1- Pessima Baby-sitter

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Ebbene sì.
Davanti a me, l'uomo più sexy che abbia mai visto, vestito e profumato costosamente, e con quel l'aria da bello e dannato, mi ha scambiato per una baby-sitter.
Che poi, io mi chiedo, "mi hai vista?!"
Non sono esattamente lo stereotipo della brava babysitter, truccata  bene, con la gonnellina a fiori e la t-shirt con una stampa dei baby looney tunes.

Ho un tatuaggio!
È l'ultima cosa che dovrei avere!

«Bene, ha esperienze o referenze?»

Ah
Giusto
Filava tutto troppo liscio
Le referenze?
Che referenze?
Perché, bisogna avere le referenze per badare ai bambini?
Bah, i padri sexy di oggi...

«Ho badato per dodici lunghissimi anni alle mie due sorelle minori, due vere pesti, e le assicuro che sono davvero portata.» muovo la mano in aria e assumo un atteggiamento abbastanza presuntuoso da permettermi di sembrare credibile.

Si Diane
Credibile come un Chiwawa vestito da leone

«Perfetto, allora direi che-»
Aidan viene interrotto da un terribile rumore proveniente dal piano di sopra.
Urla di bambini si mischiano al rumore di cocci infranti e improvvisamente la porta accusa un colpo, senza aprirsi. Qualcosa di simile a un vaso rotola giù per le scale e un quadro cade a terra dal muro accanto al divano, facendomi prendere un mezzo infarto.

Ci giriamo entrambi verso la porta e lui sembra perdere il controllo per un attimo.
Posa velocemente block-notes e la penna sul tavolo e si alza in piedi sistemandosi la giacca del completo elegante.
Lancia un'occhiata preoccupata al quadro sul tappeto e fa una smorfia strana, poi punto gli occhi color ghiaccio su di me.
«Lei è assunta, e comincia ora.» dichiara indicandomi. Io mi alzo in piedi di scatto.
«Che cosa? Ne è sicuro?»

Ok Diane.
Questo si chiama auto-sabotaggio, e non è una cosa carina.

«Sicurissimo. Da oggi baderà a mio figlio e a mia nipote tutti i giorni, stasera discuteremo dei dettagli. Spero non le scocci cominciare ora.»
Mi dice afferrando un soprabito dal attaccapanni.
Lo seguo fuori dalla stanza, fino all'ingresso, dove, sulle scale ricoperte dal tappeto blu, spiccano alla vista dei cocci che sono sicura di poter riconoscere.
«Quelli non erano Amore e Ps-»
«Sono sicuro che farà un'ottimo lavoro Diane. Ora io devo andare, la stanza dei bambini è di sopra. Langdon è a sua disposizione se ha bisogno di qualcosa.»

Si
Tipo per un cocktail letale
Oppure potrebbe aiutarmi a farmi investire sul vialetto qui davanti.

Ma insomma che ho bevuto stamattina?!

Aidan afferra la valigetta ed esce dalla porta di servizio, lasciandomi sola con il maggiordomo antipatico, che mi fissa fermo vicino alla porta.

Dal piano superiore proviene un rumore assordante di cocci rotti misto a urla di bambini e risate, nel medesimo istante in cui qualcuno suona il campanello.

Lancio un'occhiata veloce al mio orologio e faccio cenno a Langdon di spostarsi.
«Faccio io, tu intanto prepara la scopa.»
Gli dico avviandomi verso la porta. Abbasso la maniglia e ai miei occhi si presenta una fila infinita di ragazze ben poco vestite.

Beh
A quando pare ero l'unica a non sapere che Aidan Robinson potrebbbe passare i casting per Abercrombie.

«Mi dispiace, il lavoro è stato già assegnato, passaparola con le tue colleghe.»
Con un sorrisetto malefico le chiudo la porta in faccia e chiudo gli occhi quando alle urla dei bambini si aggiungono anche quelle del maggiordomo.

Non ce la posso fare.

                                   ***

A quanto pare, il figlio e la nipote di Aidan Robinson sono due adorabili e scatenatissimi bambini. E se c'è una cosa che so fare io, questa è casino, quindi non credo che prenderanno una bella strada sotto la mia direzione.

Ma comunque, se Aidan mi ha assunta ci sarà sicuramente un motivo no?

«Va bene bambini, io sono Diane, D. I. A. N. E. Niente h o a, nessuna doppia, è molto semplice, quindi se lo sbagliate mi incaz-ehm arrabbio molto. Tutto chiaro?»
«Molto chiaro.» risponde la bimba davanti a me, scoprendo i denti bianchi in un candido sorriso.
«La prima e l'ultima regola è che comando io adesso. È molto semplice vero?»
«E Langdon?» mi chiede la bambina, arrotolandosi uno di quei suoi riccioli biondi sull'indice.
«Ah ma che domande, Langdon non conta.» rispondo alzando le spalle, mentre la bambina ride divertita, e torna a pettinare la sua Barbie.
«E papà?» mi chiede il bambino, che è stato in silenzio fino ad ora, stringendo tra le piccole dita un arco di legno in miniatura.
«Papà comanda quando è a casa, e indovinate un po'; ora non c'è, quindi il potere passa a me. Voi come vi chiamate?» chiedo sedendomi sul divano.

«Io sono Alicia.» proclama la bambina, entusiasta di essere stata chiamata in causa.
«Ashton.» pronuncia soltanto il bambino, guardandomi annoiato.
«Quanti anni avete?»
«Io ne ho sette, e lui ne ha nove.» continua lei, sorridendo come un'ossessa.

Va bene, Alicia ha una paresi facciale e Ashton ha partecipato a troppi funerali.
Tutto regolare direi

I due bambini mi scrutano in attesa di una nuova decisone.

Cos'è che piace fare ai bambini?
Non hanno da fare niente praticamente.

«Vi va di guardare la TV?» alla parola TV entrambi sembrano essere presi da una scossa elettrica, e saltano in piedi urlando come due indemoniati.
«Siii!!! La TV!»
«Sí, ma calmi. Sedetevi per bene e poi la accendo.» replico con tono duro. Loro si sistemano e battono le manine sulle cosce in attesa.
Io accendo il televisore e seleziono un canale di cartoni.
«Ho cambiato idea.» proclama ad un certo punto Ashton, alzandosi in piedi sul divano. «Voglio giocare ai pirati.»

Ecco
Infatti
Sembrava tutto troppo facile

«Anche io. Anche io!» urla Alicia saltando in piedi.
«No, non potete giocare ai pirati. Fareste un sacco di macelli e combinereste solo guai.»
«Macelli?» mi chiede la bimba storcendo in naso.

Figuriamoci
Le principesse non conoscono certe parole.

«Lascia stare. Adesso guardiamo i cartoni.»
«Ma io voglio giocare ai pirati.» piagnucola Ashton.
«Vediamo, che giochi fate con la mamma?»
«Io non ce l'ho una mamma, è morta.»
Pronuncia lui con aria di sfida, ed io rimango senza parole. Non solo per la semplicità con cui l'ha detto, ma anche per il fatto che probabilmente alla sua età lo dicevo anche io così agli estranei, non lasciando trapassare nulla dai miei occhietti blu.

«E con Langton? Che giochi fate con lui?» chiedo, decidendo di sorvolare sulla questione "mamma".
«Noi giochiamo allo zoo!» esclama Ashton, riprendendo decisione.
«Allora lo chiamiamo così giochiamo allo zoo.» replicò con un sorriso malefico.
«Siiii.» urlano loro, saltando sul divano.

Va bene, è definitivo.
Odio i bambini e le loro stupide urla.

«Andate a prenderlo, forza.» indico la porta della cucina con soddisfazione, e loro corrono urlando verso la porta, per poi aprirla ed entrare gloriosamente.
Nel momento in cui spengo la TV, il mio cellulare comincia a squillare.
«Robbie che c'è?»
«Gli hai dato l'invito?»
«L'invito? Quale invit...ah si certo! L'invito! Ovvio Robbie, per chi mi hai presa?»
«Per Diane Jackson. Quando torni a casa?»
«Casa? Casa, ecco casa...a casa io...» mi gratto la testa cercando le parole giuste.
E poi scorgo un piccolo contenitore sul tavolino, pieno di caramelle.
Mi lancio sul divano afferrandola e la scarto prendendo la plastica.
«Diane ci sei?»
«Robbie-Tzzz-Robbie non ti-» struscio la cartina sul microfono e dopo poco lei riattacca credendo davvero che io abbia problemi di connessione.
Mentre mi rimetto il cellulare il tasca arrivano in salotto Alicia e Ashton, trascinando Langdon.

non c'è che dire
Sono pronti per una rapina a mano armata

«Lo abbiamo preso!» esclamano esultando.

Io spezzo la caramella e ne do metà per uno, guardando Langdon decisamente divertita.
"Ti odio" mima lui.
Io sorrido serenamente.
Si prevede una convivenza....stressante.

Cruel in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora