38- Lucida come il vino

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Devo rimanere lucida.
Lucida
Ricordati come si è tirato indietro Diane
Ricordatelo
Ti ha fatto male

«Ciao» Aidan abbandona i fogli che ha in mano, lasciandoli sul tavolino da salotto e beve un sorso di vino. «Sei tornata» asserisce inumidendosi le labbra. I suoi occhi passano con disinvoltura sul mio corpo, come se prima che uscissi non mi avessero fatto rabbrividire abbastanza.
«Già» sussurro stringendo i miei stivaletti con le dita arpionate sulla pelle nera. Il silenzio che regna nella stanza mi perfora le orecchie.
Non dovevo bere
La prossima volta mi porto del succo di frutta
Adesso gli salto addosso e mi prende per una psicopatica

«Perché hai le scarpe in mano?»
«Io...non volevo svegliarvi» balbetto con una veloce occhiata alle scarpe che tengo in mano. Lui reprime un sorriso, e si alza per appoggiare il calice di vino sul tavolo accanto alla libreria.
«Vuoi del vino?» mi chiede di spalle, trafficando con un paio di bicchieri.
No
Non posso bere se ci sei tu con la camicia mezza sbottonata e quell'aria spensierata
Farei una sciocchezza

«Poco» soffio abbandonando le mie scarpe accanto al divano.
«Poco» ripete lui, lanciandomi un'occhiata in tralice. Versa due dita di vino rosso e mi allunga il calice.
Le nostre mani si sfiorano, mentre io afferro il bicchiere e tiro indietro una ciocca di capelli ribelle.

«Siediti, no?» la sua voce divertita mi risveglia, mentre alzo lo sguardo sul suo viso. I suoi occhi di ghiaccio scrutano il mio volto, limpidi come non li ho mai visti.
«Okay», annuisco, e faccio il giro del divano, accavallando le gambe una volta seduta. Mi sistemo dal lato opposto a dove si siede Aidan, sorseggiando il liquido scuro.
«Che facevi?» chiedo mordendomi il labbro. Lancio un'occhiata ai fogli abbandonati sul tavolino, e poi porto i miei occhi su Aidan.
«Controllavo dei documenti» mi risponde scrollando le spalle. «Vieni più vicina Diane» continua poi, incrociando il mio sguardo.
Panico
Adesso svengo

«Non credo sia una buona idea»
«Io sì» senza aspettare una mia risposta  Aidan mi affianca, incastrandomi tra il suo corpo e il bracciolo del divano, senza via di scampo. Il suo profumo mi invade le narici, mentre il cervello parte per un viaggio senza ritorno.
Addio
È stato bello averti per un po'

Aidan circonda le mie spalle con un braccio, concedendosi un sorriso di vino. Mi sento su una nuvola
«Perché?» chiedo abbassando lo sguardo.
«Cosa?»
«Questo. Hai detto che non puoi»
Ho perso tutti i neuroni
Non ragiono più, complice l'alcol

Lo sento sospirare, mentre io rabbrividisco, troppo vicina al suo corpo per non sentirmi in giostra.
«L'ho detto», avvicina le sue labbra al mio orecchio, soffiando delicatamente parole che acquisiscono senso dopo qualche secondo. «E vorrei non averlo fatto»
«Lo hai fatto invece» mormoro stringendo il calice di vino nelle mie mani. Non so cosa sto facendo
Forse voglio solo evitare di essere ferita ancora
Forse voglio strappargli delle parole che non potrà rimangiarsi

«Diane?»
«Sì?»
«Rilassati, e non ci pensare» mi sussurra lasciandomi un tenero bacio sulla tempia. Mi stringe a sé, appoggiando la sua guancia sulla mia testa. Inspiro il suo profumo, rilassando i muscoli tesi.
Non passa molto tempo prima che io mi addormenti sul suo petto, cullata dal suo respiro.


                                   ***

Quando mi sveglio, giorno dopo, sono sul mio letto, coperta dal lenzuolo bianco. Di Aidan non c'è traccia, mentre il mal di testa mi attanaglia subito le tempie. Con un'occhiata alla sveglia mi accorgo che sono ancora le sei di mattina.
Mi alzo lentamente, rendendomi conto di indossare ancora il vestito di ieri sera.
Ah perfetto
Quindi mentre ero incosciente mi ha presa in braccio e mi ha portata in camera
Oh Dio, fa che non abbia sbavato
Quando mi rilasso troppo sbavo
Voglio morire

Cruel in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora