Capitolo 16

3.1K 243 3
                                    

Ci stacchiamo per mancanza d'aria.
Ora ricordo.~

Taehyung's pov

Le gocce di pioggia ci bagnano da capo a piedi, i nostri sguardi si intrecciano come radici di alberi secolari.
«cosa significa questo bacio?» chiede lui
«è una promessa Jungkook, non posso prometterti di amarti da un momento all'altro, ma posso prometterti di provare a conoscerti, poi chissà cosa il mio cuore proverà, va bene Kookie?» dico con serenità.
Subito nel suo viso si insinua un grande sorriso, vedo delle lacrime scendere dai suoi occhi che velocemente si mischiano con la pioggia battente.
Cerco di asciugargli le lacrime ma il diluvio che si è scatenato me lo impedisce.
«forse è meglio se rientriamo» dico ridacchiando leggermente.
«si hai ragione» dice lui porgendomi il braccio.
«oh signor Jeon, che gentiluomo» dico accettando il suo braccio di buon grado.
«si figuri signor Kim» dice lui con chianando il capo in segno di rispetto.
Con risate e quasi cadute raggiungiamo l'entrata della nostra classe.
«forse è meglio se non ci presentiamo così» dice lui con un sorriso divertito
«e cosa facciamo allora?» chiedo io con espressione interrogativa
«che materie abbiamo le ultime tre ore?» chiede lui
«inglese, storia e storia dell'arte, perché?» chiedo io confuso
«andiamocene» taglia corto lui con sempre stampato il suo sorriso che ora però si fa furbo.
«ma... non chiamano i nostri genitori?» chiedo con sguardo preoccupato
«no, ho un asso nella manica» dice lui ammiccando facendomi cenno di seguirlo.
Sorrido e subito lo seguo.
Si ferma davanti all'infermieria
«Noraaaa~» dice Jungkook entrando nella stanza
«oddio no» dice Nora alzando gli occhi al cielo, ma appena mi vede si blocca
«Nora» la saluto io con un sorriso
«Taehyung» ricambia lei con un sorriso.
Spiego tutto ciò che è successo sul terrazzo e un sorriso sincero s'increspa nel viso della donna.
«quindi ora ricordi tutto?» chiede lei con tono entusiasta
«si, ma voglio fare le cose con calma, anche se ora ricordo, certo, provo una certa attrazione verso Jungkook, ma non voglio correre, perché pur ricordando Jungkook, lui sa che io non sono lo stesso Taehyung, sono cambiato» dico riservando al diretto interessato un calmo sorriso che lui ricambia.
«oh ti capisco perfettamente Taehyung» dice Nora prendendo la mia mano in un gesto affettuoso, io sorriso soltanto in segno di ringraziamento.
«sai che ti voglio tanto bene vero Nora cara?~» chiede Jungkook ammicando
«cosa ti serve sta volta» chiede lei con un leggero sbuffo
«mi procureresti due permessi d'uscita?» chiede lui fingendo un tenero sorriso
«Jungkook lo sai che se mi beccano sono nei guai vero?» chiede lei con tono retorico
«si lo so ma è per una buona causa» dice lui indicando i nostri vestiti fradici.
«mi porterai allo sfinimento Jungkook» dice lei prendendo dal cassetto due foglietti bianchi.
Inizia a scrivere freneticamente su questi foglietti per poi uscire dall'infermieria.
Dopo qualche minuto Jimin e Jin arrivano nella stanza con alle spalle gli zaini miei e di Jungkook.
Dopo qualche istante anche Nora entra nell'infermieria con il suo solito sorrisetto dolce.
Ringraziamo Nora, salutiamo Jin e Jimin e finalmente usciamo da scuola.
La pioggia è cessata ma è rimpiazzata da un forte e gelido vento.
Mi stringo di più nella mia felpa fradicia.
Jungkook nota il mio gesto e subito si ferma in mezzo al marciapiede, rovista nel suo zaino per poi tirare fuori da esso una felpa.
«tieni, io non ho freddo» dice lui porgendomela
«sei sicuro?» chiedo io prima di prenderla dalle sue mani
«certo, prendila pure» dice lui sorridendo.
Con timidezza prendo la sua felpa tra le mani, la indosso e subito percepisco un profumo dolce, vaniglia.
«non cambi mai eh?» dico io respirando a pieni polmoni la sua essenza
«mai» ribatte lui con un sorrisino.
Chissà a cosa sta pensando.
Dopo un attimo di silenzio riprendo parola.
«Jungkook mia madre è a casa, se mi vede tornare a quest'ora si chiederà come sono uscito da scuola, come facciamo?» chiedo leggermente preoccupato
«vieni a casa mia» taglia corto lui
«se vuoi facciamo una doccia e ti presto qualcosa» dice lui con scioltezza
«f-facciamo?» chiedo incerto fermandomi di colpo sul posto.
«si, la fai tu e dopo la faccio io» risponde. Subito mi do dello stupido. Gesù che figura di merda.
«cosa credevi principessa?» chiede lui abbassandosi alla mia altezza con un sorriso furbo
«io? N-niente» dico ricominciando a camminare di colpo
Il silenzio cala fra di noi, fino a che arriviamo a casa sua.
Mi tolgo le scarpe in segno di rispetto e lui fa lo stesso.
«vieni, andiamo in camera che ti presto qualcosa da vestire» dice lui facendomi cenno di seguirlo.
Saliamo le scale e ci avviamo in camera sua, entriamo e subito si dirige verso l'armadio.
Prende una maglietta bianca e una felpa dello stesso colore con un pantalone nero.
«ti do anche un paio di boxer che non so i tuoi ma i miei sono fradici» dice lui con una risatina.
Io in risposta sorrido imbarazzato.
«oh aspetta un secondo vado a prendere un accappatoio, fai come se fossi a casa tua!» dice lui uscendo dalla stanza.
Come il mio solito do un occhiatina in giro e posato sopra la scrivania noto un libricino blu in cuoio.
Controllo che non stia arrivando e apro il libricino.
Pagina per pagina noto disegnati occhi, labbra, nasi e mani, insomma c'è di tutto.
Tutti esattamente uguali, stessi nasi e mani, le forme non cambiano mai.
Leggo le date: ?/?/1335
                          22/7/1398
                          5/01/1456
                          8/09/1500
                          27/12/1580
                          9/03/1634
                          7/08/1707
                          31/05/1793
                          4/11/1824
                          17/02/1897
                          30/04/1938
                          19/08/2019

«vedo che hai trovato il libro dei ricordi» dice Jungkook facendomi sobbalzare sul posto
«non volevo dimenticarmi il tuo volto, così ogni volta che potevo disegnavo piccole parti di te, per non dimenticarti, e lo so che può sembrare una cosa un po' psicopatica e strana, ma l'unica cosa che volevo era ricordare te, il tuo viso, le tue mani, quindi ogni volta che mi reincarnavo  cercavo di ritrovare questo libro, che sotterravo sempre sotto la quercia che si trova davanti al cimitero del paesino, "South-hand on sea" non è molto conosciuto» dice lui prendendo il libricino per poi sfogliarlo con delicatezza.
«è stato il mio metodo per rimanere, in un certo senso, in contatto con te» dice lui guardandomi con un sorriso.
Cavoli.
«vorrei averti ricordato anch'io... ma sinceramente oltre al 1335 non ricordo nulla, forse questa è la mia seconda reincarnazione non lo so...» dico massaggiando nervosamente il mio braccio destro
«hey, va tutto bene, alla fine ci siamo incontrati di nuovo no?» chiede lui con un sorrisino
«si, fortunatamente si» rispondo io.
Finalmente le voci velenose che ho nella mia testa cessano di insultarmi, è come se tutti i miei problemi quando sono con lui sparissero.
Finalmente, mi sento felice.
                         

Remember us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora