Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amor perfetto caccia via la paura; perché la paura implica apprensione di castigo; e chi ha paura non è perfetto nell'amore.
[1 Giovanni 4:18]
Lo guardò volare via.
La notte moribonda s'ingrigì sopra i tetti luccicanti dei grattacieli, la nebbia divenne pioggia. Tutto si spense.
Andras raggiunse il mobile dei liquori, i frammenti di cristallo scricchiolarono sotto i suoi piedi nudi. Prese una bottiglia di bourbon e poi sedette sul divano, fissando il paesaggio opaco ne tracannò lunghe sorsate. Aveva ancora tracce di sangue sotto le unghie, tracce di sperma sullo stomaco e sul pube e tracce di paradiso sulle labbra.
Un groviglio insano nello stomaco, la consapevolezza di essere in piena caduta, fece un sorriso sarcastico, avrebbe dovuto esserci abituato...
...a cadere.
La bottiglia ormai quasi vuota fu abbandonata sul pavimento di resina epossidica, Andras si distese lentamente, le ali si ripiegarono formando un sudario attorno a lui. Dormire poteva essere una buona idea, forse sarebbe riuscito a farlo almeno per un paio d'ore, prima di dover rispondere ai suoi impegni terreni. Le penne delle sue ali rimandavano ancora un accenno del profumo di Camael, sentore di eliotropio e d'infinito, vi si rannicchiò dentro e chiuse gli occhi.
** * *
La grande sala delle riunioni era vuota, sul lungo tavolo centrale rimanevano bicchieri opachi, alcune bottiglie d'acqua semivuote e qualche foglio scribacchiato a testimonianza della riunione appena finita.
Berith, duca dell'Inferno, sedeva a braccia incrociate sul piccolo sgabello accanto alla lavagna per le proiezioni. Nella sua versione umanizzata la pelle cremisi era color caramello, il naso curvo e lievemente prominente verso le labbra sottili gli dava un aspetto solenne da nativo americano, così come i capelli lisci, neri, tenuti indietro in una bassa e austera coda. I suoi occhi scuri erano chiusi in un moto di riflessione che durava ormai da parecchi – troppi –minuti.
Andras si massaggiò l'arco nasale con indice e pollice; accanto a lui, in piedi, ballettando lievemente da un piede all'altro, Naberius sembrava sulle spine.
Berith si decise infine a rompere il silenzio. «Avete detto qualche migliaio?»
«Sì, mio signore.» Il balletto nervoso di Naberius si intensificò.
«Nella migliore delle ipotesi» specificò Andras. Meglio contenere le stime, benché comprendesse il desiderio di fare buona impressione del suo amico.
«Come avete potuto sentire nell'incontro di prima, abbiamo già l'appoggio della Newtech, quindi non c'è motivo di dubitare.» Naberius gli lanciò un'occhiataccia e poi rivolse il suo sorriso più rassicurante al duca.
Berith si alzò di colpo, facendo ruotare lo sgabello. «Va bene, mi fido, anche l'Ottava Giurisdizione sarà vostra, ma voglio quelle anime entro i prossimi sei mesi, siamo intesi?»
«Intesi!» Comparsa dal nulla, la coda coriacea di Naberius scodinzolò, colpendo Andras sulla schiena.
«Grazie per la fiducia, non vi deluderemo.» Anche Andras si alzò, reprimendo l'imprecazione che si era formata sulle sue labbra.
«Ne sono certo.» Berith uscì, senza troppi convenevoli, lasciandoli infine soli.
«Merda, Naberius, contieniti! C'è mancato poco che ti mettessi a zampe all'aria per farti fare i grattini sulla pancia» disse Andras, sollevando le sopracciglia con disapprovazione.
«Oh! C'è molto da lavorare! Ma, che io sia dannato, questa è la terza Giurisdizione che ci affida, tra poco Lucifer dovrà per forza farmi marchese!»
Andras si sbottonò la giacca, aveva la gola secca e tanta voglia di alcol. «Sei già dannato, Nabe, in quanto alla promozione, penso anche io che presto avrai il titolo.»
«Ehi, non potresti, che so, chiedere al tuo fidanzato angelo se per caso ha qualche informazione utile da passarci? Sai com'è, l'accordo è praticamente siglato con la Newtech e questo ci agevola molto, ma mi fido poco delle Potestà, potrebbero avere un piano per contrastarci.»
Andras, che già si immaginava in viaggio verso il Neutral si bloccò di colpo. «Il mio fidanzato angelo?»
«Sì, raggio di sole o come si chiama, magari se te lo lavori bene si sbottona un po'.»
Il marchese infernale si girò, guardando il suo amico con espressione tutt'altro che amichevole e questo fu immediatamente chiaro perché il sorriso bianco e soddisfatto di Naberius scomparve all'istante.
«Non è il mio fidanzato, ci vado a letto e niente altro.»
«Siete stati insieme fuori dal Neutral, lo sanno tutti.»
Andras si leccò le labbra, la necessità di alcol aumentava. «È solo perché è un tipo complicato, non molto convenzionale.»
Naberius lo fissò con aria perplessa. «È un angelo, non può non essere convenzionale!»
«Non ti credevo così ottuso, pensi che tutti gli angeli siano fatti con lo stampino?»
«Sono angeli!» insistette l'altro allargando le braccia. «Seguono schemi, ordini e leggi, siamo noi quelli creativi.»
«Non gli chiederò nulla di tutto questo, in primo luogo perché non otterrei nessuna informazione da lui, secondo perché sarei io, semmai, a dargliene e non mi sembra molto intelligente.»
Naberius si imbronciò. «Fa' come credi, ma non sarebbe stato male avere qualche soffiata.»
Andras aprì la porta. «Lui non è niente più che una scopata.» Uscì, con la bocca bruciata dalle sue stesse parole.
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Neutral
FantasyStiamo vivendo un momento difficile a livello creativo, questo racconto che proporremmo a puntate è una sorta di esercitazione, per cui già da ora perdonate se non sarà perfettamente editato e se lo stile a volte farà delle altalene. Aggiorneremo ci...