Capitolo 30

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Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà.

[Isaia 43:2]

«Io amo Andras.»

Quelle parole, nitide, forti, quasi sibilline, furono ciò che il marchese infernale udì non appena varcò le porte a specchio del Neutral.

Appoggiato al corpo di Naberius, tentando di muovere passi su gambe che pesavano come macigni, con la testa che girava e fitte dolorose in tutto il corpo, si fece strada in quella immobilità attonita mentre decine di teste si giravano nella sua direzione. Sussurri su sussurri lo accolsero, occhiate guardinghe, sospettose, confuse o sbalordite. Qualche ghigno divertito.

«Si parla del diavolo...» Lucifer ridacchiò alla sua stessa battuta, poi rivolse un cenno di saluto verso i nuovi arrivati, con quel suo sorriso placido che minacciava orrori e funeste sofferenze.

Nabe, mentre avanzava sostenendo Andras, trasalì. «Cazzo, amico, c'è davvero il Capo. E c'è davvero anche Michael! Ma che accidenti ha combinato il tuo scopangelo, eh? La vedo proprio brutta!»

Le attenzioni di Andras però non erano rivolte né a Lucifer né a Naberius, nonostante fosse consapevole che la situazione non era solo anomala, ma anche piuttosto rischiosa, l'unica cosa che riusciva a pensare erano le parole che aveva udito, pronunciate da Camael.

«Un marchese dell'Inferno, niente meno.» Michael si appoggiò al bancone alle proprie spalle, una coppa vuota in mano, si rivolse verso Andras, stringendo lievemente le palpebre con aria predatoria. «Già che è giunto fin qui sentiamo anche la sua versione.»

«Ho saputo che qualcuno ti ha tradito, Andras» riprese Lucifer.

Lentamente il marchese si staccò da Naberius, anche se quest'ultimo fece un po'di resistenza nel lasciarlo andare. Andras mosse passi incerti fino a fermarsi davanti a loro. Cercò lo sguardo di Camael e lo trovò. La Potestà corrucciò le sopracciglia e gli sillabò tacitamente qualcosa sul dover restare a letto. Andras fece un lieve sorrise, si sarebbe preso volentieri i rimproveri una volta che tutta quella faccenda fosse finita. Sperando che finisse in modo diverso da quello che si prospettava.

«Sì, qualcuno mi ha tradito» rispose. «E io ho peccato di una incredibile ingenuità al riguardo, ma non è stato Camael. Lui in verità non ha tradito nemmeno la sua Cerchia, semplicemente ha tutelato me senza però interferire in altro. Non c'è nulla che gli possa essere recriminato.»

«Ha ostacolato un suo diretto superiore» osservò l'Arcangelo.

«Mi ha salvato per amore, immagino che questa sia una giustificazione accettabile per voi angeli.» Andras non vacillò, se dovevano contare su quello allora che apparisse come legittimazione e non debolezza.

Lucifer ridacchiò e poi incalzò con quel suo fare ambiguo. «E tu, quali scusanti hai?»

«Io?» Andras avvertì il peso dello sguardo di Camael su di lui ma rimase fermo nella sua decisione. «Nessuna scusante per la mia mancanza, mio signore.»

«Vedi?» Lucifer si rivolse a Michael. «Quello da punire non è il tuo angelo, ma, ahimè, il mio diavolo.»

«No!» La Potestà accorse verso Andras, gli avvolse le braccia attorno alla vita e si strinse a lui. «Non permetterò che nessun altro lo tocchi!»

Andras si appoggiò istintivamente, era stanco come non mai, ma non avrebbe ceduto fino a quando non fosse stato certo che Camael se la sarebbe cavata. «Va tutto bene, è giusto che sia io a pagare, l'errore è stato mio.»

«Non va bene niente, ho detto che non lo permetterò, quindi taci!» Quattro ali si sollevarono, ribaltarono tavoli mandando in frantumi bicchieri, generando grida di sorpresa. Gli occhi di Camael divennero due astri ardenti e furiosi.

Andras avvertì l'energia provenire dal corpo che gli stava così stretto addosso agitarsi tutt'attorno a loro. «Camael, non puoi...» sibilò, ora sul serio spaventato, ma si rese conto di essere pronto a tutto, anche ad affrontare tutte le legioni infernali e le armate degli Arcangeli al fianco del suo amato. Perire insieme sarebbe stato drammaticamente poetico.

«Quanto entusiasmo!» esclamò il Re dei diavoli ad alta voce, bloccando in qualche modo quell'improvvisa sferzata di ostilità.

Michael aveva già alzato una mano con aria aggressiva, ma lo stesso Lucifer lo fermò, poggiandogli dita snelle sul polso sollevato e facendoglielo abbassare. «Voi angeli siete proprio bellicosi! Qui al Neutral è proibito ogni scontro, sono queste le regole, giusto?»

Molti degli astanti di entrambe le fazioni si erano già alzati in piedi, si rimisero seduti con circospezione.

Il bonario sorriso di Lucifer si spense lentamente mentre tornava a fissare i due amanti. «Un angelo e un diavolo possono davvero amarsi? La nostra essenza ha un'origine comune ma la nostra esistenza è, invero, antitetica per intento e volontà. Essenza ed esistenza, nel caso di angeli e diavoli, rappresentano una dicotomia, un'insanabile divergenza di scopi.»

Andras, che aveva temuto il peggio, osservò gli occhi di Michael, che alla provocazione di Camael si erano fatti fiammeggianti, tornare freddi. Se fino a poco prima stava per scatenarsi il pandemonio, ora il comandante delle Schiere Angeliche sembrava essersi fatto malinconico. «Angeli e diavoli non possono amarsi.»

Lucifer lasciò andare il polso dell'Arcangelo, le sue dita lo sfiorarono in una segreta carezza. «Allora che sia questa la loro punizione, che il sentimento di cui si fanno scudo gli si ritorca contro come una spada.»

Andras trattenne il fiato, ma con una mano strinse il fianco di Camael.

«D'accordo, parlerò io con Rehael, in quanto a voi, mi auguro di non essere più disturbato per simili facezie!» Michael si alzò dallo sgabello e passò loro accanto fino a sparire oltre i battenti.

Lucifer, dopo aver indugiato con lo sguardo sull'Arcangelo fino a quando questi fu sparito, si alzò a sua volta per porsi di fronte a Camael e Andras. «In quanto a voi due, sono davvero curioso di vedere dove vi porterà questo amore, ammesso che lo sia davvero. È facile confonderlo con l'attrazione sessuale e il brivido per la trasgressione, ma, se così non fosse, fatemi un fischio, magari vale la pena provare ad assaggiarlo.»

Con quell'ultima osservazione anche il Re dei diavoli lasciò il locale.

Alle loro spalle Naberius tirò un rumoroso sospiro di sollievo, tutti i presenti presero a parlare tra loro con concitazione e Andras, così stremato da temere di svenire, si girò e abbracciò Camael, nascondendo il viso tra i suoi capelli biondi. «Non c'era cosa più assurda di questa che potessi organizzare, convocare Lucifer e Michael, che ti è saltato in mente!»

Camael gli accarezzò la schiena, finalmente iniziando anche lui a rilassarsi. «Però ha funzionato. Piuttosto, non ti avevo detto di restare a letto? Sei davvero un cucciolo disobbediente e dovrò punirti.»



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