Capitolo 28

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Tutto posso in colui che mi dà la forza.

[Filippesi 4:13]


Faticò a destarsi, evidentemente fare l'amore con Camael doveva essere stato uno sforzo superiore alle sue attuali energie. Sentirsi così debole lo frustrava, c'erano questioni che avrebbe voluto affrontare il prima possibile, come la faccenda di Eleanore, ma allo stesso tempo non voleva rinunciare a quei momenti preziosissimi insieme alla Potestà. Si mosse piano sul letto, cercò con le mani il corpo dell'angelo, non avvertendo alcuna presenza si forzò ad aprire gli occhi. La luce nella stanza era lieve, c'era un sottile aroma di caffè e qualche altra fragranza dolciastra. Niente eliotropio nell'aria, forse solo su lenzuola e cuscino.

«Camael?» chiamò, la voce pastosa, gracile. Si schiarì la gola, detestando quella fragilità. «Camael, dove sei?»

Poi notò il vassoio con la tazza coperta, i pancakes sul piattino, un giglio bianco su un piccolo recipiente e un foglio di carta ripiegato in quattro sotto di esso.

Si mise seduto, cercando di spiegare le ali con estrema cautela, vista la condizioni in cui si trovava non era il caso di farle sparire, sarebbe stato meglio mantenere la sua forma originale per agevolare il processo risanatore, anche se, dopo la precedente notte di sesso i bendaggi si erano un allentati e si vedeva sotto di essi la superficie rossa e piagata sopra l'ossatura. Digrignò i denti, un pollo spennato, ecco quello che sembrava! Fece comunque un respiro profondo, cercando di calmarsi, poi si allungò per afferrare il foglio. Per evitare che il vasetto cadesse lo trattenne con la mano e sfilò il biglietto.

Giglio bianco, simbolo di purezza, mai e poi mai avrebbe pensato che qualcuno gli avrebbe regalato proprio quel fiore. Aprì il messaggio e lesse.


Ben svegliato, mio adorato demonio,

avrei tanto voluto poltrire ancora un po' accanto a te, purtroppo alcune situazioni di una certa urgenza richiedono la mia attenzione. Ti ho preparato la colazione, caffè amaro come piace a te, pancake con farina integrale e gocce di cioccolato, perché hai bisogno di recuperare energie e perché, come ben sappiamo, gli umani su questo sono molto più avanti di noi e di fronte ai pancake non c'è ambrosia che tenga.

Mangia, riposa ancora tranquillo, ho lasciato vicino a te dei libri e un computer, magari vuoi vedere qualche film o ascoltare un po' di musica. Conto di tornare presto, fa' il bravo cucciolo o dovrò punirti!

Tuo Camael.


Andras si corrucciò. Situazioni urgenti? C'era solo una situazione urgente che Camael doveva affrontare e Andras gli aveva detto che non avrebbe dovuto farlo da solo!

Dannati angeli idioti che non erano in grado di comprendere fino a che punto la loro arroganza poteva danneggiarli!

Debolezza o meno non poteva permettere che Camael affrontasse da solo quel disastro, così gettò di lato lenzuola e coperte e iniziò ad alzarsi.

Avrebbe mangiato, certo che sì, si sarebbe lavato e poi avrebbe cercato di capire in che modo muoversi, forse sarebbe stato opportuno contattare Naberius, lui poteva conoscere gli spostamenti della Potestà o almeno avere notizie su cosa stava accadendo ai quartieri angelici.

«Maledetto te, Camael, sarò io a punirti, altro che cucciolo e cucciolo!» inveì, mentre si infilava in bocca uno dei morbidi pancake.

Fu costretto davvero a chiamare Naberius, se non altro per farsi portare degli abiti da indossare. Gli girava la testa e gli tremavano le ginocchia, quella fiacca era frustrante, ma strinse i denti e si obbligò infine ad assumere forma umana per uscire in strada, mentre l'amico, con aria agitata, lo metteva a conoscenza di ciò che era accaduto quella notte e quella mattina.

«Non siamo riusciti a trovare l'umana, ovviamente sta cercando di far perdere le sue tracce, non che abbia molta possibilità di sfuggire davvero, anche se probabilmente sta contando sulla protezione dei bastardi piumati.»

«Al momento Eleanore è l'ultimo dei miei pensieri, Nabe, e comunque smettete di cercarla, ci penserò io a tempo debito, credo che questo sia il minimo. Ora mi serve di sapere se ci sono novità di rilievo da parte di Rehael e il suo squadrone di Potestà.»

Neberius parve rifletterci. «No, non abbiamo alcuna notizia, è probabile che ancora non ci sia nulla di eclatante nell'aria, si parla della nostra disfatta, ahimè, c'è un tale fastidioso chiacchiericcio al Neutral, ma non ci sono notizie dirette su quello stronzo di Rehael.»

«E di Camael, cosa si dice?»

«Strano ma vero, nessuno lo nomina, forse gli angeli vogliono insabbiare la faccenda?»

Andras ci pensò su, poteva essere, almeno per salvare le apparenze. Di sicuro però Rehael avrebbe fatto di tutto per danneggiare Camael. «Chiamami un taxi, devo andare ai quartieri angelici.»

«Un taxi, ma cer... Cosa? Ti sei rincretinito? Non puoi andare ai quartieri angelici, sei praticamente vivo per miracolo!»

«Camael si trova lì, non posso lasciare che affronti la cosa da solo.»

«E come pensi di aiutarlo? Lasciando che finiscano di arrostirti?»

Il marchese infernale contrasse la mascella, i timori di Naberius erano giusti, ma cosa avrebbe dovuto fare? Permettere davvero che Camael affrontasse l'ira di Michael da solo? Aveva visto il dolore nei suoi occhi quando aveva parlato di una possibile Caduta.

Un suono tintinnante s'alzò nell'aria, sovrastando il frastuono del traffico, un insieme di campanellini che intonavano una canzone natalizia. Naberius gli fece un cenno con la mano e poi tirò fuori dalla tasca il cellulare. «Ehi, Orobas, mi sono assentato per andare a prendere Andras, ora stiamo per... Ah, davvero? Ne sei sicuro? Proprio sicuro sicuro?»

Andras osservò Naberius ballettare sul posto, annuire, passarsi una mano sulla fronte e sugli occhi e annuire di nuovo. «Sì, credo proprio che verremo entrambi, grazie.»

«Allora?»Il marchese iniziava a sentirsi ansioso come non mai.

«So dove si trova davvero il tuo Fiammeggiante.» Nabe tirò fuori un colorato fazzoletto dalla tasca e si asciugò la fronte coperta di sudore freddo.

«E dunque?» lo incalzò.

«Chiamiamo un taxi, ma per andare al Neutral.»

NeutralWhere stories live. Discover now