Capitolo 10

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Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

[1 Timoteo 2:3-4.]

La loro essenza celestiale trascendeva la materia e, al tempo stesso,era in grado di gestirla. Ali, corna, modifiche strutturali di un certo livello non impedivano di indossare vestiti di foggia umana, camminare sul selciato o aprire le porte per attraversare un ostacolo concreto. Loro facevano parte di quel mondo tanto quanto gli umani, ma alcune leggi fisiche non erano poi così ineluttabili.

In molti casi si schermavano alle persone, per apparire esattamente come loro e potervi stare in mezzo senza problemi, in altri si mostravano senza illusorie coperture.

In quanto Potestà avevano il compito di vigilare e contenere gli interventi demoniaci sulla terra, per questo si erano specializzati in quella poco gratificante forma di mimetismo. Il loro era il lavoro sporco che le altre gerarchie angeliche non volevano fare.

In fin dei conti gli angeli non amavano gli umani.

Tranne Camael, a lui piacevano, in tutti i loro aspetti: nella loro complessa e strampalata gestione dell'etica, nel loro instabile girotondo emotivo e nella più variegata forma di peccati che riuscivano a mettere in scena, insieme a una altrettanto copiosa dimostrazione di altruistici intenti e volontà di redenzione.

Camael comprendeva bene la passione del Creatore per quelle creature fragili, fragilità di cui lui stesso li aveva dotati, probabilmente per spingerli a elevarsi più di quanto potessero fare i perfetti angeli o i contorti demoni.

Insomma, una tale complessità era quanto di più affascinante e commovente ci fosse. Proprio per quel motivo non era affatto contento di essere stato assegnato alla brigata di Rehael, cosa senza dubbio voluta da Michael per tenerlo d'occhio.

«Traffico di anime attraverso il reclutamento su siti internet, questi stupidi esseri nel corso dei secoli si sono inventati i metodi più assurdi per farci faticare» esclamò sprezzante Rehael, scorreva con aria disgustata il rapporto.

«Parli dei diavoli o degli umani?» Camael sfogliava una rivista di attualità, soffermandosi con interesse sulle pubblicità di moda, dove graziose ed esili fanciulle mettevano in mostra vestiti a dir poco ridicoli.

«Gli umani e la loro dannata crescita tecnologica. Un tempo era tutto molto più facile: guerra e pace, carestia e prosperità e fine della storia.»

Camael pensò che quell'affermazione fosse decisamente sciocca, neanche in passato, quando gli umani combattevano con bastoni e sassi, erano stati così semplici, ma tenne per sé la riflessione. Che la cosa gli andasse a genio o meno, Rehael era attualmente il suo sovrintendente ed era meglio non contraddirlo. Almeno non troppo.

«Dunque, qual è il piano d'azione?» Continuò a sfogliare la rivista arrivando alla rubrica "la posta del cuore" in cui uno psicologo rispondeva alle domande dei lettori e dava consigli.

«Per prima cosa dobbiamo scoprire da dove partirà l'aggancio, i contatti iniziali saranno pure telematici ma quei demoni devono avere uno scambio fisico con gli umani, quindi dobbiamo capire dove avverrà. Solo allora potremo intervenire.»

«A-ah.» Una tizia di nome Alessia si lamentava della scarsa chiarezza d'intenti del suo partner maschile e chiedeva cosa fare. Una certa Candida invece si era innamorata di un uomo molto più vecchio di lei e temeva che la famiglia non l'avrebbe accettato. L'unico nome maschile presente nella rubrica, Edoardo, diceva che non era mai stato fisicamente con una donna e temeva di essere deriso.

«Camael?»

Dubbi, insicurezza, timori. L'amore era così complesso e comprendeva tutte le sfumature della Luce e delle Tenebre. Non era un sentimento positivo, come spesso lo intendevano gli umani, perché in sé deteneva anche i semi del dolore, della frustrazione, della rivalsa e del possesso, eppure era anche offerta, gioia, esaltazione.

L'amore era salvezza e condanna e Camael invidiava un po' gli umani per essere così facilmente implicabili in esso. Desiderava assaporarlo, benché in parte ne temesse le conseguenze, così aveva pensato che sarebbe stato più sicuro averne un assaggio indiretto: Andras doveva innamorarsi di lui, essere l'oggetto d'amore lo avrebbe aiutato a capire meglio.

«Camael!»

Alzò il viso, colto di sorpresa. «Sì?»

Rehael incrociò le braccia sul petto, fissandolo con quei suoi pallidi occhi viola pregni di gelido biasimo. «Do a te l'incarico di trovare il luogo di scambio.»

Camael chiuse la rivista. «Sono onorato per tanta fiducia.» Dannato leccapiedi di Michael, incastrarlo in un compito così delicato avrebbe minato il suo tempo con Andras, era dunque questo il loro piano? Sorrise mentre si alzava. «Avrò necessità di accedere a tutte le informazioni in tuo possesso, non dobbiamo dare per scontato nulla.»

«Ma certo, sei tu l'intenditore di demoni, vieni pure quando vuoi.» Rehael non riuscì a contenere la frecciata.

«Intenditore di demoni.» Camael afferrò il soprabito, costringendo il proprio sorriso a rimanere serafico. «Potrei farlo diventare un bel soprannome, vedrò di darmi da fare anche in tal senso.»

Quando uscì dall'ufficio dell'altra Potestà fu abbastanza certo di essersi lasciato alle spalle un angelo frustrato dalla sua irriverenza. Considerata la seccatura in cui l'aveva cacciato Rehael si meritava questo e molto altro. Intendeva mettergli i bastoni tra le ruote? Bene, se voleva la guerra, guerra avrebbe avuto, a cominciare dal Neutral, quella stessa sera.



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