sanguinare e lui si fermo'.

-tu lo lasci e vieni con me, altrimenti al tuo amoruccio gli succede qualcosa.

-NON LO FARAI -urlai con tutto il fiato che avevo.

-certo invece, tu ora vieni con me, ti pulisco la faccia e vai a pensare a quello che gli dirai.

Mi strinse a se e mi baciò, la sua lingua voleva entrare nella mia, ma lo spinsi via.

Lui, l amico che pensavo fosse, non era altro che un animale, possessivo, lo odiavo.

Mi diressi in albergo, e intanto pensavo.

Dovevo ascoltarlo, non avrei mai permesso che a Nicolò succedesse qualcosa di male. Avrei sofferto io, ma lui no. Lui mi avrebbe dimenticato, magari non subito, ma dopo un po, l avrebbe fatto. Io lui non avrei mai potuto scordarlo.

Dovevo dirglielo...iniziai a piangere e mi guardai allo specchio: avevo la faccia piena di lividi.