Capitolo 15

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Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio: non c'è rimedio per la sua ferita.

[Siracide– capitolo 21]

Ambrosia celestiale, il succo della carnalità, il canto della concupiscenza, il sapore della depravazione. Eppure...

Eppure.

Così soave quel suo subitaneo abbandonarsi. Ride, ma si dona, senza alcun indugio, il diavolo perverso, tra le ali bianche di un angelo che non vuol altro che tenere in mano il capo del guinzaglio.

Fin dall'inizio Camael lo aveva saputo, lo aveva visto, su, nel Terzo Cielo, al tramonto di una battaglia così sanguinosa da aver tinto l'arcata stellata del rosso del fuoco e del sangue: un demone tutto corna, zanne, artigli e nerofumo, corrotto e puro insieme.

Katharos.

«Sei vestito, immagino.»

«Certo che sono vestito, sono appena rientrato a casa dall'ufficio.»

«Bene, uno dei tuoi soliti completi eleganti?»

«Ho stile, lo ammetto.»

«Vorrei che ti togliessi la giacca e poi la camicia.»

Fruscio in sottofondo, un rumore che scivolò nel silenzio colmo di promesse. «Fatto, e ora, i pantaloni?»

«No. Dimmi, sei nella tua camera?»

«Sì.»

«Stenditi sul letto.»

«Sono disteso.»

«Voglio che ti sfiori il viso con la mano libera, dolcemente, come una carezza.»

Silenzio.

«E ora porta le dita attorno al collo, stringi un po', senti che manca qualcosa, vero?»

«Il collare.»

«Sì, il tuo collare.» E il mio guinzaglio.
«Scendi ancora un po', sopra lo sterno, premi il palmo. Cosa senti?»

«Il battito.»

«E com'è?»

«Forte.»

«Come te, mio adorato demonio, come vorrei ascoltarlo sul palmo della mia mano!»

«Allora vieni qui.»

«No, non si può, troppo presto, ma il tuo tocco fallo diventare mio. Mi ami ancora?»

«Sì.»

«Magnifico! Ora com'è il battito?»

Esitazione. «Più veloce.»

«Sposta la tua mano sul pettorale, trova il capezzolo, toccalo con la punta, punzecchialo, poi pizzicalo, ma piano. Descrivimi cosa provi.»

«Io... è piacevole. È diventato turgido.»

«Prendilo tra indice e pollice, tiralo, strizzalo più forte.»

Un sussulto, uno sbuffo.

«Fa male?»

«No, è solo... più intenso.»

«Fa' lo stesso all'altro capezzolo.»

«Mi sta venendo duro anche il cazzo.»

«Oh, diavolo vizioso! Non ti azzardare a toccarlo, a lui penseremo dopo.»

«Un'altra tortura?»

«La più dolce di tutte. Fa' il bravo, metti il telefono in viva voce e usa entrambe le mani, voglio i tuoi capezzoli gonfi e doloranti.»

Rapido tramestio, un sospiro in lontananza. Poi un gemito.

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