43- Solo bugie

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«Dimmi che c'è una spiegazione logica» Aidan stringe con le mani il volante, mentre i miei occhi, già lucidi, lo scrutano.
Perché sono nata scema?
«Il fatto è che Jamie-»
«Parti per New York?» mi interrompe senza staccare gli occhi dalla strada.
«No-cioè sì, ma-»
È impossibile litigare con quest'uomo
Non ascolta neanche se stesso.
«Ti ho chiesto se dovevi dirmi qualcosa Diane, perché le persone non riescono ad essere sincere con me?» sbotta suonando il clacson a una Range Rover che va a passo di lumaca.
Lo capisco, ha ragione, gli ho mentito.
Ma dovrebbe ascoltarmi.

«Ascoltami un'attimo prima di arrabbiarti!» lo osservo inumidirsi le labbra, con la mascella più contratta che mai. Sta per avere un crisi di nervi, me lo sento.
Lo sto esasperando ogni giorno di più.
«Ti ascolto» tuona stringendo il volante fino a far diventare bianche le mani. Prendo un bel respiro, cercando di autoconvincermi che andrà tutto bene.
«Jamie ha ottenuto un lavoro importate e stasera abbiamo festeggiato. Mi ha detto che finalmente avremo i soldi per iscrivere anche a me all'università e-»
«E tu hai scelto New York.» conclude interrompendomi di nuovo. Stringo i pugni, trattenendomi dal mollargli un pugno su quel viso perfetto.
«Prima di-»
«Loren dove fa l'università?» mi chiede irritato, svoltando nella via di casa.
«Qui vicino, ma comunque-»
«E tu devi andare a New York?» solleva le sopracciglia, lanciandomi uno sguardo indecifrabile.
Ma che diavolo gli prende?

«Non ho mai detto di voler-»
«E non hai pensato di dirmelo?» tuona furioso, interrompendomi ancora una volta. Ma perché deve fare così?
«Te lo avrei detto quando avrei deciso definitivamente»
«Certo, così due giorni dopo prendevi il primo aereo e chi s'è visto s'è visto» sbotta aprendo il cancello di casa con il telecomando.
«Non ho detto questo. Volevo essere sicura della mia scelta prima di informarti. Capisci?»
«Uh-uh, capisco, come no» ringhia parcheggiando nel viale. «Mi spieghi cos'hanno che non va le università a meno di dieci ore d'aereo da qui?» mi chiede uscendo dalla macchina.
È tremendamente arrabbiato.
E non capisco perché.

«Ho sempre voluto andare a New York» replico seguendolo fino alla porta. «E ad ogni modo non ho ancora deciso niente».
«Avresti potuto parlarmene comunque!» continua imperterrito, proseguendo fino al suo studio. Molla le chiavi sulla scrivania, sfilandosi la giacca con un gesto secco.
«Non volevo allarmarti inutilmente» lo seguo nello studio, cercando di intercettare il suo sguardo.
«Non sopporto le bugie Diane, lo sai perfettamente. E tu cosa fai? Mi menti, come tutto il resto del mondo. Sono leggermente stufo» tuona versandosi del cognac. Scuoto la testa, portandomi una mano alla fronte.
«Te lo avrei detto appena-»
«Appena avresti avuto la certezza di andartene, ho capito. Si può sapere perché non me ne hai parlato? Ho degli amici, avrei potuto aiutarti» i suoi occhi di ghiaccio incontrano i miei, gelidi come non mai.
Sembra deluso, arrabbiato.

«Non volevo-» la mia voce si incrina, mentre io perdo il coraggio di dare voce hai miei pensieri. Non volevo approfittarmi di te, ecco cosa.
«Cosa?» mi chiede tra i denti.
«Non volevo fare come Myrtle. Voglio solo la tua fiducia, nient'altro» esplodo, avvicinandomi a lui. «Tu non ti fidi, è questo il problema Aidan. Pensi che ti lascerò qui, e me ne andrò per sempre»
«Ottimo modo di conquistare la fiducia Diane. Mentire sembra essere sempre la soluzione» sibila tagliente. Mi ghiaccia con uno sguardo, allontanandosi da me.
«Che poi, io non mi fido? Non so nulla di te, ma tu pretendi che io mi fidi! Mi tagli fuori da tutto, non mi rendi partecipe di niente» i suoi capelli assumono un'aspetto disordinato, estremamente attraente.
Vorrei solo saltargli addosso, ma non è il momento. Siamo degli illusi?
Ci siamo illusi di poter stare insieme?

«Questo non è vero» ribatto ricacciando indietro le lacrime. Lui scuote la testa, appoggiandosi alla scrivania. «Io-»
«Io Diane, non sapevo neanche che tu volessi andare all'università, ecco cosa è vero. Pretendi la mia fiducia, quando neanche tu ti fidi di me.»
«Io mi fido di te» replico assottigliando gli occhi a due fessure.
«Perché non mi parli di nulla allora?» con evidente amarezza Aidan si inumidisce le labbra, abbassando lo sguardo per primo. «Solo bugie» mormora stringendosi nelle spalle.
Non so cosa rispondere, come reagire, cosa fare. Mi sento talmente male che potrei svenire adesso.

«Mi dispiace Aidan, non volevo. Non pensavo fosse così importante».
«Così importante? In un rapporto, dialogare mi sembra il minimo» commenta sprezzante.
Sono un'idiota. Mi sono comportata come se ci fossi solo io qui.

«Sono sempre stata da sola, come mi sarei dovuta comportare?»
«Ti saresti dovuta fidare di me, accettarmi. E invece mi respingi, tagliandomi fuori»
«Se la pensi così forse è meglio chiuderla qui» sibilo stringendo i pugni. Incontro il suo sguardo, che in un'attimo si scurisce.
«Ma sì, ovviamente i problemi si risolvono così» replica acido, bevendo un sorso di cognac.
«È la verità. Ci siamo solo illusi» mormoro ferita.
Se c'è una cosa che odio, questa è che mi venga sbattuta in faccia la realtà.
«Sai cosa? Mi licenzio, chiudo qualunque cosa che ci sia tra noi e vado a New York!» urlo stringendo stretta la mia borsa tra le dita.
«Sei un'immatura» lancia la sua frecciatina, fulminandomi con lo sguardo.
«Ti odio» sibilo spalancando la porta «Addio».
Percorro il corridoio a grandi passi, mentre il rumore di un bicchiere infranto mi riempie le orecchie, proveniente dallo studio. Ignoro il frastuono di oggetti distrutti che spezza il silenzio della notte e raccatto la mia valigia dall'armadio, ficcandoci dentro qualunque cosa io trovi.
Scendo le scale di fretta, rischiando di cadere più volte, prima di spalancare la porta di casa e sbattermela alle spalle.
Cammino sbattendo i piedi a terra, infuriata e frustrata. La valigia mi pesa sul braccio, mentre cammino senza sosta nelle strade buie. Arrivo davanti alla porta di Jake con il fiato corto e il cuore a mille. Osservo la porta rossa mentre due lacrimoni mi rotolano giù dalle guance. Scoppio in lacrime davanti alla porta, abbandonandomi a terra.
Cosa ho fatto?

«Dio Diane, ma che ti è successo?»


Ehilà
1000 parole e quaranta capitoli buttati nel cesso. Yeeee
Ma non temete, i nostri eroi risolveranno tutto, spero.
Ho scritto questo capitolo di corsa (ovviamente) quindi mi dispiace se non era granché. Spero vi sia piaciuto!
Secondo voi perché Diane è andata da Jake?
Io vi avevo detto che sarebbe stato importante eh...
Che ne pensate? Quanto è testardo Aidan? Non ascolta nessuno...
E Diane? È vero che non si fida secondo voi?
Fatemi sapere come si risolverà la situazione come voi
Io mi sono distrutta per scrivere un litigio degno di questo nome
Un po' di danni andavano fatti, per il bene della conclusione, vedrete.
Beh, adesso vi lascio.
Se avete tempo date un'occhiata a Sugar Lips😉, abbiamo un nuovo Aidan Robinson made in France.
A presto
Vi amo (come Diane ama Aidan che se non lo ammette)
Andate in pace
Lily❤️❤️

Cruel in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora