Canzone per il capitolo: Looking at me -Sabrina Carpenter
Una volta tornata in stanza, raccontai tutto a Faith, Alex, Carly e Diana.
-È una stronza- disse Faith.
-Non puoi dargliela vinta così- aggiunse Alex.
-E cosa dovrei fare? Ormai la punizione me l'hanno prolungata. Addio Harvard- dissi buttandomi sul letto e affondando la faccia nel cuscino. Carly me lo tolse, e andai a sbattere il naso sul materasso.
-Ma dai, per una punizione non andrà di mezzo la tua ammissione al college. Hai ottimi voti, di che ti preoccupi?-
-Dell'impressione che farò per la domanda. Sogno di andare li da tutta la vita, non posso permettermi di fare cavolate- risposi. Diana si sedette accanto a me.
-Potresti provare ad entrare in qualche squadra- propose.
-Esatto, tra tutti gli sport che ci sono in questa scuola ce ne sarà uno che ti piace- continuò Carly. Io ci pensai un attimo.
-Ho fatto nuoto da piccola, ma usavo i braccioli e non posso andare in piscina. Ho fatto anche pallavolo, ma non ero un granché. La squadra di ginnastica artistica non c'è, quindi non posso fare nulla-
Faith sembrò illuminarsi.
-Non c'è la squadra di ginnastica artistica ma c'è quella delle Cheerleaders!- disse. Alex rise.
-Già, la squadra di Claire e Amanda, proprio quella-
-Appunto per questo dovrebbe provare- continuò Faith.
-Ho un'idea-
Si sedette accanto a me.
-Le selezioni per le Cheerleaders sono venerdì, e sono fatte direttamente dai due capitani, no?- disse.
-Si, e allora?- chiesi io.
-Non sono supervisionate da nessun'altro, quindi Claire e Amanda possono benissimo non ammettere qualcuno in base all'antipatia dicendo che la prova non è andata bene-
-E questo come dovrebbe aiutarmi?- chiesi, non capendo. Alex sembrò capire invece.
-E se quel giorno, invece, ci fosse qualcuno a supervisionare?- disse, e Carly continuò.
-E se, quel qualcuno, filmasse il tutto per avere la prova che sia andata bene?-
Io le guardai.
-Quindi avete intenzione di introdurvi alle prove e di filmare il tutto per poi far fare una pessima figura a Claire e Amanda?- dissi, e Alex intervenne dicendo:
-Filmare, e portare anche un testimone interno. Qualcuno che ha voce in caoitolo-
Mi guardò come se avessi dovuto capire qualcos'altro. Io scossi la testa, non capendo. Faith sbuffò e disse:
-Sua madre, Miley, la nostra insegnante di inglese-
-E secondo voi accetterà?- chiese Diana. Alex annuì.
-Mia madre sa benissimo di cosa sono capaci quelle due. Al primo anno mi hanno fatto passare un inferno, non esisterà a difendere una mia amica-
-Rimane un ultimo problema- dissi io.
-Cosa?- chiese Faith.
-Come devo fare? Non ho mai provato prima-
-Alice è nella squadra, può prepararti lei- disse Carly.
Detto questo, dopo pranzo andammo a chiedere ad Alice, che ovviamente accettò.
-Questo metterà nei guai quelle due, finalmente avranno ciò che gli spetta- disse.
Poi andammo dalla madre di Alex, che inizialmente non era molto convinta.
-Mi state chiedendo di fare favoritismi tra i miei studenti, e questo non posso farlo- disse.
-Non si tratta di favoritismi, mamma, si tratta di fare giustizia. Claire ammette in squadra le sue ragazze in base alla simpatia, non alla bravura. Dovresti soltanto stare li e fare da testimone a Miley- disse Alex. La Martin ci pensò su.
-Si può fare, ma interverrò solo nel caso in cui lei andrà bene- disse.
-Grazie mille, professoressa- risposi sorridendo, e andai via con le altre.
Iniziai da subito ad allenarmi con Alice.
-Punto numero uno: meglio appari quando sei in giro, meglio è. Se ti fai notare, susciterai l'invidia di Claire e Amanda e l'interesse del resto delle persone- disse.
-Ma questo cosa c'entra con la prova?- chiesi.
-La squadra sarà presente. Se piaci a loro, sei già a metà strada. Stasera esci con noi-
Detto questo, ci preparammo, e ovviamente Alice bocciò tutti i miei vestiti.
-Dobbiamo andare a fare shopping- disse infine, poi ci spostammo nella sua stanza e provai metà delle sue cose.
-Fortuna che abbiamo la stessa taglia, dovrebbe starti tutto bene- disse passandomi una gonna bordeaux e un top nero. Io e Alice avevamo un fisico molto simile, anche se io avevo più forme di lei. Provai i vestiti, e il top era decisamente troppo scollato per me.
-No- disse Alice, e mi passò una canottiera e una gonna nera aderente di pelle. Questi, sta volta, andarono bene.
-Provali con queste- disse porgendomi delle décolleté nere e una giacca di pelle.
-Non è un po' troppo... nero?- chiesi. Lei guardò l'outfit, e poi tornò a cercare nel suo armadio. Ne uscì una giacca di pelle rossa.
-Così dovrebbe andare bene. Passiamo al trucco-
Al contrario di Faith, fece un trucco più leggero. Mi mise un po' di correttore, sistemò le sopracciglia, mise un po' di ombretto color mattone scuro e tirò una linea sottile di eyeliner. Mi mise il mascara e finì il tutto mettendomi il rossetto, dello stesso colore della giacca. Dovevo necessariamente imparare a truccarmi da sola. Passò ai capelli, e mi fece dei boccoli definiti che poi andò a smuovere con una spazzola, rendendoli più naturali.
-Finito- disse, e mi fece guardare allo specchio. Riuscivo a riconoscermi di più rispetto alla sera prima (beh, a parte per i vestiti).
-Vediamo come cammini sui tacchi- fece Alice, e li entrai in panico. Feci due passi, e al terzo rischiai di cadere. Alice mi afferrò in tempo.
-Riprova dai- disse ridendo, e mi accorsi di starlo facendo anch'io. Riprovai, prima tendendomi da Alice, e poi da sola.
-Io mi vesto, tu intanto continua a provare-
Detto questo, Alice si chiuse in bagno con i vestiti. Dopo un po', riuscii a camminare in maniera più o meno decente. Feci alcune prove davanti allo specchio, e vidi che non camminavo così male dopo tutto.
Alice uscì dal bagno vestita e truccata.
-Sono pronta-
Indossava il top che avevo provato anch'io, che a lei stava in modo perfetto, una gonna grigia a fantasia tartan, corta fino a metà coscia, delle calze nere trasparenti e un paio di stivali neri alti fin sopra il ginocchio. Era perfetta.
-Stai benissimo- le dissi.
-Anche tu, andiamo a far vedere il risultato alle altre-
Detto questo, tornammo nella mia stanza, e quando aprii la porta le ragazze rimasero a bocca aperta.
-Fattelo dire, Claire e Amanda rosicheranno come non mai- disse Faith.
-E Dylan non potrà toglierti gli occhi di dosso come ieri sera- continuò Alice.
-Ma che dici, non ci sopportiamo praticamente-
-A me non è sembrato così negli ultimi giorni- commentò Alex.
Effettivamente da quando ero arrivata a San Francisco il nostro rapporto era più o meno migliorato, ma questo non voleva dire nulla. Sapevo benissimo di non piacergli, come d'altronde lui non piaceva a me. E poi continuavo a non capire come facesse a sapere dell'incidente.
-Andiamo Mil?- disse Alice infilandosi la giacca di pelle.
-Andiamo. Ci vediamo più tardi ragazze-
Loro mi salutarono, e io ed Alice uscimmo dalla stanza.
-Sta sera chi c'è oltre la squadra delle Cheerleader?- chiesi.
-Alcuni della squadra di football e di quella di basket. E ovviamente anche Paul, figuriamoci se mi lascerebbe uscire la sera con tutti questi ragazzi- disse con una nota di disappunto.
-Non ti lascia uscire da sola?- chiesi stupita.
-Non quando ci sono altri. È protettivo, ma fa così perché non vuole perdermi- spiegò. Non so perché, ma non ero così certa di ciò che aveva detto.
-Quando arriviamo sii te stessa, vedrai che piacerai a tutti. E se Claire e Amanda ti dicono qualcosa, rispondi mantenendo la calma e centrando il punto senza girarci intorno. Di solito mettono i piedi in testa a tutte, dimostra che con te non è così e avrai la squadra in pugno- disse non appena arrivammo al parcheggio del campus. Alice prese dalla sua borsa un mazzo di chiavi ed entrò in una macchina nera. Io salii accanto a lei.
Realizzai che stavo uscendo per due sere di fila, e non per andare a casa di Simon o da mia nonna. Era un nuovo record.
-Come ti stai trovando qui?- mi chiese Alice.
-Abbastanza bene devo dire. È tutto completamente diverso-
-Da cosa, da New York?-
-In parte, ma soprattutto dalla vita che avevo lì. Un anno fa non mi sarei neanche immaginata di uscire con le cheerleader, o di provare ad entrare in squadra-
-In realtà neanch'io. Sono arrivata qui l'anno scorso, e non ero mai stata lontana da casa prima- disse.
-Nemmeno io, tranne per il campeggio d'estate, forse-
-No, intendo che i miei genitori non mi permettevano di uscire da sola, o di avere un ragazzo. Se sapessero di Paul mi farebbero tornare subito a casa- rispose Alice.
-Davvero? Sono così rigidi?-
-È per la nostra religione. Siamo testimoni di Geova, e su questo tipo di cose i miei non transigono-
-Oh. E da quanto state insieme, tu e Paul?-
-Un mese. Sembra poco, ma per una ragazza cresciuta come una suora di clausura è molto- disse ridendo. Io sorrisi. Alice parcheggiò davanti ad una villa enorme sulla spiaggia.
-Chi abita qui?- chiesi ad Alice.
-È la casa dei genitori di Dylan. Saranno a Los Angeles fino a martedì-
-Ah. Okay- risposi.
Suonammo al campanello, e ad aprire arrivò Paul.
-Buonasera- disse prendendo Alice in vita e baciandola.
-Ciao Miley- mi salutò.
-Hey- dissi, entrando in casa.
-Dove sono tutti?- chiese Alice.
-Fuori in piscina- rispose. I due continuarono a parlare, e mi sentii di troppo. Attraversammo la casa, e uscimmo fuori.
-Hey ragazzi, ho portato un'amica- disse Alice andando verso gli altri. Potevano esserci in tutto venti ragazzi e quindici ragazze, tutte bellissime ovviamente. Individuai Dylan, che quando mi vide fece un'espressione strana.
-McCurty? Che ci fai qui?-
-Mi chiedo la stessa cosa- disse Claire guardandomi male. Come al solito, aveva un pezzo di stoffa addosso che a mala pena la copriva.
Okay Miley, non farti intimidire da questa stronza
-Lo ha appena detto Alice. Mi ha invitata-
Detto questo, non seppi più nemmeno io cosa stessi facendo. Tolsi la giacca e la buttai indietro su una spalla, tenendola con due dita. Feci del mio meglio per camminare nella maniera migliore possibile su quelle scarpe, e presi posto accanto alle altre ragazze su una sdraio, accavallando le gambe e sistemandomi i capelli. Alice mi guardò stupita, e si sedette accanto a me.
-Bevi qualcosa?- mi chiese un ragazzo. Io rifiutai inventando una scusa sul momento.
-No, devo guidare-
-Tu non hai una macchina- disse Dylan. Alice, fortunatamente, venne in mio aiuto.
-Si che ne ha una. Mi ha accompagnato lei qui-
-Miley McCurty che guida?- continuò Dylan guardandomi male.
Ma che gli prende?
-Già, c'è qualche problema?- gli chiesi, ricambiando l'occhiataccia.
Un altro ragazzo intervenne.
-Aspetta, aspetta. Tu sei quella di cui parla Cross continuamente- disse squadrandomi da capo a piedi.
-Hai una ragazza così figa e non ce l'hai mai presentata?- continuò. Era chiaramente ubriaco.
-Sta zitto, Bailey- disse Dylan, improvvisamente cupo. Io scoppiai a ridere.
-Non so cosa vi abbia raccontato, ma io non sono la sua ragazza-
-Meglio così allora- disse il ragazzo. Dylan lo guardò infuriato.
-Tu sei nuova, giusto?- mi chiese una ragazza asiatica dalla sdraio di fronte alla mia, mentre i ragazzi continuarono a fare i loro stupidi giochi.
-Si, sono arrivata quest'anno da New York- risposi
-Dove hai preso quella gonna? È stupenda- mi chiese un'altra.
-È di Alice, me l'ha prestata per sta sera-
Claire intervenne.
-Sennò sarebbe venuta qui con un'altra delle sue vestagliette da quattro soldi-
Amanda rise, e io risposi:
-Tu invece a quanto pare non conosci la differenza tra "vestito" e "pezzo di stoffa", ti mancano soldi per comprare un indumento intero o cosa?-
Claire sembrò si volesse lanciare su di me, ma le ragazze ai lati la bloccarono. Tutte trattennero le risate e mi guardarono con approvazione.
-Hey ragazze- chiamò Austin.
-Giochiamo a obbligo o verità?-
-Sii più creativo, Jackson- rispose una ragazza del gruppo.
-Io ci sto- disse Claire, e la ragazza si zittì. Ci mettemmo in cerchio, e Claire cominciò.
-Miley, obbligo o verità?-
-Verità-
-Qual è il vero motivo per cui ti sei trasferita qui a San Francisco?- chiese.
-Mio padre ha ottenuto una cattedra all'università- risposi semplicemente.
Claire rise.
-Ho chiesto il vero motivo. Andiamo, dicci cosa ti è successo davvero l'anno scorso- disse. Ebbi un tuffo al cuore. Non poteva stare parlando dell'incidente. Guardai Dylan, che evitò il mio sguardo. Mi ricomposi e dissi:
-La verità è questa. Ora è il mio turno. Dylan, obbligo o verità?-
Lui mi guardò, e rispose cauto:
-Verità-
-Non accetto questa risposta, non si possono fare due verità di fila- dissi.
Lui strinse la mascella.
-Va bene, allora obbligo-
-Ti obbligo ad entrare in casa con me per cinque minuti- dissi decisa.
Un "ohhhh" si alzò dai ragazzi, e Dylan mi guardò come fossi impazzita. Io mi alzai.
-È un obbligo. Andiamo- dissi, e cominciai a camminare. Lui si alzò e mi seguì.
-Tornate in due, mi raccomando- gridò qualcuno, seguito da delle risa.
-Ma che cazzo fai?- mi chiese Dylan chiudendosi la porta alle spalle.
-Cosa faccio io? Hai detto del mio incidente a Claire!- gridai.
-Cosa? No!-
-E come faceva a saperlo allora? L'unico a saperlo qui sei tu, e ancora mi chiedo come!- continuai a gridare.
-Miley, Claire non parlava di quello probabilmente- disse.
-E di che cosa allora? Quale sarebbe il vero motivo?-
-Senti non lo so! Quella è pazza, può voler dire qualunque cosa, okay?- disse camminando avanti e indietro per la stanza, passandosi una mano tra i capelli.
-Non hai ancora risposto all'altra domanda. Come sai del mio incidente?- gridai più forte.
-I tuoi lo hanno detto ai miei, sono amici, e loro lo hanno detto a me. Fine- disse, massaggiandosi le tempie. Stava gridando anche lui.
-Stai mentendo- dissi.
-Cosa? Ma sei impazzita?- disse lui.
-Stai mentendo. Lo so per certo-
Il suo sguardo cambiò all'improvviso.
-E come fai ad esserne sicura?- chiese, a voce più bassa.
-Non... Non so come ma so che è così, okay?-
Lui deglutì, e si avvicinò.
-L'altra volta mi hai chiesto se ero sicura che tutti i ricordi fossero tornati. Perché lo hai fatto?-
Sospirò. Si era avvicinato ancora.
-Perché...- cominciò a dire, ma poi sentimmo battere sulla porta. Sentii Austin ridere. Lui inspirò a fondo per trattenere la rabbia.
-Alice non avrebbe dovuto portarti qui- disse.
-Cosa...- mormorai confusa.
-Penso proprio che dovresti andartene- disse poi.
Mi lasciò un attimo spiazzata, ma poi risposi:
-Io penso proprio di no. Sono venuta qui per divertirmi ed è quello che farò-
Detto questo girai sui tacchi e spalancai la porta, per poi uscire fuori.
Dai ragazzi partirono degli applausi e si sentirono delle risatine. Non sapendo cos'altro fare, feci un inchino e tornai da Alice.
-Ma che combini?- mi sussurrò.
-Non è successo niente, avevamo una... questione da risolvere-
Dylan uscì fuori, e disse:
-La festa finisce qui. Tornatevene al campus-
Tutti si lamentarono.
-Fai sul serio, Cross?- chiese Paul.
-Ti sembra che io stia scherzando? Uscite da casa mia, ora-
Tutti si alzarono, e andando via li sentii dire cose come "la ragazza deve averlo fatto arrabbiare" o "scommettiamo che alla fine non gliel'ha data?"
Prima di uscire dal portone, mi sentii prendere dal polso. Sapevo già chi fosse.
-Miley, ascolta...- disse Dylan.
-No, è tutto chiaro. Tu non mi vuoi tra i piedi e io non voglio te- risposi.
-Ascoltami- continuò lui, bloccandomi ulteriormente quando cercai di andare via. Mi divincolai e dissi:
-Ho detto che è tutto chiaro. Ci vediamo sabato alla punizione-
Uscii di casa, e entrai in macchina con Alice.
-Hey, è tutto okay?- chiese, vedendo la mia espressione.
-Si, sta' tranquilla- risposi.
Lei fermò la macchina, e parcheggiò.
-Invece non è tutto okay. Dai, che è successo?-
-Non dovremmo tornare in dormitorio?-
-Nah, sono solo le undici e mezza. Posso rimanere ferma qui anche tutta la notte- disse, e io mi arresi.
-Quello che Claire ha detto prima mi ha fatto tornare in mente una cosa... grave, che è successa l'anno scorso. Il punto è che nessuno qui sa di questa cosa, a parte Dylan. Quando siamo entrati dentro gli ho urlato contro, perché pensavo che lui lo avesse detto a Claire. E credo anche che lui ne sappia più di me su ciò che è successo. Ho capito subito che stava mentendo-
Lei mi guardò, un po' confusa.
-È davvero così grave?- chiese, e io annuii.
-Quando gli ho detto che sapevo per certo che stesse mentendo ha cambiato atteggiamento, si è calmato, e mi si è avvicinato parecchio. Ma poi Austin si è messo a battere sulla porta ed è cambiato di nuovo. Ha detto che non sarei dovuta venire, e che era meglio che tornassi a casa-
Alice non seppe cosa dire, quindi per un po' rimanemmo in silenzio.
-Beh, se può esserti d'aiuto, hai fatto bella figura con la squadra. Dicono che sei una forte- disse infine, mettendo in moto. Io sorrisi.
-Tutto merito del tuo aiuto-
-Cosa? Io ti ho solo prestato dei vestiti, tu hai fatto il resto. Hai tenuto testa a Claire, hai fatto colpo sui ragazzi, e ti sei comportata come se fossi parte del gruppo. Con la scena dell'obbligo hai dato il colpo di grazia-
Io risi.
-Stai dimenticando l'inchino-
-Quello è stato il tocco di classe-
Arrivammo al campus, e tornammo in dormitorio.
-Ci vediamo domani alle diciotto e trenta al campo di atletica. Arriva puntuale- mi disse.
-Va bene. Grazie di tutto, per oggi-
-Di niente. Buonanotte, Mil-
-Notte Ali- risposi, ed entrai in stanza.
Alex, Faith, Carly e Diana stavano guardando un film sul letto di Alex.
-Allora? Com'è andata?- mi chiese Faith.
-Dylan ha cacciato tutti per colpa mia- dissi posando la borsa.
-Cosa? Che hai combinato?- chiese Alex. Feci un respiro profondo.
-Devo raccontarvi una cosa. Una cosa che non sa nessuno-
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Lost in my memory [IN REVISIONE]
Teen FictionMiley, dopo un incidente che la fa rimanere in coma per un po' e le fa perdere temporaneamente la memoria, cambia la sua vita radicalmente trasferendosi a San Francisco. Inizia a frequentare la San Francisco Academy, e tra le nuove conoscenze ritrov...