Capitolo 4

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Il Signore comanda agli angeli ed essi sono ubbidienti alla voce della sua parola. Fanno ciò che egli dice e ciò che egli gradisce.

[Salmi di David]



Rehael sedeva in maniera scomposta sul divano bianco neve dell'appartamento di Camael, con gli stivali neri e lucidi che sprofondavano tra le fibre morbide del tappeto altrettanto candido, minacciando di lasciare spregevoli macchie. Camael lo guardava senza curarsi di dissimulare il fastidio.

Rehael era una Potestà, lavorava nella sua stessa giurisdizione, mal tollerava gli umani, ma di sicuro detestava molto più i diavoli, per questo, nella sua sgraziata figura, si riusciva comunque a vedere la luce bruciante d'odio che rendeva rigidi i suoi lineamenti.

«Il motivo della tua visita?» Camael fece una domanda secca, senza un briciolo di garbo.

«Metterti in guardia.»

«Bene, da cosa?»

«Quel diavolo.»

Camael decise solo allora di accomodarsi sul divano di fronte, dando infine chiaro segno di voler davvero iniziare una conversazione con Rehael. «Quale diavolo?»

«Quello che ti sei scopato.»

«Non è esatto.» Sorrise. Il pensiero corse ad Andras, al fiato bollente sulla nuca, ai denti aguzzi sulla pelle, al grosso cazzo spinto con forza tra le sue natiche. «È lui che ha scopato me.»

Rehael fece una smorfia di disgusto. «Non dovresti permettergli di toccarti. Sei una Potestà, i Fiammeggianti non si fanno compromettere.»

Camael annuì con aria assorta. «È probabile che tu abbia ragione. Credi che anche Michael si sia posto lo stesso problema con Lucifer?»

La postura scomposta di Rehael si raddrizzò improvvisamente. Occhi sgranati, di quel violetto slavato che faceva apparire il suo sguardo languido. «Non insinuare!»

«Non sto insinuando. È un segreto noto a tutti, tanto quanto il fatto che negli appartamenti del Neutral ognuno si sceglie l'amante che preferisce.»

La Potestà gli puntò il dito contro, incattivito. «Tu hai scelto il parcheggio per scoparti quella feccia!»

«Non ho nessuna necessità di renderlo un segreto. Non voglio che strisci sulla bocca di tutti, dovrà piuttosto essere gridato ai quattro venti.»

«Sarai disapprovato, redarguito e infine punito! E se anche Michael si porta a letto Lucifer, non sarà felice di sapere che una Potestà ha una relazione manifesta con un Caduto!»

«Una relazione manifesta?» Camael rise di gusto, quale ingenuità! «In questo caso non hai nulla da temere. Non prevedo alcuna relazione, io voglio solo giungere al Neutral portandolo al guinzaglio.»

Rehael rimase a bocca aperta. Quel suo viso triangolare, con le labbra carnose, i lunghi capelli lilla, le sopracciglia sottili inarcate, aveva un'espressione stupefatta tale da risultare comica oltremisura, del tutto cancellato il solito piglio freddo e sprezzante.

Camael si compiacque, era proprio quel genere di reazione che desiderava vedere nei volti di tutti, Elevati e Caduti.

«Hai altro su cui mettermi in guardia?»

Per qualche istante Rehael sembrò non respirare nemmeno. «Quel diavolo non è un maligno qualunque, è uno dei marchesi dell'Inferno, ne sei consapevole, vero?»

«L'ho scelto per questo.» E perché lo trovava magnificamente avvenente. «Addomesticarlo sarà molto gratificante.»

«Te lo ripeto, Michael...»

Camael sollevò bruscamente una mano, interrompendolo. «Michael potrà pure fottersi Lucifer, ma non riuscirà mai e poi mai a renderlo suo schiavo!»

«Dovresti fermarti finché sei in tempo, Camael, portatelo a letto negli appartamenti del Neutral e taci, come fanno tutti gli altri. Sarà meglio per te non andare contro le usanze.»

«Grazie per la tua visita, Rehael, la prossima volta però avverti, ti farò trovare un piacevole rinfresco.»

L'altro strinse le labbra in una linea rabbiosa, ma si alzò in piedi e si diresse a passo di marcia verso la porta.

Camael lo accompagnò e lo chiuse fuori dopo avergli chiesto di portare i suoi saluti a Michael. Tutto sommato quella visita sgradita si era rivelata gratificante.

Lui non era una marionetta di Michael, e se il Creatore gli aveva donato la capacità di soggiogare persino un marchese infernale, per quale motivo non avrebbe dovuto farlo? Non c'era nulla da perdere, non c'era nulla da rimpiangere. Bisognava solo far cadere sulle labbra affamate di Andras qualche goccia di Paradiso, poco alla volta, quel tanto che bastava a renderlo dipendente.

Per come erano andate le cose fino a quel momento, non si prospettava una sfida particolarmente difficile.

Si voltò incamminandosi verso la camera da letto, aveva fatto passare abbastanza tempo, quella sera sarebbe tornato al Neutral.

NeutralWhere stories live. Discover now