Capitolo 13

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Let go of your holiness

Hold on to me

Just trust this

I can make you pure

I can set you free

Put your faith in me

I'll set you free

Freedom comes at a price

Your life

Freedom comes at a price

Your life

Give me your heart

Give me your soul

Surrender and I will take control

Let down your guard

Put down your arms

The Sacrifice that you must make

Freedom comes at a price

Your life

Freedom comes at a price

Your life

I'll give myself fully to you

I'll blindly walk wherever you lead

Freedom comes at a price

Your life

Freedom comes at a price

Your life

Immolation- Amarante

Scendevano gocce gelide dalla pensilina fessurata. Il parco urbano era un groviglio di cemento attorno a cespugli irsuti di camedrio. Panchine bordate di ruggine, foglie di castagno che formavano piste marcescenti sopra i viali.

L'autunno al suo imbrunire, luce malinconica che stillava dalla pioggia sottile, qualche scintillio lontano, laddove i fanalini delle macchine foravano la foschia. La città era solo un gigante in ombra tutt'attorno.

Il soprabito bagnato, i capelli raccolti sotto il fedora beige, tra le mani coperte dai guanti l'ombrello chiuso, stillicidio sul pavimento di graniglia.

Il tempo scorreva con una tale lentezza, eppure non c'era fretta. La notte imminente alle sue spalle e, davanti, i pochi alberi a far da scudo al tramonto offuscato.

Bastava aspettare.

Camael alzò appena il viso, un istante prima che braccia robuste lo stringessero da dietro. Un trench leggero, forse troppo per quei primi aliti d'inverno. Sorrise: chi viene dall'Inferno non teme né fuoco né ghiaccio.

«Tu chiami e io accorro ma, sai, gli uffici sono ancora aperti, gli affari non si fermano per un capriccio.»

«Un capriccio?» L'angelo sbuffò, divertito e si premette contro l'altro, assaporando quel perfetto nido di muscoli e calore.

«Tu chiami e io accorro» ripeté Andras, la sua voce fatta sussurro, le labbra che gli sfioravano il lobo dell'orecchio, scavando col naso sotto il cappello, la barba che gli stuzzicava la pelle.

Camael avvertì un primo brivido.

Erano passati solo due giorni dalla loro ultima sera al Neutral, Rehael insisteva affinché lui gli portasse nomi, date e luoghi sulla misteriosa operazione dei diavoli, sapeva che anche Andras era coinvolto, il supervisore si era fatto velatamente minaccioso.

Sospirò.«Il parco è sempre vuoto in questo periodo, non trovi che sia un ottimo posto per incontrarci senza destare troppo scalpore?»

«Temi che ci tengano d'occhio?»

«Non lo temo, ne sono sicuro.» Che motivo aveva di mentire? Non intendeva consegnare Andras a Michael. Il marchese infernale era suo!

Andras gli baciò la linea della mascella e gli morse il collo,costringendolo a piegarsi. «Possiamo anche rifugiarci nei buchi più bui della città, non credo che serva a molto.»

Camael scrollò l'ombrello e poi lo aprì, ponendolo sopra le loro teste. «Forse no. Andiamo, prima che la pioggia diventi insopportabile.»

«Dove?»

La Potestà sorrise. «Non lo so, in un posto più confortevole?»

Andras gli avvolse un braccio attorno alle spalle e s'incamminò, conducendolo lungo i vialetti vuoti. I pochi lampioni si accesero quando passarono, proiettando ombre bluastre ai loro piedi.

Il tempo che, forse, scorreva un po' meno lentamente.

Arrivarono dove c'era una grossa macchina nera parcheggiata, il diavolo lo invitò a salire sui sedili posteriori e poi lo affiancò.

Davanti a loro, senza voltarsi, la donna che Camael aveva trovato nuda nell'appartamento di Andras. Capelli raccolti, divisa scura. Non si mosse quando entrarono, ma occhi bruni gli si conficcarono con rabbia addosso dallo specchietto retrovisore.

«Abbastanza confortevole?» domandò il demone.

Macchina grande, piacevolmente climatizzata, tappezzeria di lusso, buon profumo. Camael si tolse il cappello e si sfilò i guanti. «Un po' affollata» commentò, con un cenno del capo verso la donna.

Andras pigiò un pulsante e una cortina nera si sollevò fino a isolare la zona posteriore della vettura dai sedili anteriori.

«Meglio?»

Camael appoggiò la punta delle dita tra la barba folta e carezzò lentamente. «Mi hanno chiesto di venderti.»

Andras mostrò appena una scintilla di stupore. «E lo farai?»

«No, perché tu sei mio.»

L'altro inclinò la testa, uno strano sogghigno sulle labbra. «Mi hanno chiesto di estorcerti informazioni.»

«E lo farai?»

«No, perché sono tuo.»

Un bacio, un premio. Sollievo. «Ho un regalo per te.»

NeutralWhere stories live. Discover now