13- Ti licenzio

3.7K 115 13
                                    

Ok
Ok
Con calma Diane

«Tua sorella cosa?» chiedo con voce sottile.
«Faith ha ucciso mia moglie.» mi confessa ancora lui, passandosi la lingua sulle labbra sporche.

No eh
Non concentriamoci sui dettagli
Adesso non possiamo partire di testa
Non pensare alle labbra Diane
Non ci pensare!

«Ah.» sussurro con voce flebile. «Certo»
«È un problema?» mi fa lui, infilando in bocca un'altro boccone di torta.

Di questo passo svengo
Non possiamo andare avanti così eh

«No, figurati. Cioè...mica l'hai ammazzata tu.» mormoro giocherellando con la forchetta.

Quanto sei falsa Diane

Lui tira le labbra in una smorfia amara.
«Ho capito.» sbotta, alzandosi in piedi.
«Capito cosa?» chiedo io, mentre lui scavalca il tronco. Mi alzo in piedi e lo seguo.
«Che sei esattamente come tutti in questo paesino.» replica voltandosi.
La camicia è sbottonata fino al terzo bottone, le maniche arrotolate e i suoi capelli chiari sono scompigliati.
É troppo bello, perfino mentre mi accusa di essere uguale agli altri.
Io, io che ho la famiglia meno convenzionale del secolo.

«Che cosa?!» urlo furiosa.
«Oh sì Diane, uguale a tutti gli altri. Pronti a giudicare, appena qualcosa è fuori dalla vostra normalità.» i suoi occhi azzurri manderebbero fulmini se potessero, e ora sono più gelidi del ghiaccio.

«Tu non sai niente.» urlo mentre le briciole della torta cadono sulla sabbia.
«Ah certo Diane, perché tu invece sai tutto vero?» mi guarda con un'espressione strana, quasi ferita.
Non l'ho mai visto tanto fuori controllo.

«Aidan io-»
«lascia stare, andiamo a casa.» sbotta lui, cominciando a camminare verso la scalinata.
«Oh no, no! Ne dobbiamo parlare. Tu non sai nulla! Io sono orfana di due drogati, ho tre fratelli e non sono neanche potuta andare all'università! E tu ti permetti di dire che io ti giudico?»

«Esattamente Diane, abbiamo capito che non sei sorda almeno!» urla a qualche metro di distanza da me, lanciandomi un'occhiata furiosa.
«Stai scherzando? Mia sorella fa la spogliarellista e io ti giudico perché hai una sorella killer? Ma ti senti?»
«Non fare finta con me, inorridiscono tutti, e tu non sei diversa.» sbotta voltandosi.

«Beh io magari non inorridisco, forse perché per chi viene dalla mia realtà non contano certe cose!» urlo ancora, tenendo con una mano il piatto e con l'altra la forchetta.

«Ah ma non farmi ridere, sei sbiancata quando te l'ho detto.» replica lui.
«Beh tu spari delle bombe del genere a sorpresa! E ovvio che rimanga un'attimo stupita.»

Ok Aidan
Forse non ti sei reso conto di quello che hai detto
Ti do tre secondi per rimangiarti tutto prima che diventi io la killer qui.

«Un'attimo stupita? Se non la smetti di sparare cazzate ti licenzio.» smette di camminare e mi guarda in cagnesco, prima di ricominciare la sua corsa.
Io lo seguo, muta come un pesce, con il piatto ancora in mano e le lacrime che minacciano di riprendere a scendere.
Tiro su con il naso e corro dietro ad Aidan, che ha già preso la sua giacca e sta pagando il conto.

Senza neanche guardarsi indietro per accertarsi che io lo stia seguendo raggiunge il parcheggio e infila un casco, porgendomi poi il mio in silenzio.
Mi sistemo dietro di lui, cercando di toccarlo il meno possibile, soprattutto quando mette in moto e sfreccia nelle stradine deserte.

Raggiungiamo casa in silenzio, lui accosta vicino all'entrata e mi fa scendere prima di sfilarsi il casco e spegnere il motore.
Entriamo in casa, dove i bambini guardano la TV. Li saluto con un sorriso e mi siedo accanto a loro chiedendogli delle loro giornata.

Aidan poggia cellulare e chiavi sul tavolino e si siede sulla poltrona, con lo sguardo fisso sul televisore.
Un ronzio mi costringe a portare gli occhi sul tavolino, dove un numero salvato come "Jessica" sta chiamando Aidan.
Lui afferra il cellulare ed esce dalla stanza rispondendo, mentre io accarezzo i capelli di Alicia.

Passa un quarto d'ora prima che lui scenda le scale vestito e profumato come non mai.
La camicia nera fascia i suoi muscoli e il leggero strato di gel porta i capelli all'indietro lasciando la fronte libera.
I pantaloni eleganti sono neri, ed io lancio un'occhiata al suo fondoschiena scultorio mentre lui infila una giacca, sempre nera, schiarendosi la voce.
«Io esco, non torno per cena. Buona serata.» mormora baciando i bambini.
Mi ignora completamente prima di aprire la porta di casa e uscire, lasciando dietro di sé una scia di profumo mascolino.

Eh no eh
Non può uscire pure con Jessica
Che poi ora chi è questa

Mi alzo dal divano lentamente, avvicinandomi alla finestra che dal sul giardino d'ingresso.
La macchina di Aidan sta già abbandonando il viale, mentre il cancello si richiude alle sue spalle.

Mi hai fatto male Aidan Robinson
E qui il primo a giudicare sei propio tu


Ehiiiii gente
Lo so, titolo clickbate
Capitolo corto, lo so, ma era un capitolo di passaggio, anche se non sembra
Quanto è lunatico Aidan? Tanto
Potete dirlo, non si offende
Nel prossimo avrete da commentare parecchio
Fatemi sapere che ve ne pare e se vi è piaciuto lasciate una stellina
Vi amo tanto ma da un metro di distanza almeno
A presto
Andate in pace
Lily❤️❤️

Cruel in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora