50. L'amore non basta

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Arrivammo a casa, ed entrammo.
-Skyler, fatti dare dei vestiti da Miley e sistemati pure- le disse mia madre.
-Grazie, signora McCurty- rispose Sky.
Mia madre le sorrise, e poi mi rivolse il suo miglior sguardo assassino.
-Con te faccio i conti domani-
Non ebbi neanche la forza di rispondere.
Parlare con Skyler mi aveva aiutato a distrarmi, ma il miscuglio di emozioni che provavo in quel momento cominciò a farsi sentire.
Mia madre salì al piano di sopra, e io, mia sorella e Slyler andammo in salotto.
Presi dalla mia valigia dei vestiti per Skyler, e glieli porsi.
-Grazie, Mil-
-Di niente, il bagno è la seconda porta a sinistra- le dissi.
Lei si allontanò con i vestiti, e io rimasi sola con Hannah, che evitava il mio sguardo.
-Complimenti, davvero- le dissi.
Lei finalmente mi guardò.
-Ma cosa ti aspetti che io faccia se esci alle due e mezza di notte da casa in lacrime? Mamma ci ha sentite ed è scesa, cosa avrei dovuto fare?-
Non aveva tutti i torti.
-E poi cosa ci facevi con Skyler?- mi chiese.
-L'ho incontrata, e a differenza di tutti voi, la mia famiglia, il mio ragazzo, lei è stata sincera-
Hannah abbassò lo sguardo.
Mi arrivò una notifica.
Presi il telefono, e il mio cuore perse un battito.
Era un messaggio di Dylan.
"Sei sveglia?"
Sentii la rabbia montare.
Feci un respiro profondo, e andai in cucina.
"Sì, sono sveglia."
"Io sono appena tornato a casa" scrisse.

"Sì, anch'io"
"Dov'eri?"
"Con Skyler." risposi secca.
Visualizzò il messaggio, e per qualche secondo rimase online senza scrivere.
"Da quando tu e Skyler vi vedete?" chiese.
È serio? Sarebbe questo il problema principale?
"È così importante, Dylan?"
"No, semplicemente non pensavo vi sentiste, non me lo avevi detto"
Con il cuore a mille, scrissi il messaggio che avrei dovuto scrivere sin da subito.
"Beh, a quanto pare anche tu hai evitato di dirmi un po' di cose, o sbaglio? Il problema principale non mi sembra il fatto che io mi sia vista con la tua ex"
Di nuovo, rimase senza scrivere nulla.
Iniziai a scrivere un altro messaggio, ma lui mi chiamò.
Con le mani che tremavano, risposi.
-Miley, che cosa ti ha detto Skyler?- chiese.
Dalla sua voce si poteva benissimo capire che aveva paura di quale sarebbe stata la mia risposta.
-Non lo so, che ne dici di dirmelo tu? O devo mettermi a chiedere ad ogni singola persona di New York per sapere tutta la verità?- dissi arrabbiata.
Lui sospirò.
-Miley, ti prego, dimmi cosa ti ha detto-
-In mansarda ho trovato una foto- dissi, senza rispondere alla sua domanda.
-E questo cosa c'entra?-
-Beh, potresti iniziare a dirmi perché la sera del ballo eri a casa mia e non a Los Angeles. Questo spiegherebbe molte cose-
Lui rimase in silenzio.
-Mi hai mentito. Tutto questo tempo mi hai mentito- dissi.
Mi si incrinò la voce.
-Sai che l'ho fatto per il tuo bene- rispose, facendomi arrabbiare solo di più.
-Il mio bene? Tu non hai la minima idea di quale sia il mio bene, Dylan. Io mi sono fidata di te-
Avevo alzato il tono.
Sentii di nuovo gli occhi bruciare, e un nodo alla gola.
-E ora esce fuori che tutto quello che sanno i miei su quella notte, lo sanno grazie a te. Come hai potuto? Come hai potuto guardarmi negli occhi ogni giorno mentendomi spudoratamente? Eri la persona di cui mi fidavo di più, Dylan, cazzo- dissi.
Ormai stavo piangendo.
-Io ti avevo avvertita. Te l'avevo detto- rispose.
-Sì, e poi ti sei presentato alla porta della mia camera e hai fatto esattamente l'opposto di ciò che avevi detto qualche ora prima. E io non solo mi sono fidata di te, Dylan, mi sono innamorata di te. E ora non so cosa cazzo pensare. Perché lo hai fatto? Perché?- stavo praticamente urlando.
-Perché ti amo cazzo- gridò al telefono.
Sentii il cuore fermarsi per un attimo.
Scossi la testa.
-No, tu non mi ami- dissi, piangendo.
-Sì che ti amo, Miley. Ti amo da quel fottutissimo campeggio. Fingere che non fosse così mi ha distrutto in questi mesi, e alla fine non ho saputo resistere, perché sapevo che tornata a New York avresti sicuramente scoperto qualcosa e non potevo, non posso, perderti-.
-Ti prego Miley, credimi- disse con la voce che tremava.
-Dimmi la verità allora. Dimmi la verità e dimostrami che posso fidarmi, e tra di noi sarà tutto a posto-
Lo sentii sospirare.
-Non posso farlo- rispose.
Feci un respiro profondo, cercando di trattenere il più possibile le lacrime.
-Dylan, ti prego, non costringermi a lasciarti- dissi.
-E tu fidati di me- mi supplicò.
Quasi non riuscivo a respirare.
-Ti prego, Dylan...- mi si incrinò la voce.
Lui non disse nulla.
Mi asciugai le guance con una mano.
-Dylan...- singhiozzai.
-Tu mi ami?- chiese lui.
Deglutii.
-Sì. Sì, ti amo. Ma non posso stare con te così. Ci sono troppe bugie. Senza la fiducia l'amore non basta- dissi.
Rimanemmo entrambi in silenzio, finché io non lo ruppi.
-È finita, Dylan- dissi, e chiusi la chiamata per poi crollare completamente.
Non riuscivo neanche a respirare, e la vista era completamente annebbiata dalle lacrime.
Mi coprii la bocca con una mano, cercando di trattenere i singhiozzi, ma fu solo peggio.
Skyler entrò di corsa in cucina, preoccupata.
-L'ho lasciato- provai a dire, ma dubitavo si capisse qualcosa.
Skyler venne verso di me e mi abbracciò, e io seppellii il viso nella sua spalla, continuando a piangere.
Mi sentivo morire.
-Andrà tutto bene, risolverete- provò a tranquillizzarmi Sky, stringendomi.
Mia madre entrò in cucina.
-Cos'è successo?- chiese, vedendoci.
Noi sciogliemmo l'abbraccio, e mi asciugai le lacrime.
-Ho rotto con Dylan. Non mi va di parlare- risposi, cercando di calmarmi.
Lei sembrò confusa.
-Cosa? Perché?-
Scossi la testa.
- Ho detto che non mi va di parlare, lasciami stare- dissi, e la superai uscendo dalla cucina.
Non mi andava di raccontarle cosa fosse successo.
Anche lei mi aveva mentito.
Entrai in bagno, e mi sciacquai il viso.
Mi appoggiai con le mani al lavandino, e feci dei respiri profondi, provando a calmarmi.
Guardai il mio riflesso, e ci rividi la ragazzina di New York che mi ero illusa fosse scomparsa.
Ingenua, che si fidava troppo facilmente delle persone, che si affezionava a chi non lo merita.
Bussarono alla porta.
-Sono Sky- disse la voce della ragazza.
Io tirai su col naso, e andai ad aprire.
-Va meglio?- mi chiese.
Io annuii, anche se non era vero.
Ogni secondo che passava sentivo di sprofondare sempre di più.
-Sì, mi sono calmata- dissi.
Lei mi rivolse un sorriso triste.
-Dai, torna di là, hai bisogno di riposarti-
Annuii di nuovo, e la seguii in soggiorno.
Non mi ero nemmeno cambiata.
Rimisi il pigiama, e mi coricai tra Skyler e mia sorella.
Feci finta di dormire per evitare di parlarne e scoppiare di nuovo a piangere.
Tutte le mie certezze mi erano crollate addosso e non riuscivo a sopportarne il peso.
Rividi tutti i miei momenti con Dylan nella mia mente.
Momenti che non ricordavo di aver vissuto, persi nella mia memoria.

Lost in my memory [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora